[NuovoLab] seminatori di odio: preti contro frati

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著者: antonio bruno
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題目: [NuovoLab] seminatori di odio: preti contro frati

secolo xix

Moschea, preti contro frati
I parroci di Cornigliano contestano la cessione del terreno e la
costruzione del tempio islamico accanto al convento
I Cappuccini: «Il progetto è stato concepito dal cardinale Bertone»
Genova. «Non possiamo accettare l'idea che a costruire la moschea siano
coloro che remano contro il dialogo tra Islam e Stato italiano». I
sacerdoti di Cornigliano tornano a protestare contro la costruzione del
luogo di culto islamico nella loro delegazione. Lo fanno dopo aver letto le
parole scritte da Magdi Allam, vicedirettore del Corriere della Sera, che
ieri ha duramente attaccato l'operazione (una permuta) che coinvolge la
comunità islamica genovese e i frati del Sorriso Francescano. Un'operazione
«finanziata dall'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche in Italia -
secondo Allam - un'organizzazione che predica la distruzione di Israele,
esalta i terroristi e mira a imporre il califfato islamico nel mondo». Ma
il progetto, puntualizzano i frati Cappuccini, è stato concepito
dall'allora arcivescovo di Genova Tarcisio Bertone, oggi segretario di
Stato del Vaticano.
I preti di Cornigliano annunciano azioni di piazza, mentre il sindaco
Giuseppe Pericu interviene anche in risposta all'imam Husein Salah che
aveva chiesto di accelerare i tempi per l'approvazione del progetto.
«Nessuna procedura urbanistica facilitata», ha detto Pericu. Il sindaco
ribadisce che il Comune non può impedire la costruzione di un luogo di
culto «purché rispetti le norme».
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Ma il sindaco gela le speranze dell'imam«L'iter della pratica avrà i tempi
ordinari»
Husein Salah aveva chiesto di chiudere tutto entro un anno. Pericu non la
pensa così
«Le procedure seguite dal Comune per autorizzare l'eventuale costruzione di
una moschea in un'area diversa da quella di via Coronata, sarebbero dello
stesso tipo di tutte le altre pratiche urbanistiche». Nessuna corsia
preferenziale. Nessuna accelerazione di tempi, come richiesto dal
rappresentante della comunità islamica genovese, Husein Salah, per «il
rilascio della concessione edilizia al massimo entro un anno». Il sindaco
Giuseppe Pericu, chiamato in causa dal vicedirettore del Corriere della
Sera, Magdi Allam, che ha preso posizione contro la futura moschea di
Cornigliano, è categorico: «Nessuna procedura agevolata».
La precisazione - tra le righe di un comunicato ufficiale del sindaco
sull'ipotesi criticata da Allam di un minareto nell'area del "Sorriso
Francescano" di proprietà dei frati Cappuccini - non è marginale. Perché la
garanzia di un rapido via libera all'edificazione della moschea ai piedi
del "Sorriso Francescano" di Coronata, è il presupposto fondamentale
indicato dall'imam genovese per accettare il trasloco. «Altrimenti non ci
stiamo», ha detto chiaro e tondo Salah: «Ormai abbiamo tutte le carte in
regola per realizzare la moschea attraverso la trasformazione delle ex
officine Passalacqua in via Coronata».
Pericu ribadisce che «il Comune non può e non deve intervenire in alcun
modo nella realizzazione di edifici di culto». Una questione che «riguarda
i privati, ovviamente nel rispetto del Piano regolatore e delle norme
urbanistiche vigenti». «E se, accanto all'attività religiosa, si sviluppano
azioni criminose - continua il sindaco - spetta al ministero dell'Interno,
alla magistratura e alle forze dell'ordine individuarle e reprimerle».
Pericu sostiene, infine, che «l'amministrazione comunale non può negare la
libertà religiosa garantita dalla Costituzione» e nega che Tursi «sia stato
costretto a invocare ragioni di viabilità per scongiurare la costruzione
della moschea in via Coronata». Meno diplomatico l'assessore alla Cultura,
Luca Borzani: «Allam non conosce il contesto genovese. In questa città c'è
una Consulta delle religioni che ha firmato un importante manifesto di
tolleranza e solidarietà reciproca. Una città dove non esiste un islamismo
radicale e dove sono presenti molti spazi religiosi che non hanno mai dato
problemi. Insomma, quella del vicedirettore del Corriere è una chiara
forzatura». E mentre l'assessore Paolo Veardo (Servizi sociali) nega di
conoscere qualsiasi progetto alternativo, il collega Mario Margini
(Infrastrutture) afferma: «Quando riceveremo una proposta ufficiale, ne
parleremo. Farlo prima sarebbe controproducente per tutti». E ricorda,
Margini, la «grave scorrettezza di Sviluppo Italia che, senza informarci,
ha venduto l'area sopra Castorama oggetto di una trattativa ben avviata per
spostare lì la moschea».
V. G.

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La Lega Nord si appellaai vertici romani dei frati
fronte del no Raccolta di firme contro il progetto di Campi
Una raccolta di firme, l'ennesima, sarà promossa dalla Lega contro il
progetto della moschea di Cornigliano. Questa volta il Carroccio, da sempre
ostile all'opera, invierà la petizione al ministro generale dei Cappuccini,
fra' Mauro J. Ohri, a Roma. «Gli faremo presente - dice il capogruppo della
Lega in Comune, Edoardo Rixi - l'assurdità di realizzare un luogo di culto
islamico con il sostegno e la collaborazione di una comunità cristiana: i
Cappuccini dell'istituto "Sorriso Francescano" di Coronata». Il giovane
leader del Carroccio in consiglio comunale si dichiara anche «turbato come
cattolico» e non manca di ricordare la contrarietà del proprio partito alla
costruzione di una moschea ovunque essa sia. Ma soprattutto «in un
quartiere difficile come Cornigliano, che di problemi ne ha già molti: dal
depuratore alla prostituzione, dalle bande minorili al degrado». «Più volte
- continua Rixi - ho rimarcato la necessità che fosse la politica a
risolvere questi problemi. Ma da parte del sindaco Pericu e del presidente
della circoscrizione, Bernini, è stato sempre negato qualsiasi dibattito
pubblico su quei temi che più preoccupano la gente». Replica Bernini:
«Tutto si è svolto alla luce del sole. Quanto agli islamici genovesi,
conosco da vent'anni la loro guida spirituale, Husein Salah, ed è persona
moderata, sensibile e apertissima al dialogo». Contro la moschea si esprime
pure il coordinatore metropolitano dell'Udc, Umberto Calcagno: «Perché la
proposta è stata avanzata da persone legate all'Ucoii, responsabile di
quell'infame comunicato apparso sui mass-media in cui Israele viene
paragonato ai nazisti. Non solo, l'Ucoii rappresenta nel nostro Paese le
istanze più fondamentaliste dell' islam che anzichè lavorare per
l'integrazione degli immigrati musulmani nella società italiana lavora per
la loro ghettizzazione, sostanzialmente per ottenere una legislazione
speciale diversificata per i musulmani presenti in Italia».
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«Cornigliano? Non è più la stessa»
MOSCHEA E POLEMICHE Bernini: conosco l'imam da vent'anni, è sempre stato
pronto al dialogo. Gli estremismi nascono dove si chiudono gli spazi
Il presidente della circoscrizione: questa delegazione ha accolto quattro
generazioni di immigrati
«Cornigliano non è più la stessa, l'ho detto e lo ripeto. Non è più la
delegazione che ha accolto quattro generazioni di immigrati, c'è qualcosa
che non quadra».
Non teme critiche, il presidente della Circoscrizione Medio Ponente,
Stefano Bernini, nel dire la sua sulla complessa partita-moschea, non teme
critiche neppure a descrivere a pochi mesi dalle elezioni un quartiere -
nonché una fetta molto consistente dell'area di propria giurisdizione -
tornato in subbuglio in questi giorni dopo che il Secolo XIX ha reso noti
gli accordi, soltanto da firmare, che cambieranno la sede del luogo di
culto islamico a Genova.
Un subbuglio generatosi anche dopo quanto riportato dal Corriere della
sera, che ha duramente attaccato il fatto che a finanziare l'operazione
degli islamici sia l'Ucoii, l'Unione delle comunità ed organizzazioni
islamiche in Italia, accusata di proporre un "Islam non moderato". «Pochi
anni fa ho portato Hamza Roberto Piccardo (presidente nazionale dell'Ucoii,
ndr) a un convegno proprio a Cornigliano - spiega Bernini - partecipò anche
don Calabria, allora parroco della chiesa dei Santi Andrea e Ambrogio.
Conosco Piccardo da tempo, e l'ho portato nel quartiere. Lo conosco come
conosco l'imam Husein Salah da vent'anni. E posso dire che una moschea,
gestita da loro, non mi preoccuperebbe minimamente». «Anzi - prosegue
Bernini - queste persone sono sempre state aperte al dialogo. E' col
dialogo che si fa la pace e l'integrazione. Gli estremisti nascono dove non
vengono dati spazi. Diamo un luogo di preghiera a questa gente, e non darà
sicuramente problemi».
Ma il quartiere e i suoi rappresentanti cattolici non ci stanno. «I
corniglianesi non sono razzisti e non c'è alcuna escalation xenofoba - dice
in una nota Marco Crosetti, presidente dei commercianti del quartiere,
riferendosi anche all'episodio avvenuto la settimana scorsa in un negozio
di via Cornigliano - sono cittadini esasperati dall'abbandono delle
istituzioni, lasciati soli in mezzo al degrado ambientale e sociale». Oggi
nei locali del Sorriso Francescano a Coronata si riuniranno i sacerdoti del
Vicariato di Cornigliano. Tra i sette preti che si incontreranno ci sono i
quattro parroci del quartiere. C'è padre Giacomo Pala, prete-simbolo della
lotta all'acciaio e tra i più contrari al progetto fin dall'inizio, e c'è
il vicario don Alfonso Carrea, parroco della chiesa di Nostra Signora di
Lourdes a Campi, 100 metri dalla nuova collocazione del minareto prevista
in un curvone di corso Perrone. «No comment», diceva ieri Carrea al
telefono. Ma chi lo conosce bene afferma che è tra tutti il più contrariato
dall'iniziativa di francescani e Comune. «In parrocchia la notizia che a
finanziare il progetto sia l'Ucoii ha fatto più danni di una bomba - dice
don Valentino Porcile, (attuale) parroco della chiesa dei Santi Andrea e
Ambrogio - domani mattina (oggi, ndr) chiederemo un incontro al Comune e al
vescovo. Credevamo di avere a che fare con appartenenti all'ala moderata
dell'Islam. L'articolo uscito sul Corriere della Sera ci ha fatto pensare
di essere stati presi in giro».
«Allora non si trattava di un problema urbanistico - risponde a distanza il
presidente della Circoscrizione - la viabilità era un pretesto per dire che
la moschea non la si voleva. Questo conferma la mia tesi sulla nuova
Cornigliano». La partita ad ogni modo si riapre e il quartiere chiede
risposte sulla natura e l'identità specifica di questo Islam che prenderà
casa tra il supermercato dei tedeschi e i mobili da montare degli svedesi.
Daniele Grillo

17/10/2006
Leggi tutto l'articolo in pdf
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Padre Gambaro«Sono attonito»
il francescano
«Siamo intervenuti perché ci è stato richiesto dall'allora arcivescovo
Tarcisio Bertone, e l'abbiamo fatto nella convinzione di procurare
vantaggio al quartiere, che ne otterrà un centro giovanile e alloggi per
gli anziani. Se questi signori della comunità di Genova o quelli dell'Ucoii
sono dei "fuorilegge" o dei "terroristi", che qualcuno di qualificato esca
e lo dica chiaramente, dicendo che non possono costruire moschee o comprare
immobili». Padre Giampiero Gambaro, direttore della Fondazione Sorriso
Francescano e attore protagonista nella trattativa per spostare da via
Coronata a corso Perrone la sede del luogo di culto islamico, è attonito.
Non immaginava certo che attorno agli sforzi compiuti per mesi dal suo
istituto si generasse un polverone di questo genere.
«Sia chiaro: non mettiamo un euro in questa operazione - spiega nell'atrio
del convento di via Riboli - facciamo soltanto una permuta tra proprietà,
non acquistiamo nulla. E' molto diverso. Oltretutto ci togliamo un terreno
incolto che ci dà solo problemi: spesso prendono fuoco gli alberi, a causa
delle prostitute che bruciano rifiuti e sterpaglie per scaldarsi.
Dall'altra parte apriamo al quartiere un centro polifunzionale, spazi che
il quartiere chiede da tempo». "Obiettivo è cedere un terreno per evitare
che si costruisca una moschea al centro di un quartiere densamente popolato
- specifica ulteriormente in una nota la Fondazione - creando le condizioni
per realizzarla in un ambiente più defilato e con viabilità più scorrevole.
La Comunità islamica provvederà essa stessa alla costruzione della moschea
una volta ottenute dal Comune le autorizzazioni". I Francescani infatti
costruiranno nel terreno che lasceranno in cambio delle Officine
Passalacqua soltanto «un magazzino a uso moschea», un piccolo edificio che
poi dovrà essere completato e trasformato in moschea.

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lavoro repubblica

LA CITTÀ E L´IMMIGRAZIONE
Moschea a Campi, Inshallah
I frati: "Pronti allo scambio dei terreni". Tursi: "Atto tra privati"

Pericu: "Una cosa bella, ma il Comune non c´entra e non darà soldi"
Negli ultimi tempi sono sorte chiese dei Mormoni e dei Testimoni di Geova
Per costruire l´edificio di culto occorre un progetto e ottenere
l´edificabilità
DONATELLA ALFONSO


«SAREBBE una cosa bellissima» se si trovasse l´intesa tra i Francescani e
la Comunità islamica genovese per realizzare a Campi la moschea e il centro
culturale dell´Islam, dice il sindaco Beppe Perìcu: ma sia chiaro, «noi non
c´entriamo, non abbiamo un soldo per aiutare a costruire chiese o moschee:
anche perché la religione, in un regime liberale, va garantita a tutti ma è
un fatto privato, e le procedure per la moschea sono e saranno dello stesso
tipo di tutte le altre pratiche urbanistiche. Ci siamo attenuti solo a
principi assai semplici, al dettato della nostra Costituzione che
garantisce, accanto alle altre, anche la libertà religiosa». «Per evitare
che si costruisca la moschea al centro di Cornigliano, un fatto che
originerebbe tensioni, creiamo le condizioni per farla altrove» precisa
padre Giacomo Gambaro, direttore della Fondazione Sorriso Francescano. «Se
il Comune vuole, il terreno è disponibile. Certo, attualmente è vincolato e
non è edificabile; ma ripeto, noi siamo disponibili. In cambio di quei
quattrocento metri quadrati di terreno, in una zona difficile e degradata,
a monte di corso Perrone, prenderemmo in permuta le ex officine Passalacqua
di via Coronata, uno spazio sufficiente per realizzare il centro per la
gioventù a cui pensiamo da tempo, anche se si tratterà di fare non pochi
lavori. Ma prima di andare all´intesa con la Comunità islamica, bisogna che
il Comune ci dia il permesso di costruire, e noi lo chiederemo presentando
il progetto di un magazzino. Poi, se tutto sarà a posto, cederemo il
terreno e la Comunità costruirà a proprie spese. Stiamo preparando le
carte, saranno gli uffici a pronunciarsi».
Non è certo un fatto nuovo scoprire la disponibilità dei Francescani a
collaborare per trovare una soluzione al caso-moschea. Un anno fa erano
stati interpellati per rilevare l´immobile di via Coronata, mentre la
moschea avrebbe dovuto trovare posto sempre in corso Perrone, nell´area sul
tetto di Castorama. «Saltata quell´ipotesi, ci è stato chiesto di mettere a
disposizione l´area. Il discorso si è avviato, per noi va bene. Ci dicano
se è possibile» insiste padre Gambaro. «La procedura amministrativa in
questo momento è a zero - precisa il sindaco - aspettiamo le domande, si
vedranno i vari passaggi tecnici. Altri siti? Non spetta al Comune
cercarli». Ma garantire che si possano fare, sì: e non a caso, sottolinea
Perìcu, da poco tempo si è inaugurata a Genova una chiesa dei Mormoni, una
nuova sede religiosa per i testimoni di Geova. «Abbiamo dato una mano anche
alla chiesa ortodossa romena di Sestri - dice dal canto suo Stefano
Bernini, presidente della circoscrizione medio ponente - nel senso che gli
abbiamo dato calce, cemento e cazzuole. I lavori se li sono fatti da sé, ma
ci fa piacere che una parte della nostra comunità abbia un suo luogo
d´incontro. Da laico, penso che non stia al Comune scegliere dove costruire
chiese, moschee o templi».
A chiamare in causa i Francescani era stato un vero e proprio vertice tra
Perìcu, il cardinale Bertone e l´assessore alla città solidale Paolo
Veardo; i dubbi dell´attuale segretario di Stato vaticano sulla moschea a
Cornigliano, in risposte alle proteste avanzate dai parroci, erano stati
chiariti proprio dall´intervento di Perìcu sulla necessità di garantire ad
ogni religione la possibilità di celebrare i propri culti. Ed erano stati i
parroci ad indicare l´area di proprietà dei Francescani, adiacente alla
struttura del Sorriso e al Convento dei Cappuccini. La Fondazione, dopo le
consultazioni con i superiori e con la Curia, aveva detto di sì. Ma l´idea,
rilanciata nei giorni scorsi, ha suscitato perplessità tra chi non accetta
che religioni diverse possano coesistere, o che un centro islamico possa
essere semplicemente un luogo di incontro, non un potenziale centro
terroristico. «Penso che nel caso solo la questura possa occuparsi di
questioni di ordine pubblico, non i frati» obietta Padre Gambaro. «Se
all´interno o accanto all´attività religiosa si sviluppano azioni
criminose, l´iniziativa di individuarle e reprimerle compete al ministero
dell´interno, a forze dell´ordine e magistratura, non certo
all´amministrazione», obietta duramente il sindaco. La moschea sarà a
Campi, allora? «Per noi, fino a questo momento, c´è solo una richiesta per
via Coronata. Eventuali intese tra privati le valuteremmo con interesse»
dice Mario Margini, assessore allo sviluppo. Voi fate, noi vi diciamo se si
può, insomma. E se non si potesse? «Non penso che si possa ancora insistere
su Cornigliano» sospira Margini.


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"Eppure il vento soffia ancora...." Pierangelo Bertoli (1942 - 2002)

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(luglio 2001).
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