Newsletter Osservatorio Iraq
20/2006: 11 - 25 ottobre 2006
Iraq, il prezzo della guerra
Secondo la stima fatta da un team della Johns Hopkins University e pubblicata dalla rivista scientifica britannica Lancet, il conflitto iniziato nel marzo 2003 è già costato la vita ad almeno 650mila persone.
Ma l'intervento militare in Iraq ha anche un costo in termini economici. Il prezzo più alto non lo hanno pagato gli Stati Uniti (che pure hanno speso 336 miliardi di dollari), ma il popolo iracheno, che - a causa della guerra e delle nuove politiche discriminatorie del Fondo monetario internazionale - ha perso il 40 per cento del proprio reddito nazionale e vive in una situazione di sempre maggiore indigenza.
Questa terribile disavventura ha ucciso un iracheno su 40
Richard Horton - Guardian
Il costo della guerra in Iraq
Federica Di Carlo - L'Unità Online
La guerra ha ridotto il reddito nazionale iracheno del 40 per cento
Anna Bernasek - The New York Times
Cresce il numero degli iracheni indigenti
Ikhlas Majid - Azzaman
Guerra economica: l'Iraq e il Fondo Monetario Internazionale
Jeff Leys - CommonDreams.org
La "normalità" impossibile
Quella dei medici è una delle categorie più colpite dalla guerra in Iraq. Dal 2003 migliaia di operatori del settore sono fuggiti all'estero, mentre - tra quelli che sono rimasti - 250 sono stati rapiti e 65 uccisi, solo nel 2005. Non va meglio alle donne, che quando tentano di svolgere una professione rischiano di diventare vittime di rapimenti, stupri e omicidi "punitivi", e ai giovani, che non hanno più la possibilità di fare progetti o condurre semplicemente una vita normale.
I medici implorano aiuto mentre gli iracheni muoiono senza motivo
Jeremy Laurance - The Independent
Le donne irachene vittime nascoste di un conflitto brutale
Peter Beamount - Observer
Le violenze continue congelano la vita dei giovani iracheni
Sabrina Tavernise - The New York Times
Il nuovo Iraq spaventa i vicini
La recente legge irachena sul federalismo ha messo in allarme tutto il Medio Oriente. In una regione già nervosa per la probabilità di una guerra civile totale tra sunniti e sciiti si teme una possibile divisione dell'Iraq, che potrebbe compromettere i fragili equilibri dell'intera area. E per stabilizzare il Paese, il presidente Jalal Talabani fa appello proprio ai suoi vicini, ipotizzando una collaborazione con Siria e Iran
Il Medio Oriente teme la divisione dell'Iraq
Liz Sly - Chicago Tribune
Talabani: un tavolo con Siria e Iran per stabilizzare l'Iraq
Il Sole 24 Ore
Iran, potenza emergente
Con le sue dichiarazioni spregiudicate, il presidente Mahmud Ahmadinejad ha fatto dell'Iran il nuovo protagonista della politica mediorientale, una potenza regionale che non è possibile ignorare. Ma, almeno per ora, di dialogo tra Tehran e Washington non vi è traccia. Al contrario, esistono informazioni attendibili secondo cui l'Amministrazione Bush ed il Pentagono hanno iniziato lo spiegamento di un grosso "gruppo di attacco" navale nel Golfo Persico, che potrebbe preludere a un attacco contro la Repubblica islamica
Il mondo secondo Ahmadinejad "Facciamo un referendum su Israele"
Lally Weymouth - Washington Post
Medioriente, è con l'Iran di Ahmadinejad che bisogna fare i conti
Luca de Fusco - Pagine di Difesa
Segnali di Guerra
Dave Lindorff - The Nation
La fragile tregua libanese e i tormenti di Israele
Robert Malley - La Repubblica
Ricostruzione record targata Hezbollah
Michele Giorgio - Il Manifesto
Gaza è una prigione. A nessuno è consentito di andarsene
Patrick Cockburn - The Independent
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