Re: [NuovoLab] Milano 18 novembre, Appello unitario di convo…

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Autor: cobas comunege
Datum:  
To: Mailing list del Forum sociale di Genova
Betreff: Re: [NuovoLab] Milano 18 novembre, Appello unitario di convocaz manifestazione per la pace in medio oriente
Scusa Laura, ma l'appello è "unitario" di chi??? Esiste un cartello di promotori? Faccelo sapere. Grazie.

Andrea Tosa

laura testoni <laura_test@???> ha scritto:
invio in lista l'appello unitario di convocazione della manifestazione nazionale
per la pace in medio oriente del 18 novembre a Milano.
Arci genova promuove la partecipazione alla manifestazione milanese.
Per info: http://www.arcigenova.it
grazie per l'attenzione
Laura Testoni :: Arci genova
--------------
APPELLO UNITARIO DI CONVOCAZIONE DELLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER LA PACE
IN MEDIO ORIENTE :: MILANO 18 NOVEMBRE
Manifestazione nazionale
per la pace e la giustizia
in Medio Oriente
sabato 18 novembre 2006
Milano


"Non ci sarà pace nel mondo finchè non regnerà in quelle terre piena pace.
E tutti gli sforzi di pace in quelle terre avranno una ripercussione straordinaria
sul pianeta intero".
Carlo Maria Martini

Per alcune popolazioni non è mai finita. Per altre è solo questione di tempo
e poi la guerra tornerà a straziare la vita e le città del Medio Oriente.
Tutti sanno che non sarà solo l'ennesima strage di innocenti. Sarà un ulteriore
passo sulla strada senza ritorno di una guerra che, nella sua ipotesi più
estrema, può diventare atomica. E' terribile ma di questo passo non impossibile.

Il pericolo è grande. Se non si interviene subito una nuova e ancora più
grande catastrofe rischia di travolgerci tutti. La risoluzione dell'Onu 1701
ha messo fine ai combattimenti in Libano e in Galilea. E? stato fatto un
primo passo che ora però va fortemente sostenuto con gli strumenti della
politica, con la forza della cultura e con l?impegno di tutti. Il tempo della
tregua deve diventare il tempo della pace.

Per questo noi, consapevoli dei rischi e delle responsabilità che ci dobbiamo
assumere, invitiamo tutte le donne, gli uomini, le ragazze e i ragazzi, le
organizzazioni della società civile, i movimenti e gli Enti Locali a partecipare
alla manifestazione nazionale per la pace in Medio Oriente che si terrà sabato
18 novembre a Milano.

Chiediamo ai responsabili della politica italiana, europea e internazionale
di lavorare con coraggio e tenacia per scongiurare una ripresa della guerra
e imboccare davvero la via della pace in Medio Oriente.

Non siamo ingenui da ignorare il peso dei signori della guerra e del terrorismo.
Facciamo appello a tutti coloro che, nei governi e nella società, di fronte
al fallimento dell?unilateralismo e della guerra permanente causa di tante
tragedie, hanno imparato la lezione.

Questo è il tempo in cui i "realisti" debbono lavorare perché la fine della
guerra in libano segni davvero l?inizio di una nuova fase politica caratterizzata
dall?abbandono di tutti i piani e proclami di guerra, dalla rinuncia alla
guerra e al terrorismo come strumento della politica, dallo sforzo comune
di affrontare pazientemente tutti i problemi irrisolti con mezzi pacifici,
dal rilancio e dalla democratizzazione dell'Onu, del diritto e della legalità
internazionale.

Ci rivolgiamo innanzitutto al Governo e al Parlamento italiano perché sviluppino
una fortissima iniziativa politica a partire dall?Unione Europea e dall?Onu.
In particolare chiediamo di:

1. affrontare subito la questione israelo-palestinese, cuore di tutti i conflitti
del Medio Oriente, promuovendo ?anche tramite l'invio di una forza di interposizione
dell'Onu nella Striscia di Gaza- l'immediato cessate il fuoco, la fine delle
incursioni militari, dei bombardamenti, delle uccisioni, del lancio dei missili
Qassam e di ogni azione terroristica, la fine del blocco di Gaza e dell'isolamento
delle città palestinesi, l'abbattimento del muro, una grande azione umanitaria
per portare soccorso alle popolazioni, il rilascio dei prigionieri politici,
a cominciare da quelli che sono stati presi come ostaggi e dagli esponenti
del governo e del parlamento palestinese, la ripresa del dialogo, della cooperazione,
anche ripristinando l'erogazione dei fondi, e del processo di pace con l'ANP
per attuare, in tempi certi, le risoluzioni dell'Onu che prevedono la fine
dell'occupazione militare e la nascita di uno Stato Palestinese indipendente
e democratico che viva in pace accanto a quello di Israele;

2. promuovere il dialogo e il negoziato politico con tutti i paesi della
regione (anche tramite una conferenza internazionale per la pace in Medio
Oriente) per affrontare in modo coerente e globale i problemi irrisolti nella
regione sulla base del diritto internazionale, favorire il riconoscimento
reciproco e costruire le condizioni per una pace giusta e duratura. La pace
è l?unica sicurezza per Israele, la Palestina e per tutti. L'Onu inoltre,
con il deciso sostegno dell'Unione Europea, si deve assumere la responsabilità
di garantire la sicurezza di Israele e della Palestina anche trasferendo
la sua sede principale a Gerusalemme, città aperta, capitale di due stati
e del mondo intero;

3. lottare con determinazione contro tutti i terrorismi con gli strumenti
della legalità e della giustizia penale internazionale, con intelligenza
ed efficienza nel rispetto dei diritti umani e dei valori democratici;

4. promuovere, come stabilito dalla legge italiana, il blocco del commercio
delle armi e degli accordi di cooperazione militare verso tutti i paesi in
conflitto (Israele, Libano,...); promuovere il disarmo generalizzato e in
particolare sollecitare la convocazione di una Conferenza internazione per
eliminare tutte le armi nucleari, chimiche e batteriologiche dal Medio Oriente.

Chiediamo inoltre che, data la natura complessa e l'alto rilievo del nuovo
intervento dell'Onu in Libano, l'Italia promuova la costruzione di quella
"componente civile" che è necessaria per curare la "dimensione diritti umani"
e promuovere la "sicurezza umana" in stretto rapporto con le autorità locali
e la società civile libanese.

L'Italia, che si appresta ad entrare a far parte del Consiglio di Sicurezza
dell'Onu, deve dichiarare in modo chiaro e forte il proprio impegno per salvare,
riformare, rafforzare e democratizzare l'Onu dando voce all'intera Unione
Europea, riaffermare il ruolo centrale delle Nazioni Unite nella promozione
della pace, della sicurezza e della cooperazione internazionale, rilanciare
i suoi valori e ideali, farla funzionare, dargli le risorse e gli strumenti
necessari per adempiere al proprio mandato, tutelare la sua autonomia, la
sua indipendenza e la coerenza con i suoi fini.

Al parlamento e al governo italiani chiediamo inoltre di aumentare i fondi
per la cooperazione internazionale contro la miseria e la guerra (rispettando
gli impegni assunti per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del
Millennio) e di ridurre le spese per gli armamenti, di fare un forte investimento
sulla "cooperazione comunitaria" e di promuovere la cura della qualità e
della coerenza degli interventi.

La costruzione della pace in Medio Oriente è tanto difficile quanto indispensabile.
Per questo, nei limiti delle possibilità di ciascuno, ci dobbiamo sentire
tutti impegnati a collaborare al successo di questa grande sfida politica,
umana e culturale.

C'è da contribuire ad affrontare la grave emergenza umanitaria nella Striscia
di Gaza e in Cisgiordania; c'è da portare solidarietà laddove c'è la sofferenza
e la disperazione; c'è da sostenere tutte le forze sociali democratiche che
operano per la pace, i diritti umani e la democrazia in Israele, nei territori
palestinesi, in Libano e in tutti gli altri paesi della regione; c'è da sostenere
senza interferenze la ricostruzione sociale, politica ed economica del Libano
e favorire il dialogo nazionale tra tutte le sue componenti; c'è da promuovere
la diplomazia dal basso, l'incontro, il dialogo e la comprensione tra i popoli
laddove c'è divisione e scontro; c'è da promuovere il dialogo interculturale,
interreligioso e politico laddove si cerca di alimentare lo scontro dell'inciviltà;
c'è da affermare i diritti dei migranti e dei richiedenti asilo, contro
ogni forma di intolleranza e di razzismo; c'è da promuovere una politica
e una cultura della pace e dei diritti umani che parta dalle nostre città,
dalle nostre istituzioni e dal nostro paese; c'è da diffondere la nonviolenza
laddove sembra regnare solo la violenza.

A ognuno di fare qualcosa. Il tempo di fare pace è adesso.

"Questo è il tempo in cui bisogna pensare nuovo, bisogna pensare in grande,
senza pregiudizi, senza vecchi modi di reagire, senza tutta quella zavorra
di sciocchezze che oggi assordano i giovani e li rendono sempre più delusi
e senza speranza". Tiziano Terzani


22 ottobre 2006




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