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indagati
da repubblica di mercoledi 8 novembre 2006
Traffico di rifiuti tra Italia e Cina dieci indagati
CONTAINER riempiti di plastica e carta che partono in nave da Genova verso l´Oriente con documenti falsi: il traffico di rifiuti di muove sull´asse Italia-Cina ed è un business da milioni di euro. Dopo dieci mesi di indagini, l´inchiesta coordinata dal pm Francesco Albini Cardona e condotta dai carabinieri del Noe e dall´Agenzia delle Dogane è in dirittura di arrivo: uno spedizioniere e dieci titolari di aziende specializzate in smaltimento sono indagati per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di rifiuti; cinquanta le aziende che si sono sbarazzate del materiale evitando di pagare le tariffe per lo smaltimento coinvolte in questo malaffare. Da gennaio sono sotto sequestro in porto a Voltri sessanta container che dovevano partire alla volta della Cina, un paese che con il boom economico ha necessità di materie prime. Tonnellate di rifiuti venivano raccolte in Liguria, Lombardia, Piemonte, Veneto, Olanda e dopo un giro tortuoso, arrivavano al Vte con delle semplici bolle di carico che li identificavano come materie prime, non da smaltire, ma da utilizzare nell´industria. Con questo meccanismo, per esportarli non era necessaria l´autorizzazione del ministero dell´Ambiente e il Formulario identificazione rifiuti, che stabilisce che il carico, composto da rifiuti pericolosi, è stato smaltito seguendo iter lunghi e costosi. La paura è che i rifiuti, trattati in Oriente attraverso procedure che sfuggono ai controlli delle leggi comunitarie, possano tornare in Europa sotto forma di prodotti di ogni tipo con un alto grado di tossicità.
(s. o.)