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Aihe: [NuovoLab] Nella finanziaria di Prodi le spese militari aumentano rispetto a Berlusconi
Da carta, anno VII, n. 38

RINASCIMENTO ARMATO

Non e' facile nascondere dieci fregate. Ci era riuscito il governo
Berlusconi. Nella finanziaria dello scorso anno aveva mimetizzato uno
stanziamento di 30 milioni di euro per il proseguimento del programma
"Fremm" nella tabella di spesa del ministero delle attivita' produttive.
E c'e' quasi riuscito - di nuovo - il governo Prodi che ha raddoppiato
quello stanziamento, attribuendolo al ministero per lo sviluppo economico.
Ricevera', dal 2010 in poi, un totale di un miliardo e 665 milioni di euro.
Le fregate Fremm,
La voce e' rubricata nella Tabella 3 "Stato di previsione del ministero
dello sviluppo economico" numero 3.2.3.16, "Sviluppo industria difesa": dai
30 milioni di euro del bilancio di previsione per il 2006, si passa ai 60
del bilancio 2007.
Per capire a cosa servano, bisogna spulciare la Tabella F della Finanziaria
(che giovedi e' arrivata alla camera dei Deputati.).
La Tabella F ' quella sugli "Importi da iscrivere in bilancio in relazione
alle autorizzazioni di spesa recate dalle leggi pluriennali".
In capo al ministero dello sviluppo economico, viene richiamata la
finanziaria dell'anno scorso e in particolare l'"articolo 1, comma 95, puno
1: proseguimento del programma di sviluppo unita' navale classe Fremm".
La Tabella F dice che i 60 milioni di euro del 2007 diventeranno 135 nel
2008 e nel 2009, e che il programma, che si dovrebbe concludere nel 2022,
ricevera' dal 2010 in poi, un totale di un miliardo e 665 milioni di euro.
Le fregate Fremm, che la marina militare ha ribattezzato "Rinascimento",
sono un programma congiunto italo-francese che portera' alla produzione di
27 unita', 10 per l'Italia e 17 per la Francia.
E' un progetto ambizioso che mira a ricostruire la spina dorsale della
marina per i prossimi decenni.
Fincantieri, il braccio navale della holding bellica pubblica Finmeccanica,
ha scommesso sulle Fremm per consolidare il proprio ruolo di primo piano
nelle costruzioni navali, uno dei settori piu' in cescita (assieme agli
elicotteri e all'elettronica) dell'industria militare italiana.
La lobby industriale-militare, che ha ottimi alleati nell'attuale
maggioranza, si sta preparando al passaggio parlamentare della finanziaria,
per evitare che gli emendamenti dei settori critici rovinino uno dei
bilanci piu' ghiotti degli ultimi decenni.
Il caso delle fregate Rinascimento e' il piu' vistoso (anche se
nascosto)in una finanziaria che, per il settore "difesa", brilla per
studiato disordine. Per capire quanto il governo Prodi abbia deciso di
spendere affettivamente bisogna sommare diverse voci. I fondi "ufficiali"
del ministero ammontano a 18 miliardi 134 milioni di euro.
A questi bisogna aggiungere la dotazione prevista dall'articolo 113, che
istituisce un "Fondo di investimento per esigenze di difesa nazionale" del
valore di un miliardo e 700 milioni di euro per il 2007 (un miliardo e
mezzo per il 2008 un miliardo e duecento milioni per il 2009).
Poi c'e' l'articolo 187, che aggiunge altri 400 milioni nel 2007 (500 nel
2008 e nel 2009) al "Fondo per le esigenze di mantenimento della difesa e
programmi di edilizia per le esigenze delle Forze Armate".
Un altro miliardo era previsto, all'articolo 188, per le missioni
all'estero, ma l'articolo e' stato stralciato dalla finanziaria e sara'
oggetto in una discussione separata in parlamento. Totale: 20.294 milioni.
Un incremento rispetto al 2006, quando il bilancio ufficiale si era fermato
a 17 miliardi 782 milioni di euro.
Il bilancio reale, nel 2006, era stato piu' alto, a causa delle spese per
le missioni militari in Iraq e in Afghanistan.
Probabilmente, quindi, la "previsione assestata" del 2007 sfondera'
generosamente il tetto dei 20 miliardi di euro.
Piu' del 4 per cento delle spese generali dello stato e piu' dell'1,2 per
cento del Pil.
Il dettaglio dei conti del ministero della difesa che la maggior parte dei
fondi vanno alle spese del personal.
Ma la legge finanziaria dell'Unione fa mostra di accogliere molte delle
lamentele che i generali avevano avanzato durante gli anni berlusconiani.
Dall'inizio dell'impegno in Iraq, anzi un po' prima, i militari
contestavano soprattutto due aspetti della politica della destra: la logica
dei "profitti a breve" che cercava di massimizzare l'utilita' delle
spedizioni militari senza pensare agli investimenti di lungo periodo, e il
"logoramento" dei mezzi e del personal.
Gli articoli 113 e 187 rispondono proprio a queste esigenze.

Elicotteri, veicoli, cannoni

Trali gli investimenti,nel bilancio ordinario, spiccano alcuni programmi.
Per l'esercito, gli elicotteri Nh90 (216,9 milioni di euro), i veicoli
leggeri tattici multiruolo (116 milioni) e gli obici semoventi Pzh2000
(158,2 milioni).
Per la marina, 209 milioni vanno alla nuova portaerei Cavour, 247,8 ad
altre due fregate della classe Orizzonte, 42,1 ai due nuovi sommergibili e
125,7 agli elicotteri Nh90.
L'aeronautica infine prevede di spendere 450 milioni per gli Eurofighter
160,8 per i Tornado e 83,7 per ammodernare i farraginosi Amx, nonche' 74,5
milioni di euro per il programma di acquisto delle aerocisterne B767.
In piu' ci sono i programmi "interforze", tra cui il Joint strike fighter,
una delle piu' grandi truffe della storia militare.
I programmi da finanziare con l'articolo 113, invece, dovranno essere
individuati con decreto del ministero della difesa, dopo l'approvazione
della finanziaria.
Si possono esaminare le spese di investimento nel bilancio della difesa
anche con un altro criterio, quello delle cinque "capacita' operative",
cioe' quali aspetti della macchina militare si prevede di rafforzare.
Gli incrementi piu' sostanziosi sono quelli dedicati alle voci "Comando e
controllo" e "Schieramento e mobilita'", "Precisione ed efficacia di
ingaggio".
Non e' semplice gergo.
Nel 2005, tra aprile ed ottobre (Antonio Martino ministro della Difesa)
sono stati pubblicati il "Concetto strategico" delle forze armate italiane
e "Investire in sicurezza", cioe' il piano di lungo periodo per definire il
ruoo e la struttura delle forze armate italiane "in un arco progettuale di
lungo termine - quindici anni".
I due documenti mettono l'accento su alcun e caratteristiche che le forze
armate italiane dovrebbero avere.
Le parole chiave sono "proiettabilita'" e "ineroperabilita'".
La seconda riguarda soprattutto il coordinamento tra le quattro forze
armate e con quelle dei paesi alleati; la prima, invece, la capacita' di
"lanciarsi" ovunque gli impegni internazionali lo richiedano o la
"sicurezza nazionale" sia minacciata.
I piani di acquisizioni e ammodernamenti puntano ad enfatizzare queste due
caratteristiche.
Che sono una politica estera vera e propria anche se implicita.
La pecca principale del primo bilancio della difesa dell'Unione non e' solo
nella sua quantita', am sopratutto nella sua qualita'.
C'e' un vuoto di riflessione su cosa si debba fare con soldati, marinai,
piloti e carabinieri dopo averli resi piu' ricchi e magari anche piu' belli.

Enzo Mangini

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