[NuovoLab] Report dell'Assemblea del Movimento per la pace e…

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Author: antonio bruno
Date:  
To: lilliput-ge
CC: forumgenova, aderentiretecontrog8, forumsociale-ponge, ambiente_liguria, veritagiustiziagenova
Subject: [NuovoLab] Report dell'Assemblea del Movimento per la pace e contro la guerra del 21-22 ottobre
Report dell'Assemblea del Movimento per la pace e contro la guerra del
21-22 ottobre, a cura del Tavolo fiorentino per l'assemblea nazionale.

L'ASSEMBLEA NAZIONALE DEI MOVIMENTI PER LA PACE E CONTRO LA GUERRA
tenutasi il 21-22 ottobre a Firenze ha chiuso i suoi lavori dopo due
giorni intensissimi che hanno visto la partecipazione di oltre 200
persone e che sono stati resi vivi e appassionati da 102 interventi.

L'assemblea ha dibattuto sui vari temi che sono all'ordine del giorno del
Movimento, assumendo alla fine decisioni condivise che rappresentano un
importante contributo per l'azione futura.

C'è stata un'ampia discussione sulla Palestina, con spunti e accenti
diversi che hanno comunque tutti sottolineato la "centralità" della
soluzione del conflitto israelo-palestinese e l'urgenza di un'iniziativa
per "salvare la Palestina" e i palestinesi di fronte all'intensificarsi delle
politiche aggressive israeliane. in particolare sono stati sottolineati i
temi dell'urgenza della fine dell'occupazione militare israeliana dei
territori palestinese; dell'applicazione delle risoluzioni dell'Onu; del
rispetto del diritto internazionale e del parere della Corte de l'Aia, con
il conseguente abbattimento del muro dell'apartheid; della cancellazione
dell'accordo militare tra Italia e Israele; dello sblocco dei fondi
italiani ed europei destinati al governo dell'Autorità palestinese.

A proposito dell'Afghanistan l'assemblea si è pronunciata unanimemente e
risolutamente per il ritiro delle truppe italiane. La discussione si è
incentrata su tempi, modalità di mobilitazione e di creazione delle
condizioni per coinvolgere la maggioranza del paese.

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Fin dal primo giorno l'assemblea ha approvato il seguente appello per la
liberazione di Gabriele Torsello:

I PACIFISTI ITALIANI AI RAPITORI DI TORSELLO :"LIBERATELO, E' CONTRO LA
GUERRA E L'OCCUPAZIONE DELL'AFGHANISTAN" L'assemblea nazionale dei
movimenti
per la pace e contro la guerra in corso a Firenze rivolge un appello ai
sequestratori di Gabriele Torsello affinchè lo rilascino libero ed
incolume.Gabriele è uno di noi, è parte cioè di quella grande maggioranza
del popolo italiano che non vuole nè la guerra nè l'occupazione
dell'Afghanistan.La sua eventuale uccisione colpirebbe il movimento per
la pace e verrebbe usato come pretesto per proseguire l'inaccettabile
missione militare italiana in quel Paese.Ribadiamo la nostra solidarietà
al popolo afghano ed in particolare alle troppe vittime civili di questa
assurda e
atroce guerra.Chiediamo al Governo e al Parlamento italiano di rivedere
la decisione di proseguire la partecipazione italiana alla missione ISAF
della NATO, predisponendo il ritiro immediato delle nostre truppe
dall'Afghanistan.
------------

Al termine dei lavori è stato condiviso il seguente documento sulla
Finanziaria sul quale è importante avviare iniziative di informazione
ovunque possibile:

Finanziaria, disarmiamola!!!!

L'assemblea nazionale dei movimenti per la pace e contro la guerra di
Firenze ha preso atto che:

La spesa militare con il progetto di legge Finanziaria 2007 - comprensiva
di Bilancio della Difesa, fondo missioni all'estero e fondi ed esso
collegati, fondi per i caccia Efa e per le fregate Fremm - raggiunge la
cifra record di 21.364 milioni di euro.
Di fronte a tagli pesanti alle spese sociali (scuola, università, sanità
etc), la reintroduzione dei ticket sul pronto soccorso ed altre
prestazioni ospedaliere, l'aumento delle spese militari del 13,7% appare
ancora di più inaccettabile.

Così come sarebbe inaccettabile il tentativo di creare un automatismo
nell' approvazione delle missioni militari all'estero attraverso la
costituzione del fondo apposito nelle legge finanziaria con l'unico
obiettivo concreto di bypassare la discussione parlamentare sulle
singole missioni.
L'assemblea si impegna ad intensificare le iniziative per il disarmo, per
la smilitarizzazione, per la riconversione ad uso civile delle basi
militari e dell'industria bellica e per la riduzione delle spese militari.

Questa assemblea chiede al Parlamento chiamato ad approvare la legge
finanziaria:

a) di stralciare dal testo il fondo sulle missioni militari all'estero;

b) di tagliare le spese militari dando un segno di reale controtendenza
rispetto al governo Berlusconi

  c) di utilizzare tali fondi reperiti dal taglio delle spese militari per
 aumentare la spesa sociale e quella alla cooperazione allo sviluppo nonché
  al finanziamento di corpi civili di pace e di interposizione nonviolenta
  nei   luoghi del conflitto. (cooperazione e corpi civili che non possono
in    alcun   modo essere concepiti come complementari a missioni e logiche
militari)


Chiede inoltre alle reti di movimento e alle forze sociali di far vivere
questi punti nelle loro mobilitazioni a cominciare dalla manifestazione
"Stop Precarietà" del 4 novembre.
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L'assemblea ha infine condiviso i seguenti impegni:

- adesione alla manifestazione del 2 dicembre a Vicenza, contro la totale
militarizzazione dell'aeroporto Dal Molin, come APPUNTAMENTO NAZIONALE
UNITARIO, che rappresenta un'occasione di rilancio di una campagna PER
LA CHIUSURA DELLE BASI MILITARI E PER IL DISARMO;

- convocazione per sabato 16 dicembre a Roma di un'Assemblea Nazionale
partecipata e larga per IL RITIRO DELLE TRUPPE DALL'AFGHANISTAN, in cui
coinvolgere tutte le reti, le associazioni, i comitati locali, gli
esponenti del pacifismo e le organizzazioni disponibili, quale prima tappa
di una mobilitazione unitaria e condivisa. Per l'organizzazione di quest'
appuntamento verrà predisposto un apposito gruppo di lavoro aperto a tutti
i contributi.

La redazione del report è a completa cura del Tavolo fiorentino per l'
assemblea nazionale.


CONTRIBUTI APPROVATI PER ACCLAMAZIONE

APPELLO PER SALVARE LA VITA DELL'AVV. BEHIC ASCI, DI GULCAN GORUROGLU E DI
SEVCI SAYMAZ, SCIOPERANTI DELLA FAME CONTRO L'ISOLAMENTO CARCERARIO IN
TURCHIA!!



Invitiamo tutte le forze politiche e sociali democratiche, le
organizzazioni sindacali, gli Enti Locali, i Parlamentari di Camera,
Senato ed Europa, il Governo Italiano ed in particolare i Ministri della
Giustizia e degli Esteri, le Associazioni che si battono per i Diritti
Umani ad esercitare
in questi giorni la massima pressione politica sul Governo Turco, sul
Ministro
della Giustizia Turco, affinché accetti, dopo sei anni di lotte e
scioperi della fame, l'invito al dialogo con gli Avvocati, i Giuristi, i
rappresentanti dei detenuti politici in merito alla drammatica questione
dell'isolamento carcerario in Turchia.

 Questo urgente e pressante appello, che proviene dal Simposio
Internazionale   contro l'Isolamento Carcerario, tenutosi il 14-15 ott. in
Istanbul , a cui   abbiamo partecipato e aderito, ha lo scopo di salvare la
vita    dell'Avvocato   Behic Asci, di Gulcan Goruroglu e di Sevci Saymaz
in sciopero della fame   da   190 giorni, che, per interrompere la loro
drammatica protesta, chiedono
esclusivamente l'avvio di una seria trattativa sulle condizioni dei
detenuti  e sull'isolamento carcerario.


Dopo sei anni di lotte e di scioperi della fame in Turchia durante i quali
sono già morte 122 persone, nella più completa indifferenza del Governo
Turco ed anche dell'opinione pubblica internazionale, oggi è possibile
fermare questa spirale di sofferenza e di morte, è possibile una svolta!

Sia per la maggiore attenzione dell'Europa sulle libertà democratiche in
Turchia in relazione al suo ingresso nella U.E., sia per la solidarietà e
la mobilitazione di importanti settori della società turca (avvocati,
giuristi, sindacalisti) cresciuta in questi mesi intorno allo sciopero
della fame
dell 'Avv. Behic Asci, da sempre difensore dei diritti umani e dei
detenuti politici, mobilitazione che le Autorità Turche non possono più
ignorare, è possibile oggi cambiare ed avviare il superamento
dell'isolamento carcerario.

Solo negli ultimi sei anni migliaia e migliaia di detenuti politici, ma
anche comuni, sono stati tenuti in isolamento in apposite celle denominate
F- type.

Di fronte alla diffusione della forma di lotta dello sciopero della fame,
lo Stato Turco ha alimentato a forza centinaia di detenuti con la
conseguenza che oggi almeno 600 persone, di cui una parte ancora in
carcere, hanno contratto la sindrome Wernicke-Korsakoff, con perdita di
memoria e difficoltà nell'uso degli arti.

L'isolamento carcerario rappresenta una moderna forma di tortura fisica e
psicologica che mira alla distruzione della persona, privandola del vitale
elemento della socialità, e costituisce una gravissima violazione dei
diritti dell'uomo, con pesanti e permanenti conseguenze sulla salute e l'
equilibrio mentale (malattie, disturbi, suicidi, autolesionismo).

I diritti fondamentali della persona non hanno confini, dire basta all'
isolamento carcerario dipende anche da noi!
Salviamo la vita all'Avv. Behic Asci ed alle altre due donne in sciopero
della fame!!

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Generale, l'uomo fa di tutto

Può volare e può uccidere

Ma ha un difetto:
Può pensare.
(Bertolt Brecht)

SOLIDARIETÀ con l'obiettore di coscienza statunitense AGUSTÍN AGUAYO con
tutti i militari che resistono contro la guerra

Secondo il Pentagono, circa 40.000 militari in oltre 700 basi militari usa
sparse in tutto il mondo hanno disertato le forze armate usa dal 2000 - ma
fonti pacifiste indicano che il numero reale è più alto. Piuttosto che
andare a combattere nelle guerre immorali in Iraq e Afghanistan, queste
donne e uomini hanno scelto una vita di esilio o di clandestinità, con il
rischio di arresto e di processo davanti a una corte marziale, con la
possibilità di anni di carcere duro. Le pene previste includono "la
radiazione con disonore" e fino a 5 anni di carcere, mentre in tempi di
guerra i disertori potrebbero ricevere addirittura la pena di morte.

Augustín Aguayo, un obiettore di coscienza attualmente incarcerato in una
prigione militare della base statunitense a Mannheim in Germania, è il
primo soldato usa di stanza in Germania a rifiutare pubblicamente di
tornare con la sua brigata in Iraq.

Immigrato messicano con cittadinanza usa, 34 anni e padre di 2 figlie
gemelle di 11 anni, Aguayo si era arruolato nel 2002, dopo l¹11 settembre
e con la promessa che i suoi prestiti universitari sarebbero stati
ripagati dall'Esercito, ma a causa delle sue esperienze negative nelle
forze armate
ha chiesto il riconoscimento dello status di obiettore di coscienza nel
2004. Ancora in attesa dell'esito legale della sua richiesta, è stato
inviato a Tikrit in Iraq dove ha fatto un anno di servizio militare come
ausiliare medico di combattimento. Mentre era in Iraq, la sua richiesta è
stata respinta dalle autorità militari e Aguayo ha fatto formale appello.

Nel 2005 Aguayo è tornato con la sua brigata in Germania e nell'agosto
2006   il suo appello è stato respinto e gli è stato ordinato di prepararsi
per   essere rispedito con la sua brigata in Iraq. Nello stesso tempo gli è
   stato   comunicato che - secondo la Legge "Stop-Loss" voluta dal
Presidente Bush    che   permette l'estensione arbitraria del servizio
militare attivo dei soldati   in   Iraq  invece di essere congedato
dall¹Esercito nel gennaio 2007 secondo i   termini del contratto di
arruolamento, Aguayo dovrebbe rimanere in    servizio   attivo almeno fino
al settembre 2007 


  Quindi dopo più di 2 anni e mezzo di battaglie legali per ottenere il
riconoscimento come obiettore di coscienza, il 1 settembre 2006 Aguayo non
 si è presentato alla partenza della sua brigata per l'Iraq. La mattina
dopo   si è costituito alla polizia militare, pronto per i suoi ideali ad
  affrontare la corte marziale e il carcere. Ma il comandante militare ha
ordinato il suo immediato invio in Iraq, anche in manette se necessario.
La   polizia militare a quel punto l'ha portato a casa con le istruzioni di
  fargli prendere le sue cose per partire per l'Iraq. Mentre i poliziotti
aspettavano con sua moglie in salotto, Aguayo è saltato da una finestra
della camera da letto ed è fuggito dalla base e poi è riuscito a tornare
in   maniera clandestina negli USA. Il 26 settembre Aguayo si è di nuovo
costituito alle autorità militari, questa volta in California, ed è stato
  arrestato, ammanettato e rispedito in Germania, al carcere della base usa 
  a  Mannheim. Adesso Aguayo rischia fino a 5 anni di galera ma se viene
accolto  il suo ricorso civile davanti ad una corte federale a Washington a
   novembre,   allora potrebbe finalmente ottenere la sua liberazione.
Agustín Aguayo è    un esempio per tutti noi!


Cosa si può fare per aiutare Augustín Aguayo?
Inviare messaggi di solidarietà! <aguayodefense@???

Poi, se possibile, inviare un aiuto materiale: l¹Esercito ha tolto la
paga e i benefici famigliari, inclusa l¹assicurazionesanitaria, per
Aguayo e la sua famiglia.

Inoltre ci sono tante spese legalida affrontare. Un Fondo per la Difesa di
Agustín Aguayo è stato creato dadiverse organizzazioni (p.e. Military
Counseling Network, Center for Conscience and War e American Voices
Abroad, una rete di attivisti statunitensi contro la guerra residenti in
8 paesi europei e Libano).

Per sostenere la famiglia Aguayo: www.AguayoDefense.org
Per messaggi di solidarietà a Agustín Aguayo: <aguayodefense@???
oppure presso Helga Aguayo, 36838 57th Street East, Palmdale, California
93552

Per informazioni su American Voices Abroad (AVA): www.avaworld.org

a cura degli Statunitensi contro la guerra (Firenze) <comiraqusa@???

N.B. Agustín proviene da una famiglia povera di immigrati messicani in
California. Sua moglie e sue figlie gemelle di 11 anni stanno passando un
periodo molto difficile, e non solo in termini economici. Bisogna inviare
messaggi formali di solidarietà ma anche informali di solidarietà umana e
di amicizia (anche in spagnolo, sua moglie Helga è nicaraguense)
all'indirizzo <aguayodefense@???.

Come diceva Che Guevara: "la solidarietà è la tenerezza fra i popoli."

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  Libertà per Mumia Abu-Jamal, prigioniero politico nel braccio della morte
  in Pennyslvania L'Assemblea nazionale dei movimenti per la pace e contro
  la   guerra, riunitasi a Firenze nei giorni 21-22 ottobre 2006, esprime
tutta    la   sua solidarietà a Mumia Abu-Jamal, ex-Pantera nera,
giornalista e    attivista   storico nella lotta per i diritti umani degli
afro-americani e per la
  giustizia sociale negli Stati Uniti d'America. Mumia Abu-Jamal è nel
braccio della morte nello stato di Pennsylvania da oltre 25 anni, un uomo
innocente condannato a morte per un crimine che non ha mai commesso. Una
immensa campagna di solidarietà internazionale è riuscita nell¹estate del
1995 a salvargli la vita a pochi giorni dalla sua esecuzione. Adesso, dopo
oltre 10 anni, l¹appello di Mumia Abu-Jamal è ora in fase di ³procedura
accelerata² davanti alla Corte d¹appello federale e lo Stato è determinato
  a  portare fino in fondo la sua condanna a morte. Oggi con più di 2
milioni   di prigionieri in carcere, gli U.S.A. hanno il più alto tasso di
 incarcerazione del mondo intero. Ci sono attualmente più di 4.000 persone
 nel braccio della morte negli U.S.A., in gran parte afro-americani,
ispanici   e altre minoranze etniche. Il caso di Mumia Abu-Jamal
esemplifica questa   tremenda oppressione razzista e classista del sistema
giudiziario   statunitense contro le classi popolari, gli immigrati, gli
afro-americani,   gli ispanici, i poveri e tutti gli oppressi, sistema
giudiziario che poi   storicamente ha sempre usato la pena di morte come
una vera e propria 
  forma   di linciaggio legale. L¹Assemblea nazionale dei movimenti per la
pace e   contro la guerra, quindi, si associa ai milioni di persone in
tutto il   mondo che chiedono l'abolizione della pena di morte negli U.S.A.
e nel   resto del mondo e l¹immediata liberazione del compagno e fratello
Mumia   Abu-Jamal. approvato per acclamazione Firenze, 21 ottobre 2006


CONTRIBUTI scritti

1) OPPONIAMOCI ALLA VIOLENZA SULLE DONNE

I DIRITTI DELLE DONNE SONO DIRITTI UMANI

I CRIMINI DI GUERRA NON SONO FATTI IN NOSTRO NOME.

Vorrei restituire, nei pochi minuti disponibili, la discussione e il
confronto che hanno attraversato il seminario di Trieste del 6-7 ottobre
u.s. su :"Violenza e Patriarcato"; una campagna europea contro la violenza
sulle donne; negli workshops "violenza e guerre"; "violenza e povertà";
"violenza in famiglia";, "prostituzione" hanno agito tante soggettività
di associazioni femminili e femministe.

La violenza contro le donne, sia nei luoghi di conflitto e non, ci
riguarda come movimenti per la pace e contro le guerre.

Mi hanno coinvolta molto le pratiche femministe e femminili, il dialogo, la
comunicazione, la sincerità che ci permettevano di avere una relazione e
di sentire un tutt'uno con corpo e mente.

Oggi la violenza, nei confronti delle donne, costituisce il crimine
peggiore, in quanto lede i diritti della persona, la dignità, l'integrità,
annullando l'identità personale.

Nelle guerre le donne sono oggetto di stupro e nei tempi di "pace" vivono
l'inferno tra le mura domestiche.
La violenza è uno dei cardini sul quale si fonda il Patriarcato, si
manifesta sotto diversi aspetti: violazione del diritto di
autodeterminazione, violenza fisica e sessuale, sfruttamento, tratta delle
donne e delle bambine, umiliazioni e discriminazioni nei luoghi di lavoro.

Il 70-80% delle vittime nelle guerre contemporanee sono civili, gran parte
donne e bambine\i.

Nei campi profughi o nelle prigioni subiscono torture, abusi, stupri
sistematici che annientano la mente e il corpo. Tante sono le forme di
oppressione e di repressione dovute a ragioni politiche, etniche,
religiose, economiche.

I fondamentalismi,i nazionalismi, le nuove culture fasciste, hanno la
pretesa di controllare il corpo femminile, di militarizzarlo per rendere
le donne docili, asservite e complici del potere patriarcale.

La guerra è la logica militarista di guardare il mondo: le donne, gli
uomini, i bambini\e sono sacrificati in nome del dominio del più forte. Il
Patriarcato impone la punizione,la vendetta, l'odio, il risentimento:
queste sono le risposte ai conflitti e ai problemi sociali, invece di
praticare la com-passione, condivisione, equità e libertà.

Durante le guerre ci sono esempi di donne che si attivano, creano
progetti, portano avanti l'istruzione per i propri figli. La scuola è
vista come continuità della vita, una speranza di cambiamento. Hanno dato
prova di vitalità, di resistenza agli eserciti occupanti, di cooperazione
con donne occidentali delle ONG e dei movimenti pacifisti.

Nonviolenza e femminismo si saldano strettamente, solo la nonviolenza è la
strada da scegliere.

C'è bisogno di "parola di donne" pacifiste e femministe, una parola
pubblica non delegata ad altri o al privato-personale,ma assunzione di
responsabilità per costruire una rete di donne animate da valori condivisi
e che abbiano la pazienza e il coraggio di portare avanti un progetto
politico.

Proprio per questo fine, il 26 novembre è stata dichiarata giornata
internazionale di protesta contro la violenza alle donne, si aprirà tra
giorni la campagna europea. C'E' BISOGNO DI UN FILO COMUNE CHE POSSA UNIRE
ESPERIENZE, PROGETTI, ELABORAZIONI TRA DONNE CHE VIVONO IN LUOGHI DI
GUERRA E NON.

Firenze, 21.10.2006

Verdi Myriam

2) Consegnato in cartaceo alla presidenza il contributo di Fratesco de
Lorenzo

Lettera aperta per l'uscita dell'Italia dall'alleanza militare con Usa,
Isreale e Nato

3) Mozione in cartaceo dell'associazione di Amicizia Italo-palestinese
Onlus-Firenze con richiesta di invito da parte dei gruppi parlamentari di
esponenti del governo palestinese e rifiuto del riconoscimento dell'evento
di Milano "Sull'arte e vita d'Israele 1906-2006"

4) Mozione in cartaceo a firma Ottanetti e altri per un incontro con i
parlamentari per emendamenti sulla finanziaria

5) DICHIARIAMO IL 4 NOVEMBRE "GIORNATA DELLE FORZE DISARMATE"
Il 4 novembre l'Italia ricorda la vittoria nella prima guerra mondiale

l Quella guerra costò all'Italia circa 650 mila morti e 1 milione di
feriti e mutilati,molti di più di quanti erano gli abitanti di Trento e
Trieste,
i territori "irredenti" ottenuti con la vittoria, che erano già stati
concessi all'Italia dall'Austria in cambio della non belligeranza.

l La festa del 4 novembre fu istituita dal fascismo per trasformare la
vittoria militare in una esaltazione dell'esercito e delle virtù militari
del nostro paese

l Noi vogliamo particolarmente ricordare le vittime di quella carneficina
(soprattutto contadini, pastori e operai);quella guerra spietata devastò
l'Europa e ne distrusse la gioventù.

l Noi crediamo che quella guerra fu un'inutile strage, come le guerre che
la precedettero e quelle che la seguirono e quelle che, ancora oggi,
offendono l'umanità.

Non ce la sentiamo di festeggiare una vittoria che costò tanta sofferenza,
per testimoniarlo invitiamo tutte/i le/i cittadine/i a trasformare questa
giornata di lutto in

FESTA DELLE FORZE DISARMATE

per L'ABOLIZIONE DI TUTTE LE ARMI E DEGLI ESERCITI

per IL DISARMO NUCLEARE

per PORRE FINE ALLA CORSA AGLI ARMAMENTI

per LA DISTRUZIONE DEGLI ARSENALI NUCLEARI

per DIRE INSIEME: MAI PIU' GUERRE SU QUESTO PIANETA

  LA MATTINA, DALLE ORE 10.00, AL MERCATO E NEL QUARTIERE DI
SANT'AMBROGIO,   PORTIAMO SIMBOLI, COLORI, OGGETTI, VOLANTINI, MASCHERE,
CANTI, GESTI DI    PACE


FESTEGGIAMO QUESTA GIORNATA CON GLI UNICI "FUNGHI" CHE CI PIACCIONO:
PORCINI, PRATAIOLI, OVOLI, PENNENCIOLE...

MAI PIU' FUNGHI ATOMICI CHE INVECE SEMBRANO TORNARE MINACCIOSI SULLE
CITTA' DEGLI UOMINI (CI SPAVENTANO LE PAROLE DEL PRESIDENTE USA CHE,
PROPRIO IN QUESTI GIRONI, NE PREVEDE L'USO CONTRO L'IRAN)

  Giornata promossa da     Fucina per la nonviolenza    Partito Umanista
Donne in nero


Gruppo vialebombedaviano-comitato fermiamo la guerra