[Badgirlz-list] Chiapas. I paramilitari uccidono 9 persone

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Autor: Errata
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A: helena-info
CC: badgirlz-list
Assumpte: [Badgirlz-list] Chiapas. I paramilitari uccidono 9 persone


la versione in italiano:

Chiapas. I paramilitari uccidono 9 persone
Martedì, 14 Novembre 2006 - 16:48 - 238 Letture
Lunedì 13 novembre, presunti paramilitari hanno
compiuto un massacro
nella regione dei Montes Azules in Chiapas, uccidendo
nove persone tra
donne e uomini, e due bambini, tutti indigeni. I
dettagli del massacro,
in una zona molto isolata, lontana dai centri urbani e
di informazione,
sono ancora incompleti, ma i funzionari statali e
federali erano stati
informati da tempo dei segnali di allarme della
violenza che si stava
sviluppando nella regione. Le autorità erano già state
allertate, in
luglio ed agosto, da organizzazioni dei diritti umani
ma, invece di
prendere in mano la questione, da allora la polizia e
le altre agenzie hanno
solo aggravato i problemi.

Le vittime assassinate, secondo un documento scritto a
mano ricevuto da
Narco News dalle comunità civili zapatiste nella
regione, sono:
* Marta Pérez Pérez
* María Pérez Hernández
* María Nuñez González
* Petrona Nuñez González
* Pedro Nuñez Pérez
* Eliver Benítez Pérez
* Antonio Pérez López
* Dominga Pérez López
* Felicitas Pérez Parcero
* Noilé Benítez (8 anni)
* Un bambino appena nato non ancora battezzato

I dettagli del massacro, in una zona molto isolata,
lontana dai centri
urbani e di informazione, sono ancora incompleti, ma i
funzionari
statali e federali erano stati informati da tempo dei
segnali di allarme
della violenza che si stava sviluppando nella regione.
Le autorità erano
già state allertate, in luglio ed agosto, da
organizzazioni dei diritti
umani ma, invece di prendere in mano la questione, da
allora la polizia
e le altre agenzie hanno solo aggravato i problemi. Le
persone uccise
vivevano e lavoravano nell'ejido Dr. Manuel Velasco
Suárez II, noto come
Viejo Velasco Suárez, una comunità contadina
stabilitasi nel 1984 per
mezzo di un accordo col governo messicano. Loro e le
generazioni
passate, avevano vissuto in altre parti della Selva
Lacandona che era stato
dichiarata "riserva naturale" nel 1972. Ieri come
oggi, l'imprimatur
ecologico è risultato avere a che vedere più col
saccheggio di madre natura
che proteggerla: la creazione della biosfera dei
Montes Azules è
servita per concedere al governo messicano il
monopolio sullo sfruttamento
del legname e di altre risorse naturali. Come parte
dello spettacolo e
della simulazione ambientale, 66 famiglie del gruppo
indigeno Lacandone -
una popolazione che si calcola oggi intorno alle
centinaia, discendente
dai popoli maya della penisola dello Yucatan che
emigrarono in Chiapas
secoli fa - erano state dichiarate le uniche
amministratrici di oltre
600.000 ettari di selva tropicale, a condizione di
cedere i diritti
economici sulla terra al governo. I dettagli del
massacro, in una zona
molto isolata, lontana dai centri urbani e di
informazione, sono ancora
incompleti, ma i funzionari statali e federali erano
stati informati da
tempo dei segnali di allarme della violenza che si
stava sviluppando
nella regione. Le autorità erano già state allertate,
in luglio ed agosto,
da organizzazioni dei diritti umani ma, invece di
prendere in mano la
questione, da allora la polizia e le altre agenzie
hanno solo aggravato
i problemi. Le persone uccise vivevano e lavoravano
nell'ejido Dr.
Manuel Velasco Suárez II, noto come Viejo Velasco
Suárez, una comunità
contadina stabilitasi nel 1984 per mezzo di un accordo
col governo
messicano. Loro e le generazioni passate, avevano
vissuto in altre parti della
Selva Lacandona che era stato dichiarata "riserva
naturale" nel 1972.
Ieri come oggi, l'imprimatur ecologico è risultato
avere a che vedere
più col saccheggio di madre natura che proteggerla: la
creazione della
biosfera dei Montes Azules è servita per concedere al
governo messicano
il monopolio sullo sfruttamento del legname e di altre
risorse naturali.
Come parte dello spettacolo e della simulazione
ambientale, 66 famiglie
del gruppo indigeno Lacandone - una popolazione che si
calcola oggi
intorno alle centinaia, discendente dai popoli maya
della penisola dello
Yucatan che emigrarono in Chiapas secoli fa - erano
state dichiarate le
uniche amministratrici di oltre 600.000 ettari di
selva tropicale, a
condizione di cedere i diritti economici sulla terra
al governo.

I conflitti nella zona portarono all'accordo del 1984
realizzato da
Viejo Velasco Suarez e dalle altre comunità, protette
apparentemente,
dalla legge: Flor de Cacao, Nuevo Tila, Ojo de Agua e
San Jacinto Lacanja,
tutte nella stessa regione dove si trovano le rovine
degli antichi
templi Maya di Yaxchilán, conosciuti in tutto il
mondo, sul grande fiume
Usamacinta che segna il confine del Messico col
Guatemala. Gli undici
morti del massacro di oggi avvengono - come spesso
succede con i massacri
- in un momento in cui il governo federale messicano è
tornato ai
brutti e vecchi giorni della repressione su vasta
scala (in Atenco lo scorso
maggio ed attualmente a Oaxaca). In momenti come
questo, i paramilitari
ed i corpi di polizia prendono coraggio dai segnali
che arrivano
dall'alto ed aumentano le loro storiche aggressioni
contro queste comunità -
in particolare indigene - percepite come ostacoli di
fronte agli
interessi economici. Il governo federale di Vicente
Fox ed il suo segretario
di governo Carlos Abascal ("il macellaio di Oaxaca")
era stato
avvertito quest'anno della bomba ad orolegeria di
violenza che minacciava Viejo
Velasco Suárez ed altre comunità nella regione dei
Montes Azules. I
conflitti nella zona portarono all'accordo del 1984
realizzato da Viejo
Velasco Suarez e dalle altre comunità, protette
apparentemente, dalla
legge: Flor de Cacao, Nuevo Tila, Ojo de Agua e San
Jacinto Lacanja, tutte
nella stessa regione dove si trovano le rovine degli
antichi templi
Maya di Yaxchilán, conosciuti in tutto il mondo, sul
grande fiume
Usamacinta che segna il confine del Messico col
Guatemala. Gli undici morti del
massacro di oggi avvengono - come spesso succede con i
massacri - in un
momento in cui il governo federale messicano è tornato
ai brutti e
vecchi giorni della repressione su vasta scala (in
Atenco lo scorso maggio
ed attualmente a Oaxaca). In momenti come questo, i
paramilitari ed i
corpi di polizia prendono coraggio dai segnali che
arrivano dall'alto ed
aumentano le loro storiche aggressioni contro queste
comunità - in
particolare indigene - percepite come ostacoli di
fronte agli interessi
economici. Il governo federale di Vicente Fox ed il
suo segretario di
governo Carlos Abascal ("il macellaio di Oaxaca") era
stato avvertito
quest'anno della bomba ad orolegeria di violenza che
minacciava Viejo
Velasco Suárez ed altre comunità nella regione dei
Montes Azules.

Primi Avvertimenti
Il 19 luglio di quest'anno, il Centro dei Diritti
Umani Fray Bartolomé
de Las Casas, aveva diffuso un'allerta intitolata
"Minacce di sgombero
e persecuzione di comunità indigene nella Selva
Lacandona". Conosciuto
come il "Centro Frayba", questa organizzazione è stata
fondata dal
vescovo emerito Samuel Ruiz ed è rispettata in tutto
il mondo grazie al suo
lavoro onesto e dettagliato.
L'organizzazione dei dirtti umani avvertiva che aveva
ricevuti rapporti
secondo i quali:
"... Sabato 14 luglio un distaccamento di Pubblica
Sicurezza si è
stabilito nei pressi della comunità di Ojo de Agua, El
Progreso, con la
minaccia di sgomberare le famiglie di quella comunità
in maniera violenta,
famiglie che stanno difendendo il loro diritto alla
terra come popoli
indigeni...Anche noi che viviamo a San Jacinto
Lacanja, Flor de Cacao e
Viejo Velasco siamo minacciati di sgombero".
Il centro Frayba segnalava nella sua allerta del 19
luglio:
"E' opinione del Frayba che questo è un problema
storico con una serie
di irregolarità e raggiri da parte delle istituzioni e
dei funzionari
che eludono gli accordi precedenti, manipolano gli
attori del conflitto
generando maggiori problemi, minacciano di sgombero
violento per
obbligare le comunità e le organizzazioni a 'sedersi a
negoziare' o non
assumono gli impegni presi durante le negoziazioni con
le comunità di
conflitto".

Il centro Frayba chiese che le autorità del governo
prendessero misure
per "garantire la sicurezza e l'integrità personale
delle famiglie"
delle quattro comunità indigene minacciate, di
rispettare gli accordi del
1984 e gli altri che concedevano loro le terre, e di
rispettare i
trattati internazionali che garantiscono dette
protezioni ai popoli
indigeni. Alcune settimane dopo, i rappresentanti di
quell'organizzazione,
insieme ad una delegazione di nordamericani di Globale
Exchange, come l'ONG
Maderas del Pueblo e Xi'Nich, partirono in una
missione per le comunità
coinvolte per andare ad indagare sui fatti. Global
Exchange pubblicò un
rapporto detagliato di sette pagine, che spiega molto
del contesto
storico del conflitto e, in maniera interessante, le
difficoltà e gli
ostacoli che si sono presentati durante I loro
tentativi di visitare le
comunità.

Il rapporto così si concludeva:
"Sebbene le ragioni esatte dell'esclusione di queste
quattro comunità
dal processo di legalizzazione della terra non sono
chiare, i fattori
geografici e politici ci forniscono una pista
importante. Tre delle
comunità - Flor de Cacao, San Jacinto Lacanja, Ojo de
Agua, El Progreso - si
trovano su un terreno in cui c'è ancora legname
pregiato che la
comunità Lacandona vuole sfruttare, secondo Miguel
Ángel García, di Maderas
del Pueblo. Si trovano inoltre sulle rive del fiume
Usumacinta, una delle
fonti più importanti di acqua potabile nella regione.
Anche il Piano
Puebla-Panama, la proposta del governo per la
"modernizzazione" economica
del paese, contemplano la costruzione di centrali
idroelettriche
sull'Usumacinta. Inoltre, molti dei testimoni, credono
che la ragione per la
quale la comunità Lacandona ed i comuneros vogliono la
terra per sé
stessi, è per svilupparla a fini turistici, poiché il
sito archeologico di
Yaxchilan è vicino, e la comunità Lacandona partecipa
fortemente al
commercio turistico. La quarta comunità, Viejo
Velasco, a causa della sua
adesione all'EZLN, può essere percepita dal governo
messicano come un
impedimento alla massimazione dei profitti. In
effetti, poco dopo la
nostra visita a El Desempeño, funzionari del governo
hanno sgomberato con
la forza la comunità base d'appoggio civile dell'EZLN
Chol de Tumbala,
che stava definendp la procedure di diritto alla
terra. I funzionari
del governo federale, statale e locale dovrebbero
prendere provvedimenti
immediati per garantire l'integrità e la sicurezza di
Ojo de Agua El
Progresso, Flor de Cacao, San Jacinto Lacanja e Viejo
Velasco. Queste
comunità hanno diritto - tanto secondo l'accordo del
1984 che con gli
accordi raggiunti alla tavola rotonda di Limonar -
alla sicurezza della
terra. Il governo locale, statale e federale dovrebbe
agire immediatamente
per fermare le minacce di sgombero illegale e far
ritornare le famiglie
che sono fuggite dalle loro terre, se così lo
desiderano. Equità e
giustizia non chiedono niente di meno."
L'organizzazione internazionale di
diritti umani inviò i suoi risultati al presidente
messicano Vicente
Fox, al suo segretario di governo Carlos Abascal, al
governatore del
Chiapas Pablo Salazar Mendiguchía ed a vari burocrati
dipendenti da ognugno
di loro. Invece di realizzare azioni per correggere i
mali, i governi
statale e federale hanno messo in moto gli eventi -
dando segnali di
impunità (...) - che hanno provocato, oggi, il
massacro di undici civili
indigeni.

Aggressioni in aumento
Seconco una cronologia scritta a mano degli eventi
avvenuti da allora,
ricevuta oggi da Narco News, di cui sono autori le
comunità coinvolte,
le aggressioni contro di loro sono aumentate dopo aver
informato i
governi di Fox e di Salazar:

* Settembre 19: "Alle 4:30 p.m. comuneros di Nueva
Palestina sono
arrivati armati di machete, fucili, bastoni, asce e
pietre". Hanno distrutto
la casa di una famiglia. Alle 8 p.m. hanno sparato
colpi contro un
edificio dove dormivano donne e bambini.

* Ottobre 4: Comuneros di Nueva Palestina hanno
attaccato con pistole
due contadini nel loro campo di fagioli, distruggendo
le coltivazioni.

Ottobre 8: Membri della comunità Nueva Palestina
alleata con il governo
si sono riuniti ed accordati per attaccare gli
abitanti di Viejo
Velasco Suárez.

* Ottobre 9: L'attacco è avvenuto distruggendo la casa
di una famiglia;
quel pomeriggio hanno sequestrato un membro della
comunità che è stato
"gravemeente ferito" nella colluttazione.
In un altro documento scritto mano inviato a Narco
News, datato sabato
11 novembre, i membri della comunità spiegano che i
comuneros di Nueva
Palestina avevano tagliato la fornitura d'acqua,
obbligando la comunità
di Viejo Velasco Suárez a rirendersi l'acqua ed
espellere undici dei
comuneros invasori dalla loro comunità. Il documento
riporta i nomi e le
firme degli uomini espulsi.
Dice:
"Chiediamo a quelli di Nueva Palestina, ai governi
statale e federale,
di rispettare questo accordo e finire con la violenza
da entrambe le
parti nella nostra comunità. Riteniamo responsabile il
governo di
qualunque cosa possa succedere ..." "Mercoledì 1
novembre 2006, quelli di
Nueva Palestina hanno chiuso l'erogazione dell'acqua
fino ad oggi sabato 11
novembre dell'anno in corso. È per questo che i gruppi
originari di
questa comunità realizzano la seguente azione...ci
dissociamo dai gruppi
di Palestina e non vogliamo che continuino a
molestarci in questa
comunità di Viejo Velasco, ed ognuno di loro firma il
suo accordo per andare
via e non ritornare mai più per non causare più
problemi con i
residenti originali".
Secondo una email appena ricevuta dalle famiglie degli
uccisi:
"Gli aggressori sono stati abitanti della comunità di
Nueva Palestina,
avendo in comune i tristi eventi successi nel massacro
di Acteal (del
22 dicembre 1997 in Chiapas), poiché i parenti delle
vittime ci
confermano che esistevano diversi posti di blocco
della forza pubblica nei loro
dintorni senza fare atto di presenza". Secondo un
comunicato di oggi,
Maderas del Pueblo, gli aggressori erano di Nueva
Palestina e sono
arrivati all'alba "4 subcomuneros del gruppo
aggressore, arrivati nella
comunità fortemente armati e con l'intenzione di
sgomberare violentemente
le famiglie collocate". Due giorni dopo, oggi, sei
donne, tre uomini e
due bambini di questa comunità sono morti. Al momento
di andare in
stampa, diverse organizzazioni dei diritti umani e la
Giunta di Buon Governo
di Roberto Barrios delle basi civili dell'EZLN, così
come Otro
Periodismo con l'Altra Campagna, stanno investigando
sui dettagli di un altro
massacro annunciato.



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