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Autor: Alessio Ciacci
Datum:  
To: forumlucca, listamtlucca, m.ciancarella
Betreff: [Forumlucca] Ingrao: "Una vergogna per la sinistra così si aiuta chi vuole la guerra"
La rabbia dell'anziano leader della sinistra: "Quei giovani hanno idee simili alle mie, ma il loro è un errore politico"
Ingrao: "Una vergogna per la sinistra così si aiuta chi vuole la guerra"
"Nessuno può augurarsi che ci siano nuove Nassiriya Bisogna insegnare a questi ragazzi la ricerca della pace"
di GIOVANNA CASADIO
ROMA - "Nessuno può augurarsi che ci siano nuove Nassiriya, respingo quello slogan sciagurato con rabbia". Pietro Ingrao alza il tono della voce sulla parola "rabbia". A novantadue anni il leader della sinistra italiana (ex Pci, ora iscritto a Rifondazione) ha la voce un po' più fragile ma i concetti restano affilati.

Li scandisce in un ragionamento sulla pace e sulla guerra, sui "giovani, quei giovani che hanno manifestato in piazza e che hanno magari tante convinzioni non dico uguali, ma simili alle mie, eppure sbagliano e bisogna spiegargli perché".

Per lei, Ingrao sono dei provocatori politici questi ragazzi che hanno scandito slogan invocando mille Nassiriya e bruciato i manichini-soldato avvolti nelle bandiere americana, israeliana, italiana?
"Non ho elementi per dire che sono provocatori, non userei questa definizione. Sono persone, sia pure di sinistra, che seguono posizioni e compiono atti completamenti sbagliati".

Lei esorta alla non-violenza?
"Considero gli atti che sono stati compiuti e le parole pronunciate da una parte del corteo di Roma, con quegli slogan vergognosi su "10,100, 1000 Nassiriya" come un profondo errore politico che può solo alimentare la continuazione della guerra in quelle terre e questo per me è il disastro fondamentale. Bisognerebbe insegnare".

Cosa, presidente Ingrao occorre insegnargli?
"Insegnare la ricerca e la conquista della pace. Quindi non solo l'insegnamento della non violenza, ma anche dell'azione e dell'iniziativa dei popoli e dei governanti per il ripudio della guerra. Voglio parlare del ripudio della guerra. Queste del resto non sono solo parole, convinzioni soggettive, ma vale il richiamo alla Costituzione della Repubblica. La nostra Costituzione all'articolo 11 legittima solo la guerra di difesa. La guerra che viene combattuta in Iraq in questo momento non è di difesa ma di aggressione".
Questo lo dicono anche coloro che hanno pronunciato gli slogan e bruciato le bandiere.
"Ma proprio così aiutano le forze che hanno promosso la guerra in Iraq e portano ancora avanti la guerra di aggressione. I loro atti si ritorcono contro qualsiasi intenzione o desiderio pacifista".

I cortei pro Palestina rischiano di diventare anti israeliani?
"No, i cortei pro Palestina non possono essere contro Israele. Conosco tanti e tanti che agiscono, lottano e scendono in piazza per tutelare e sostenere i diritti del popolo palestinese che indubbiamente sono stati colpiti e violati. Rispondere alle violazioni, agli attacchi però con le proposte di guerra preventiva che vengono da Bush è la linea profondamente sbagliata. Non solo perché la Costituzione del mio paese parla in un altro modo. È sbagliata anche nel concreto degli eventi che si stanno sviluppando. Torno all'Iraq perché è una situazione esemplare: l'Iraq è nel caos e lo stesso Bush che ha aperto il fuoco oggi è palesemente in una impasse tant'è che è stato espulso Rumsfeld principale sostenitore dell'iniziativa e nelle file del presidente americano sorgono dubbi su come andare avanti nel pantano iracheno".

E di questa impasse Usa, la pace deve approfittare?
"Bisogna ora più che mai lavorare per la pace e quindi è stupido oltre che sbagliato andare in piazza e invocare chissà quante altre Nassiriya. Non di quel sangue abbiamo bisogno ma di una linea completamente diversa della politica internazionale".

Medioriente, quante ragioni hanno i palestinesi e quante gli israeliani?
"Non accetto questa domanda quantitativa, è errata. La strada giusta è quella di due popoli due Stati e, prima di tutto, di spegnere ogni focolaio di guerra. Guardi, io non mi stanco di affermare che noi italiani dobbiamo avere sempre presente il dettato della Costituzione, l'articolo 11 che legittima la guerra di difesa, e non poteva, non può e non potrà accettare guerre preventive. Io so bene quante cose sbagliate e sciagurate siano state compiute dagli ex capi dell'Iraq, tuttavia non si doveva ricorrere alla guerra preventiva. Mi trova ripetitivo? Io vorrei che alla Camera e al Senato di fronte a tante vicende terribili e ad altrettante che se ne minacciano, qualcuno si alzasse in aula e dicesse: ecco, qui c'è la Costituzione. Questi ragazzi in piazza che non sono di destra, che non sono guerrafondai, hanno sbagliato e gravemente sulla guerra e sulla pace, su qualcosa che riguarda la sorte del paese".

(19 novembre 2006)