Auteur: Federazione Anarchica Torinese Date: À: cerchio Sujet: [Cerchio] Torino: 10.000 in piazza per lo sciopero generale
Lo sciopero generale del 17 novembre è stato un'occasione di lotta per lavoratori, precari, studenti e no tav, scesi in piazza contro una finanziaria che sottrae risorse pubbliche ai servizi per finanziare la guerra e le grandi opere distruttive.
La politica del governo Prodi ricalca le orme dell'esecutivo guidato da Berlusconi: siamo, nei fatti, governati dal governo unico degli affari.
Secondo la questura al corteo c'erano 7.000 persone. A nostro avviso eravamo molti di più.
Importante la presenza del movimento contro la Torino Lione, il cui spezzone era tra i più numerosi, segnale inequivocabile che chi si illudeva che i No Tav si fossero ammalati da "sindrome da governo amico" si sbagliava. Non a caso lo striscione di apertura dello spezzone, animato come di consueto da una presenza vivace di comitati ed associazioni, diceva "non ci sono governi amici".
Sotto il volantino distribuito dalla FAI Torinese.
Sciopero generale!
Sciopero generale contro la finanziaria del governo Prodi. Sciopero generale per riprendere in mano la difesa delle proprie condizioni di vita di lavoro di reddito. Sciopero generale per difendere il futuro dai devastatori delle grandi opere. Sciopero generale per disertare le guerre dei potenti degli affaristi degli sfruttatori.
Questa Finanziaria:
- impone ai lavoratori di scegliere se consegnare il TFR ai fondi pensione gestiti da banche, compagnie assicurative e CGIL, CISL e UIL - oggi più che mai fiancheggiatori dei padroni - che li daranno in pasto al mercato azionario, oppure all'INPS che lo trasferirà allo stato per finanziare le opere di devastazione ambientale;
- diminuisce i trasferimenti agli enti locali tagliando ulteriormente servizi essenziali (asili, trasporti pubblici, assistenza) scaricando le spese sui lavoratori;
- diminuisce il costo del lavoro a favore delle imprese che godranno di cospicui finanziamenti a copertura di quanto perso con il trasferimento del TFR.
E poi ancora tagli alla scuola pubblica, alla ricerca, alla sanità: tutti soldi scippati al benessere collettivo e dirottati nel finanziamento delle missioni militari nei tanti fronti di guerra (Afganistan, Iraq, Libano, ecc.).
Questo sciopero generale è essenziale perché costituisce la prima vera risposta autonoma e intransigente al progetto politico che sta dietro la manovra del governo: l'opposizione sociale deve essere capace di legare il rifiuto di questa Finanziaria al rifiuto del governo Prodi che scippa i soldi ai lavoratori a beneficio del capitale e delle politiche di guerra.
La lotta contro la legge finanziaria di oggi è lotta contro le scelte in essa contenute, che non sono episodi sulla strada del "risanamento dei conti pubblici", ma un nuovo tassello del disegno che le classi dirigenti politico-sindacali di "destra" e di "sinistra" stanno portando avanti. Uniti sulle scelte di fondo, i due poli litigano sui dettagli. Sono d'accordo sulla precarietà come condizione "stabile" del lavoro e lo hanno scritto nel pacchetto Treu del 1997 che legalizzava lavoro interinale e co.co.co., nel decreto legislativo sul contratto a termine del 2001 e nella legge Biagi del 2003, con la macelleria sociale dei tanti contratti "flessibili". Sono d'accordo sui tagli a tutti i servizi sociali, alla scuola, alla università, alla ricerca e alla spesa sanitaria. Sono d'accordo sull'aumento di anno in anno delle spese militari e sulla partecipazione alle guerre guerreggiate in Iraq, Afganistan, Libano. Sono d'accordo sul taglio alle pensioni (riforma Dini e riforma Ma!
roni)
e sullo scippo del TFR: con il salario dei lavoratori vogliono ingrassare i fondi pensione gestiti da padroni e CGIL-CISL-UIL oppure devastare il territorio con le grandi opere realizzate dalle solite imprese "amiche" e da grandi cooperative che di rosso hanno solo il colore della vergogna.
Il Piemonte è in questo senso un caso eclatante. Bresso Ghigo e Chiamparino su una cosa sono d'accordo: la devastazione del territorio della Val Susa per costruire un'opera inutile e costosa come il TAV, tutta a beneficio solo delle imprese che la realizzeranno, con le risorse pubbliche equamente divise tra "destra" e "sinistra", come abbiamo già visto accadere con pezzi di lavori preliminari appaltati a società della famiglia dell'ex ministro Lunardi e contemporaneamente a cooperative "rosse" come la CMC di Ravenna.
Ma proprio la Valle di Susa è un esempio della forza popolare che dal basso può scompaginare i disegni dei potenti: una lotta determinata ferma radicata e radicale che impedisce la devastazione e il saccheggio della vita e del futuro di tutti da parte di pochi.
Lo sciopero generale deve essere il "basta" di tutti i precarizzati, gli sfruttati i derubati di territorio di risorse di futuro. Lo sciopero generale unisce chi lotta contro la guerra, contro la rapina del salario e contro la devastazione del territorio.
Lo sciopero generale del 17 novembre cade a pochi giorni dall'anniversario di quell'8 dicembre in cui il popolo della valle di Susa si riprese il prato di Venaus strappatogli in modo vigliacco la notte del 5-6 dicembre. Venaus e la Valle di Susa sono l'esempio di cosa può essere capace la resistenza e la lotta popolare, di quale forza sanno esprimere gli uomini e le donne che lottano per il loro futuro.
Oggi nelle piazze contro la finanziaria del governo Prodi come ieri contro tutti i progetti di devastazione e saccheggio delle nostre vite del nostro territorio del nostro futuro: ieri come oggi non ci sono né mai ci saranno, governi amici.
Federazione Anarchica Torinese - FAI
Prossimi appuntamenti:
Torino: la guerra contro i migranti
Due giorni contro razzismo e repressione
L'11 dicembre inizierà a Torino il processo contro 9 antirazzisti accusati di interruzione di pubblico servizio per aver manifestato contro il CPT - lager di C.so Brunelleschi.
Il 24 e 25 novembre due giorni contro il razzismo.
Programma.
Venerdì 24 novembre ore 21
in c.so Palermo 46
assemblea su
leggi razziste, cpt, sfruttamento selvaggio
Interverranno
l'avv. Gianluca Vitale dell'Asgi
e un esponente della
Comm. antirazzista della FAI
Sabato 25 novembre
di fronte al Municipio - piazza Palazzo di Città
presidio dalle ore 15
contro cpt frontiere e repressione
Il 20 novembre del 2000, mentre il consiglio comunale discuteva di Cpt, un gruppo di antirazzisti manifestò davanti al municipio. A nove compagne e compagni venne concesso dalla digos di godere del diritto di assistere alla seduta del consiglio comunale.
Durante un'interrogazione del leghista Borghezio gli antirazzisti aprirono uno striscione con la scritta "Chiudere i lager, aprire le frontiere". Ricordiamo che Borghezio è lo stesso losco figuro che spruzza il disinfettante addosso agli immigrati su autobus e treni, lo stesso, che nel luglio di quel medesimo anno, a capo di un manipolo di camicie verdi, diede fuoco a un ricovero per immigrati sotto un ponte di Torino.
I vigili urbani aggredirono gli antirazzisti strappando loro lo striscione, mentre i volantini venivano gettati oltre il loggione.
Dopo ben sei anni, i nove antirazzisti sono stati rinviati a giudizio per interruzione di pubblico servizio. Il PM è il solito Maurizio Laudi: un nome un programma, quello di criminalizzare ogni forma di opposizione sociale. Si cerca di colpire chi si batte contro i CPT, contro le leggi razziste, contro la repressione e la devastazione ambientale.
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