[NuovoLab] Unifil, è già un addio?

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Tanti auguri a chi ha dato la Forza (all')Italia, e la Forza (all')Onu, di
partire con navi da guerra (cariche, ovviamente, di goliardici soldatini!).

Edoardo Magnone

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Unifil, è già un addio?

Tommaso Di Francesco

Il Manifesto 26.10.06 p. 10

Siamo ad una svolta, forse simile all'Afghanistan dove la Nato e gli
Usa hanno «rubato» la missione Isaf. E l'«incidente» di ieri, con una
nave tedesca di pattuglia attaccata dall'aviazione israeliana, rende
bene il clima - solo pochi giorni fa il generale francese a capo
dell'Unifil paventava l'uso della contaerea per impedire i sorvoli
dei jet israeliani sul Libano - e la situazione ormai di conflitto
tra due volontà, una delle quali punta pericolosamente a riaprire i
termini della risoluzione Onu 1701 sul «cessate il fuoco» che non
autorizza nessun esercito ad usare la forza, nemmeno per il
cosiddetto disarmo degli hezbollah.

Che cosa è accaduto? Sette settimane dopo la partenza della missione
italiana in Libano è partita anche la Nato con una operazione che
punta a scavalcare l'Unifil vanificando nei fatti il suo ruolo di
forza di interposizione tra Israele e Libano. Il 16 ottobre «Nato e
Israele hanno infatti concluso un accordo che stabilisce le modalità
del contributo di Israele all'operazione marittima della Nato Active
Endeavour» (Nato/Israel Cooperation, 16 ottobre 2006). Durante tale
operazione, iniziata nel 2001 per «combattere il traffico illecito e
il terrorismo nel Mediterraneo», le navi da guerra della Nato hanno
abbordato oltre 100 mercantili per ispezionarne il carico.

D' ora in poi anche le navi da guerra israeliane, di un paese belligerante,
potranno farlo. Israele viene così premiato dalla Nato per l'attacco
e l'invasione del Libano. Di più. La Nato sottolinea che «la
decisione di Israele di contribuire all'operazione Active Endeavour è
un significatico passo avanti nella cooperazione con l'Alleanza».

Un premio a chi ha riempito di fosforo bianco e cluster bomb le città
libanesi. Su questo tema si è tenuta in Israele, il 23-24 ottobre,
perfino una conferenza al alto livello alla quale ha partecipato il
vice-segretario della Nato Alessandro Minuto Rizzo.

Che fine fa il ruolo autonomo dell'Italia e dell'Europa nella
missione Unifil? Tantopiù che la squadra navale Nato, della quale
d'ora in poi faranno parte le navi israeliane, è comandata da un
ufficiale italiano.

Naturalmente la catena di comando fa capo al Pentagono: la squadra navale
dipende dal Joint Force Command Nato di Napoli, agli ordini di un ammiraglio
americano, che è allo stesso tempo comandante delle Forze navali Usa.

Ma il governo non ha nulla da dire?

----- Fine messaggio inoltrato -----


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