[Forumlucca] I: L'evoluzione dei GAS

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Autore: Elena Bertoli
Data:  
To: forumlucca
Oggetto: [Forumlucca] I: L'evoluzione dei GAS

Vi riporto il brano di una mail di magius sulla esperienza inglese della
community supported agriculture (agricoltura sostenuta dalla comunità).
Magius descrive qui nel dettaglio il funzionamento di questo sistema di
organizzazione agricola che prevede un interessante patto di reciprocità
fra il contadino che coltiva e chi acquista i prodotti. Io credo che
potremo cominciare a pensare a forme organizzative del genere anche qui
in Garfagnana.... Ma possiamo trovare il modi di collegare contadini e
acquirenti entrambi disposti ad accettare questo tipo di patto. Mi
chiedo anche: le comunità montane non potrebbero lavorare su queste cose
se davvero vogliono accorciare la filiera? Ciao
Elena

Scrive magius:

A mio parere cambia veramente tutto quando, da consumatori si passa al
ruolo di co-produttori. Mi spiego. Guardando alle esperienze estere,
specialmente inglesi e tedesche, per garantire la qualità assoluta e
l'assenza di frodi, il sistema che finora ha funzionato meglio è il
PARTNERIATO (in inglese, Community Supported Agriculture).

In pratica uno o piu gruppi di acquisto chiedono ad un produttore locale
di coltivargli gli ortaggi, fargli trasformazioni alimentari ed
(eventualmente) allevargli bestiame "su misura" del/dei gruppi di
acquisto (nulla di piu/nulla di meno cosi non c'è spreco) e gli comprano
TUTTA la produzione, che nel caso dell'orto signifca il raccolto ad
inizio anno seminativo (ad un prezzo che è la media del prezzo primizia
e del prezzo pre/post-primizia), In questo modo i consumatori diventano
CO-PRODUTTORI e non sono più semplicemente consumatori, perchè la
responsabilità diventa condivisa. E i produttori possono abbassare i
prezzi perche, avendo tanta liquidità ad inizio anno, non hanno
necessità di indebitarsi con le banche (che è un costo che deve essere
ricaricato sul prezzo finale). Inoltre, all'aumentare dei partecipanti
si può pensare di integrare nel sistema due utili strumenti di finanza
etica: il microcredito per permettere a chi non può pagare tutto insieme
di dilazionare la somma su base mensile, come una sorta di abbonamento,
e un assicurazione (etica) per coprire il raccolto da eventuali gelate
(cosi se c'è la gelata il produttore prende i soldi ma li prendono anche
i consumatori che hanno "investito" sul suo raccolto, e con quei soldi
possono prendere altri prodotti che sono stati distrutti dalla gelata).
Inoltre chi non vuole pagare in soldi può anche pagare in lavoro,
andando a coltivare la terra presso il produttore, per il controvalore
in ore di quanto dovrebbe pagare in soldi..

Questa a mio parere è vera economia solidale, perchè solidarietà è
reciprocità, o come direbbe Euclides Mance "collaborazione solidale"...

magius




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"Molte persone partono con l'intenzione di cambiare il mondo, ma poi
finiscono per trasformarsi in nulla più che semplici bottegai". Elisée
Reclus, 1898

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