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Autor: ANDREA AGOSTINI
Data:  
A: forumgenova
Assumpte: [NuovoLab] Fw: legambiente genova dibattito urbanistica le risposte del comune , l'intervento di legambiente

dal mercantile di venerdi 17 novembre 2006


Reazioni e polemiche dal Comune

Tursi e le lobby
La... ³Spallata²
dà fuoco alle polveri

?Elezioni amministrative alle porte, revisione del Puc (Piano urbanistico
comunale) sempre più urgente e, in mezzo, tante operazioni urbanistiche e
immobiliari, in corso o in vista, che hanno diviso e dividono la città,
oltre a ³muovere² interessi contrapposti. Comprensibile che, in questo clima
e in questo momento, le dichiarazioni rilasciate al nostro giornale da
Giovanni Spalla, abbiamo ³acceso² il dibattito. L¹architetto genovese,
progettista del restauro di Palazzo Ducale, oltre che docente di Urbanistica
e Pianificazione territoriale, in un¹intervista ha criticato duramente la
gestione della politica del territorio da parte dell¹amministrazione
comunale, sostenendo la necessità che il prossimo sindaco e la prossima
amministrazione diano forti segnali di discontinuità rispetto alla giunta
Pericu. E ha indicato nell¹eurodeputata diessina, Marta Vincenzi, la persona
in grado di «portare aria nuova a Tursi» e di mettere al centro «la cultura
del territorio».
«Questa amministrazione ha scelto di puntare sul recupero ma si è lasciata
sfuggire di mano l¹espansione, perché si è fatta condizionare dalle lobby»
ha affermato Spalla. Secondo l¹architetto, infatti, l¹amministrazione Pericu
avrebbe rinunciato al ruolo di pianificazione e programmazione delle
politiche di sviluppo del territorio, restando, di fatto, «alla mercé dei
privati». E per argomentare questa affermazione cita l¹applicazione della
norma del Puc sul trasferimento dei volumi - oggetto di molte polemiche in
città - perché «finora - spiega - sono stati i privati a decidere dove e che
cosa costruire, e il Comune si è limitato a subire queste scelte».
E le reazioni da Palazzo Tursi non si sono fatte attendere. Nessun commento
dal sindaco, Giuseppe Pericu, mentre a Spalla rispondono l¹assessore
comunale all¹Urbanistica, Bruno Gabrielli, con un intervento molto duro e
polemico, e l¹assessore allo Sviluppo economico, Mario Margini -
³avversario² di Marta Vincenzi come possibile candidato a sindaco dei Ds -
che usa, invece, toni molto più morbidi. Fino a dire di considerare
l¹intervento di Spalla come un utile contributo a un dibattito, necessario
in città, sulle politiche del territorio, in vista della revisione del Puc.
?a.c.

l¹assessore all¹urbanistica
Gabrielli: «Falsità e disinformazione»

«Le affermazioni di Spalla sono prive di sostegno di dati di fatto. Mi
aspetto pubbliche scuse»

?Dall¹assessore comunale all¹Urbanistica, Bruno Gabrielli, riceviamo e
pubblichiamo.
L¹intervista a Giovanni Spalla, pubblicata il 15 novembre, mi obbliga ad
intervenire soprattutto perché la generosa intitolazione pone in risalto
affermazioni di assoluta gravità (³Condizionati dalle lobby²).
Ne sono dispiaciuto perché è in riferimento ad una scelta di candidato in
cui io né posso né voglio entrare, dato il mio attuale ruolo di
amministratore. Quindi, con il massimo rispetto per la candidatura di Marta
Vincenzi, in quanto responsabile della politica urbanistica del Comune,
debbo al collega Spalla una replica.
Spalla ritiene che, a parte la politica del ³recupero², l¹amministrazione
«si è lasciata sfuggire di mano l¹espansione» e che «occorre restituire
all¹Amministrazione Comunale il ruolo che le spetta di ³regista² nella
programmazione urbanistica, mentre adesso è alla mercé dei privati». Sono
affermazioni gravi, prive di alcun sostegno di dati di fatto, mentre a
livello nazionale ed internazionale si cita il caso di Genova quale quello
di una città che ha saputo governare il territorio, e lo si mette a
confronto con altri casi dove ciò non é avvenuto (vedi per esempio il caso
di Milano).
La gravissima affermazione sulle ³lobbies², se si conosce il senso che ha la
parola, non può essere formulata se non si citano nomi, dati, circostanze e,
fino a prova contraria, va rispedita al mittente.
Sono assai stupito che un tecnico possa fornire come esempio la norma del
trasferimento dei volumi per convalidare le sue tesi. Ogni urbanista sa che
vi sono due distinti campi in cui è riscontrabile la capacità
all¹amministrazione nel governo del territorio: quello della decisione sugli
usi del suolo e sulle infrastrutture, che è il livello della scelta dello
strumento urbanistico generale, e quello della gestione attraverso la
formazione di strumenti attuativi, il rilascio delle concessioni e la
programmazione, oggi praticata dalle pubbliche amministrazioni attraverso i
piani strategici.
La norma sul trasferimento dei volumi è stata abbinata, nel nostro P.U.C.
adottato nel 1997, all¹intervento nelle zone B, cioé le zone di
completamento previste dalla legge ³ponte² del 1967 e dal successivo D.M.
del 1968. E¹ pertanto una norma costruita a favore della collettività, che
facilita interventi di demolizione riguardanti l¹interesse pubblico, ed
appesantisce interventi dei privati in aree private di completamento,
contenuto ineludibile dei piani urbanistici comunali. Si potevano adottare
altre ipotesi pianificatorie, ma si è dovuto gestire ciò che era stato già
deciso.
Tuttavia, la realtà è lì a dimostrare i benefici della norma: basti il caso
della Valpolcevera, ove la norma ha facilitato la realizzazione delle
infrastrutture ed il trasferimento degli abitanti. Il caso di Morego,
gestito dall¹Amministrazione Comunale con grande merito dell¹allora
assessore Montaldo è emblematico al riguardo, e la soddisfazione espressa
dagli abitanti è l¹unico caso nazionale, che io sappia, di un trasferimento
avvenuto con tanto consenso e successo.
Quindi la norma è perfettamente riuscita a risanare zone della città. La
ricaduta sulle zone B riguarda la ineludibile condizione giuridica di tali
zone, che resterebbero edificabili anche se venisse cancellata la norma sul
trasferimento. Vorrei segnalare che un primo atto ulteriormente limitativo
di tale edificabilità è stato varato con la delibera relativa al
dimezzamento dell¹indice di edificabilità, da 1mq/mq, a 0,5 mq/mq.
Non sono stati i privati a decidere dove e che cosa costruire, ma il P.U.C.
e l¹Amministrazione ne ha significativamente limitato l¹invadenza. I casi,
anche se vi è stato gran rumore intorno ad essi, sono limitatissimi.
Un¹altra affermazione gravissima è che vi sono «scelte localizzative fatte
sotto la pressione dei proprietari delle aree»: un falso, anche qui senza
dimostrazione alcuna. Tanto meno vi sono grattacieli delle Ferrovie da
costruirsi vicino al Palazzo del Principe. Per queste false affermazioni mi
aspetto da Spalla delle pubbliche scuse. L¹unico caso citabile è la variante
di via Liri, che riguarda un terreno in parte di proprietà comunale ed in
parte della Repubblica Federale di Germania, che non è né una lobby, né un
privato qualsiasi.
Concludo: il governo pubblico del territorio. Non credo si possa parlare di
una espansione che non vi è stata, a meno che non si vogliano chiamare così
i processi trasformativi avvenuti, e previsti dal P.U.C., e che non
dimostrano affatto la presenza di lobbies. Il governo pubblico del
territorio è avvenuto attraverso il Piano Strategico (³Il Piano della
Città²): un documento non solo trasparente, ma partecipato in quanto
costruito attraverso decine di pubbliche assemblee. Un documento, questo,
che è citato in numerose ricerche e saggi critici di settore (che Spalla
dovrebbe conoscere) come esempio di ³governo pubblico² dei processi di
trasformazione urbana.
Tutte le opinioni sono rispettabili, ma se si vuole farle entrare nel
dibattito una condizione ineludibile è che si portino a supporto fatti veri
e documenti, non illazioni prive di fondamento.
?BRUNO GABRIELLI

l¹assessore allo sviluppo economico
Margini: «Le nostre scelte sono trasparenti
Serve innovazione non discontinuità»

?«?Si può migliorare e correggere ma io credo che l¹obiettivo da perseguire
sia l¹innovazione, non la discontinuità rispetto alla giunta Pericu, che ha
creato le condizioni per il rilancio della città». Ad affermarlo è Mario
Margini, assessore comunale, diessino, allo Sviluppo economico, che replica
alle affermazioni di Giovanni Spalla, difendendo la «trasparenza» delle
scelte dell¹amministrazione comunale in campo urbanistico e la linea seguita
nel rapporto con i privati. «Io credo che l¹ente pubblico non debba avere un
ruolo dirigistico rispetto ai privati - spiega - Vedo piuttosto il rapporto
fra pubblico e privato in un equilibrio di interessi, attraverso una
politica che tenda ad incentivare, non a disincentivare. Le nostre scelte
sono state fatte tutte in trasparenza: è stata l¹amministrazione comunale -
sottolinea Margini - a scegliere di spostare il baricentro della città a
ponente, attraverso le operazioni di Iit, Erzelli e delle aree di
Cornigliano. In questa scelta si sono poi inserite anche proposte di
privati». Come è accaduto per l¹operazione di Erzelli: «So che c¹è chi
adombra il rischio che questa operazione possa ³debordare² dal punto di
vista immobiliare: rischi ovviamente ce ne sono e bisogna vigilare, ma
quell¹operazione ha avuto il voto quasi unanime di tutti i consigli. Il
trasferimento della facoltà di Ingegneria a Erzelli - sottolinea l¹assessore
- per me è una scelta politica. So che ci sono resistenze diversamente
argomentate, alcune delle quali, però, sono anche corporavistiche».
Margini precisa, però, che «quando parlo d¹ innovazione io non cerco
un¹autoassoluzione generale. Sbavature, ovviamente, possono essercene state,
e sicuramente si può fare meglio, ma - afferma - è importante chiarire che
le grandi operazioni sono state decise dai soggetti pubblici: penso alla
fascia di rispetto di Prà e alla variante portuale di Voltri, che è stata
contestata in comitato portuale perché sembrava che l¹interesse pubblico
andasse a discapito dei privati». Quanto all¹affermazione di Spalla che lo
accusa di permettere alle Ferrovie di costruire un grattacielo vicino al
Palazzo del Principe: «Non è affatto vero, perché io ho detto che su quella
proposta non eravamo d¹accordo. Con le Ferrovie - aggiunge Margini - io
devo discutere molte cose: della fascia di rispetto di Prà, per esempio, e
dei sedimi ferroviari liberi che voglio utilizzare per funzioni pubbliche.
Ma tutti gli atti che riguardano i rapporti con le Ferrovie sono stati
discussi in consiglio comunale, non sono io che tratto da solo, non siamo
mica nella repubblica delle banane...». Detto questo, l¹assessore precisa,
tuttavia, che «sarebbe sbagliatissimo dire che tutto è andato bene. La norma
del Puc sul trasferimento dei volumi è stata oggetto di molte riflessioni da
parte dell¹amministrazione - osserva - Sui parcheggi ³fai da te² si è deciso
di rivedere il regolamento per trovare un migliore equilibrio, e io continuo
a pensare che l¹espansione edilizia in collina non vada considerata
positivamente. Questo, però, significa che bisogna affrontare il tema del
riuso edilizio, anche in questo caso attraverso il rapporto fra pubblico e
privato».
Margini sostiene, comunque, di considerare «l¹intervento di Spalla un
contributo alla discussione. Quello che temo - spiega - è una separazione
fra chi dice ³tutto bene² e chi dice ³tutto sbagliato². Io non voglio una
posizione di arroccamento ma neppure di rottura con l¹esperienza di questi
anni. Per questo ho letto l¹intervento di Spalla come un contributo positivo
al dibattito che credo sia utile e necessario aprire in vista della
revisione del Piano urbanistico comunale».
?a.c.

il dibattito sull¹urbanistica
Agostini: «Dal piano del verde a Erzelli
Così le lobby condizionano il Comune»

?Continua il dibattito sulle politiche del territorio dell¹amministrazione
comunale, aperto sulle pagine del nostro giornale dall¹intervista
all¹architetto Giovanni Spalla, che ha accusato la giunta Pericu di farsi
condizionare dalle lobby. Dopo le repliche degli assessori Bruno Gabrielli e
Mario Margini, riceviamo e pubblichiamo oggi un altro intervento.
Intervengo nell'interessante dibattito aperto sul ³Mercantile² a seguito
della intervista del professor Spalla e delle risposte degli assessori
Margini e Gabrielli.
Trovo molto condivisibile l'affermazione di Margini e ritengo utile
l'apertura di un dibattito franco e aperto a tutti sull'avvenire di questa
città nella linea di una politica che cerca il confronto con la cittadinanza
e la società civile prima di fare le sue scelte. Colgo anche l'invito dell'
Assessore Gabrielli a supportare le proposte con fatti veri e documenti,
mentre per parte mia mi dissocio dall'uso di termini quali falsità e
disinformazione a lui molto cari .
Vorrei partire da un primo dato incontrovertibile (perché basato sui dati
forniti dalla stessa amministrazione genovese). Genova ha uno spazio verde
per abitante pari a un quinto di Torino, un decimo di Roma. Nel tentativo di
riallineare numeri così disastrosi per la qualità della nostra città ho
presentato osservazioni in consiglio comunale volte ad inserire la politica
del verde nel quadro delle normative comunali per l'edificabilità. Non sono
il solo a pensarla così, anche Roma, Milano,Torino hanno inserito il
regolamento del verde urbano nel testo del regolamento edilizio in linea con
il pensiero urbanistico ed architettonico di tutte le più importanti
università europee e delle principali città italiane. E' un passaggio questo
molto importante perché sancisce la significanza del verde nella
programmazione urbanistica e nella progettazione edilizia. Questo dato
scontato a livello europeo non è stato accolto dall'amministrazione civica e
dai tecnici del Comune, che hanno espresso pareri negativi con
l'affermazione che è in preparazione un piano del verde e che il regolamento
di edilizia urbana non poteva assumere osservazioni sul verde perché non
tutelato da norme giuridiche vincolanti a livello regionale.
Ora come l'amministrazione ben sa il piano del verde è stato redatto negli
ultimi mesi della giunta Sansa e negli ultimi dieci anni i nostri valenti
amministratori si son ben guardati dal riesumarlo, ben spalleggiati dai
tecnici. Far finta che questa scelta tecnica e politica non sia stata
consapevolmente sostenuta da tutta l'amministrazione negli ultimi dieci anni
è veramente un modo farisaico di scaricarsi la coscienza. Da questo
passaggio importante deriva un secondo ³punto dolens². Nella redazione del
Puc (Piano urbanistico comunale) tecnici ed amministratori hanno convenuto
che un numero rilevantissimo di aree verdi private (guarda caso non tutelate
da un piano del verde) passassero da agricole ed inedificabili ad
edificabili. Senza questo invero malizioso passaggio l'assalto cementifero
della speculazione fondiaria ed edilizia non avrebbe avuto "ciccia" da
addentare e quando la sollevazione dei cittadini, delle associazioni, dei
comitati contro questo uso distorto di un¹ importante delibera del Comune
(trasferimento dei volumi) l'assessore Gabrielli è intervenuto in consiglio
comunale dichiarandosi d¹accordo ed impegnandosi personalmente ad una
revisione. La revisione dopo un simile annuncio c'è stata ma solo dopo un
anno e cinque mesi, in tempo perché l'assalto al pollaio dei furbetti
l'abbia completamente svuotato. Ora io sono disponibile ad un giurì d'onore
che dimostri che per fare quella delbera bastavano pochi giorni e nel quale
l'assessore Gabrielli dia una spiegazione accettabile e pubblica di questo
incomprensibile ritardo (che nei fatti ha tutelato gli speculatori svuotando
di sostanza ogni formale correzione).
Ma non basta certo. Un altro esempio di totale subalternità alle lobbies da
parte dell'amministrazione e dell'assessore Gabrielli viene dalla vicenda
Erzelli.
Quel terreno di proprietà pubblica è stato nei fatti ³regalato² a un
imprenditore genovese (al tempo consigliere di maggioranza in Comune) senza
alcun reale tentativo di difenderlo. Da lì si è partiti con il progetto
Leonardo di Castellano e il progetto affidato a Renzo Piano. Da subito la
nostra associazione ha paventato l'ennesima operazione speculativa in
un'area delicata del ponente genovese e nei fatti di variazione in
variazione la faccenda ha preso quella piega: niente nuova occupazione di
qualità, niente parco urbano più grande della città, supermercati e
residenze gestite dalle solite immobiliari milanesi e, tocco finale,
necessità di trasferire Ingegneria agli Erzelli con notevolissimi costi
aggiuntivi per il pubblico erario, di valore esponenziale. Eh, sì, perché se
non ci sono i soldi pubblici e l'amministrazione che sostiene l'operazione
sempre e comunque (voglio qui ricordare il ritiro sdegnato di Renzo Piano
dall'operazione) i nostri cari imprenditori privati non fanno un bel niente.
Loro al solito vogliono guadagnare (e tanto) con i soldi nostri e con tutti
i paracaduti possibili. Anche questo è un bell'esempio concreto di
programmazione del territorio fatta dalla amministrazione in totale
subalternità alla lobby cementizia.
Molte altre storie si possono raccontare, ma nessuna potrà mai superare
l'arditezza neo-istituzionale che ha portato Sindaco, Presidente della
Provincia, Presidente della Regione a riunirsi nello studio di un privato
(Renzo Piano) per concordare fuori da qualunque legittimità istituzionale un
mandato di programmazione ad un architetto privato per la ridefinizione del
water-front genovese e per ribaltare di conseguenza da cima a fondo
l'identità territoriale della città, in barba agli strumenti urbanistici
votati nei consessi istituzionali e a qualsiasi logica concertativa. La fine
ingloriosa del progetto, al di là dei suoi demeriti tecnici (che sono
vistosi e ripetutamente esibiti in sede accademica) è lì a dimostrare come
una politica berlusconiana dell'³unto del Signore² portata avanti in maniera
bipartisan (con dubbi, evidenziati pubblicamente dall¹allora presidente
dell¹ordine degli architetti, sulla correttezza istituzionale
dell¹affidamento senza gara di un incarico così importante a un architetto,
da parte di un¹istituzione), in città non attacca e non attaccherà mai (dico
io).
Ecco questi sono dei fatti incontrovertibili per cui auspichiamo un rapido e
sereno pensionamento al nostro professor architetto assessore Bruno
Gabrielli o meglio auspichiamo che vada altrove a raccontare le sue favole
di gradimento internazionale per la sua politica urbanistica da cementista e
coloritore di facciate.

?Andrea Agostini
Presidente Circolo Nuova Ecologia Legambiente Genova