I lettori mp3 inquinano?
Scaricare i brani da internet non è un'operazione così
ecologica come
potrebbe sembrare
Internazionale 667, 9 novembre 2006
Crazy di Gnarls Barkley ha raggiunto ad aprile il
primo posto della
hit-parade britannica dei singoli. È la prima volta
che un brano
raggiunge
questo risultato solo attraverso il suo formato mp3
venduto su
internet. I
singoli scaricati dalla rete rappresentano il 78 per
cento delle
vendite
del settore.
Nel 2004 erano il 23 per cento. Ogni settimana in Gran
Bretagna si
acquistano legalmente su internet un milione di brani
digitali. E molti
di
più sono quelli scaricati illegalmente. A prima vista
può sembrare
una
grande notizia per l'ambiente: invece dei cd sottili
dischi di
policarbonato, alluminio, oro, lacca e coloranti
trasportati per mezzo
mondo compriamo dei brani virtuali che occupano solo
qualche
megabyte nel
disco rigido e viaggiano sui fili del telefono. È il
modo più
ecologico di
ascoltare musica. O almeno così pare.
Le poche ricerche sull'argomento indicano chiaramente
che scaricare
brani
da internet non è un'operazione così ecologica come
potrebbe
sembrare.
Tutto dipende da come usiamo i lettori mp3. Nel 2003
sono stati
pubblicati
i risultati di Digital europe, uno studio condotto in
Germania, Italia
e
Gran Bretagna per valutare la sostenibilità del mondo
connesso alla
rete.
Lo studio eseguito in collaborazione con la casa
discografica Emi ha
esaminato l'impatto ambientale della musica in formato
digitale,
analizzando tre diversi metodi per comprare 56 minuti
di canzoni (la
durata
media di un album).
La ricerca ha calcolato il "fardello ecologico": la
quantità di
risorse
(carburante, minerali, acqua) usate durante l'intero
ciclo di
produzione.
Per esempio, una fede nuziale di 10 grammi ha un
fardello ecologico di
5
tonnellate, mentre un computer portatile di tre chili
ne ha uno di 400
chili.
La ricerca ha analizzato tre modi di acquistare un cd:
al supermercato,
online e scaricandolo attraverso internet. La prima
opzione produce un
fardello di 1,6 chili, mentre l'acquisto del cd online
riduce l'impatto
a
1,3 chili. Scaricando l'album il fardello scende a 0,7
chili.
Il vantaggio è evidente, ma l'uso degli mp3 non è a
impatto zero. La
necessità di avere un computer e un lettore mp3
aumenta molto il peso
del
fardello. Lo studio ha calcolato anche il fardello
prodotto dal
download,
con una connessione a banda larga, senza contare la
copia su un cd
(copiando i brani su un compact disc il fardello sale
a 5,5 chili).
In questo caso, non solo si perde qualsiasi vantaggio
in termini
ambientali, ma si produce un fardello tre volte più
pesante di quello
causato dall'acquisto del cd originale.
La soluzione ideale sarebbe non comprare più cd,
limitandosi a
scaricare i
brani dalla rete (un mondo triste in cui molti
rockettari non intendono
entrare). Ancora più difficile, ovviamente, è non
lasciarsi
condizionare
dal rapido invecchiamento, dopo un anno dall'acquisto,
degli apparecchi
elettronici. Gli iPod, per esempio, hanno una durata
paragonabile a
quella
di una boyband.
Proprio quando pensate di avere abbastanza gigabyte a
disposizione,
esce un
modello "migliore". La Apple, il primo produttore
mondiale di lettori
mp3
(fino a oggi ha prodotto oltre 70 milioni di iPod), è
orgogliosa del
suo
pedigree ambientale. Al Gore è nel consiglio di
amministrazione
dell'azienda e il Sierra club, uno dei più importanti
gruppi
ambientalisti
degli Stati Uniti, ha inserito la Apple nell'elenco
delle "dieci
società
più all'avanguardia sotto il profilo ambientale".
Alla Apple va riconosciuto di aver eliminato gli
enormi imballaggi
usati
per i primi iPod e di offrire oggi un servizio
gratuito per il ritiro
dei
prodotti usati, riciclabili presso i punti vendita in
gran parte del
mondo.
Ma questi sforzi non bastano a chi accusa l'azienda di
incoraggiare
l'acquisto di nuovi iPod più spesso di quanto sia
ecologicamente
sostenibile. Di recente Giles Shade, autore di Made to
break:
technology
and obsolescence in America (Fatto per rompersi:
tecnologia e
obsolescenza
in America) ha dichiarato in un'intervista che gli
iPod contengono
sostanze
tossiche come cadmio, berillio e piombo.
"Il servizio di ritiro dei prodotti Apple si basa
sull'iniziativa dei
clienti, ma quanti di loro se ne servono? Purtroppo
l'azienda non lo
dice.
Sono molto arrabbiato con il fondatore della Apple,
Steve Jobs: credo
si
sia trasformato in una specie di Dart Fener, il
protagonista di Guerre
stellari", ha dichiarato Shade. Ma se esistesse un
lettore mp3 che
durasse
dieci anni, lo compreremmo? Se riuscissimo a resistere
alla tentazione
delle novità saremmo già a metà dell'opera.
http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=14022
Leo Hickman
Ha 31 anni ed è un giornalista del quotidiano
britannico The Guardian.
Nella sua rubrica Ethical living dà suggerimenti ai
lettori sulle
scelte
migliori per rispettare il pianeta. Il suo ultimo
libro è A life
stripped
bare, my year trying to live ethically (2005 Bantam
Press).
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