Re: (L) policy

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著者: Audio Resistance
日付:  
To: autoprod - muzak - no-copyright - etc.
題目: Re: (L) policy
pinke ha scritto:
> allora, come diceva giustamente non mi ricordo chi,
> sarebbe da definire una policy: e' l'unica sezione rimasta ancora
> tristemente vuota.
>
> ci sono delle cose di cui abbiamo discusso un po' e poi sono cadute nel
> vuoto, altre che invece penso di poter dire siano ormai condivise da tutti.
>
> provo a fare un riassunto. aggiungete e dite la vostra...
>
> i punti chiave penso siano:
>
> -dare una definizione di cosa intendiamo per autoproduzioni, in modo
> sintetico e definitivo (nei limiti). non metterei cose poetiche e
> generiche, non qui almeno. metterei cose molto concrete che facciamo
> subito intuire i confini della cosa. "questo e' diy questo no"
>
> - licenze e copyright: io sono per mettere delle restrizioni per cui non
> ospitiamo gente che pubblica sotto copyright classico o sotto licenze
> che impediscano la condivisione di cio' che si fa.
> (troviamo un modo per dirlo in italiano?)
>
> - siae: io sono per non far aprire lo spazio su di noi a chi si fa
> orgogliosamente "tutelare" dalla siae. con orgogliosamente intendo che
> se uno mi dice "ero piccolo, mi ero distratto, ora vorrei smettere" se
> ne puo' parlare. se mi dice "mi serve, per fare musica devi essere
> iscritto alla siae.." per me puo' andare in culo.
>
> -commerciale: chiaramente dove ci sono distro o etichette girano soldi.
> pochi, pochissimi, ma inevitabilmente girano.
> ora questo e' un argomento spinoso, non foss'altro perche' siamo ospiti
> di autistici che non accetta progetti commerciali.
> secondo me il giro di soldi non equivale necessariamente ad essere
> commercianti. secondo me tutto deve rientrare pero'
> nell'autofinanziamento o nel sostentamento del proprio progetto. se
> iniziamo a parlare di autoreddito si litiga, perche' io ve lo devo di',
> son sempre stata parecchio contraria all'autoreddito.
>
> chiaramente mi prenderei la briga (ferme restanti le cose che si
> decideranno) di decidere poi caso per caso se ci sono delle situazioni
> controverse.
> via, con calma e gesso veniamo a capo di questi punti
>
> -si'
> -no
> -s'apra 'i dibattito!
>
> cia'
> pinke
> _______________________________________________
> Left mailing list
> Left@???
> https://www5.autistici.org/mailman/listinfo/left
>
>
>

...appena arrivati ci inseriamo nel discorso e cerchiamo di alimentare
il dibattito.
come audioresistance, e in base alla nostra esperienza possiamo dire che
sono autoproduzioni tutti quei progetti che nel tempo consolidano la
loro posizione di antagonismo al mercato ;), che appunto resistono,
non siamo laboratori per il potere...ma è anche vero che è molto
difficile definire dei limiti o dei vincoli...ma le delle differenze ci
sono, e siamo daccordo nel valutarle caso per caso.
per molti oggi l'autoproduzione è solo un tranpolino verso un contratto,
verso il mercato, noi stiamo cercando di chiarire questi rapporti, o
quantomeno di non subirli, confrontandoci quotidianamente, mettendo in
gioco ogni nostro dubbio e certezza...le nostre autoproduzioni
cominciano dal confronto, dallo scambio delle idee e dalla condivisione
dei percorsi e delle pratiche.

il discorso dell'autoreddito è complicato e antipatico ma secondo noi va
affrontato, questo silenzio nei suoi riguardi nell'ambito
dell'autorpoduzioni a fatto sì che molte persone spostassero le loro
energie nelle etichette indipendenti o in progetti ancora più
commerciali, finendo per suonare solo nei club, venendo corrosi piano
piano dal tarlo del profitto.

daccordissimi sul non ospitare chi si nasconde o si fà difendere dalla
siae o società simili sparse per il mondo, bisogna aumentare le campagne
contro il copyright, diritto d'autore e tutela delle proprie opere, ma
più in generale sul diritto di proprietà intellettuale...che garantisce
monopoli esclusivi a multinazionali e corporazioni industriali, che così
impongono e mantengono il loro dominio sia economico che culturale.

poi per quanto riguarda il discorso delle indie e del panorama
commerciale...è una realtà che va analizzata con cautela e pazienza. e'
un discorso che secondo noi nasce proprio da quel mancato dibattito
sull' autoreddito che le autoproduzioni non hanno affrontato.
ci sono realtà che riconosciute istituzionalmente come etichette
indipendenti ed inserite nelle logiche commerciali, continuano loro
malgrado ad esprimere un valore non legato al profitto, rifiutando lo
sfruttamento di loro stessi oltre che delle proprie opere, e questa
anche è una realtà dell'autoproduzione. sono forme di resistenza!?.

Il submercato delle indie è una frontiera che separa le autoproduzioni
dal mercato, è la risposta ai limiti dell' autoproduzione, li dove non
riesce ad adattarsi ai soggetti che la praticano. si diventa un
etichetta per distribuire di più le proprie opere che non trovano nella
rete delle autoproduzioni, ormai frammentate e disorganizzaate un canale
di difusione appropriato, questo nel tempo ha formato nuove realtà e
progetti che dipendono completamente dalle risorse della
frontiera...come fosse una mente che lentamente perde la memoria fino a
scordarsi chi sia...

poi volevamo buttare un'altra castagna sul fuoco...non so se conoscete
il progetto subvert
(http://italy.indymedia.org/news/2006/10/1171717.php), ...praticamente
loro distribuiscono gratuitamente via e-mail dei libri ...e fino a qui
tutto normale...il fatto che ci ha interessato e che secondo noi fà
notizia sono le possibilità di riutilizzo legate a questa circolazione
di saperi.
la notizia è che questo materiale oltre ad essere distribuito
gratuitamente, riprodotto, tagliato, montato etc,etc. può essere anche
venduto per finanziare i propri progetti...e siccome noi dà un pò di
tempo ci stavamo proprio confrontando su questo tema rispetto alla
musica e allo sfruttamento commerciale, qualcuno ipotizzava uno
scenario simile legato al contesto musicale...una sorta di libreria
musicale aperta e libera dalla quale sia possibile scaricare, stampare e
vendere.materiale autoprodotto..per finanziare i propri progetti o
l'infoshop di un posto occupato...

una provocazione forse per superare i nostri limiti culturali legati
alla proprietà...

noi abbiamo parlato di autoproduzione musicale, perchè è quella che
pratichiamo...ma sosteniamo e incoraggiamo qualsiasi forma di autopro