Forse un'iniziativa concreta per dare una mano con pochi soldi.
ciao a tutti
Nicola.
Finanza
Il microcredito è on line
F. C.
Catherine Sialo ha 36 anni; è sposata con due figli e vive a Kiserian, nel Kenya. Il 5 ottobre ha chiesto un prestito di 300 dollari che si impegna a rimborsare in 12-18 mesi e con cui acquistare parrucche, shampoo e altri prodotti per rifornire il suo negozio di parrucchiera. Iniziò quasi per caso, facendo treccine nei capelli alle ragazzine di scuola. Ebbe un primo prestito di 117 dollari nel 2004, che ha restituito agevolmente; quello successivo, di 200 dollari, venne usato per acquistare un asciugacapelli e altri prodotti cosmetici. Ora vuole migliorare le sue forniture e per questo si è rivolta al sito internet Kiva.org, aperto due anni fa dai coniugi americani Matthew e Jessica Flannery. Lo fecero di ritorno dall'Africa dove erano rimasti colpiti dalla quantità e qualità di alcuni progetti di imprenditoria di villaggio.
Erano esempi di microfinanza, dove delle banche locali prestavano qualche centinaio di dollari a piccole imprese, quasi sempre gestiti donne, per aprire una qualche attività, per lo più di commercio. Il caso più noto internazionalmente è quello della Grameen Bank che iniziò le sue attività nell'ormai lontano 1979, in Bangladesh. Ma il denaro costa comunque, specie quando chiesto alle banche, e allora come trovarlo senza oneri eccessivi?
La parola Kiva in Swahili significa «accordo» o «unità». Usa un meccanismo simile a quello di eBay, dove si svolgono le aste online sugli oggetti più disparati, ma in questo caso tutto è rigorosamente no profit: il sito perciò raccoglie, vaglia e segnala in rete le richieste di prestito che arrivano dai paesi più diversi come Honduras, Uganda, Samoa, e sollecita noi singoli finanziatori volontari a contribuire alla raccolta, da un minimo di 25 dollari in su. In questo modo il rischio viene ripartito e risulta minimo. Il prestito avviene attraverso un'istituzione di microcredito che agisce come partner locale. Nel caso di Catherine si tratta per esempio del Women`s Economic Empowerment Consort. Le ong dunque non fanno ricorso alle banche esose, ma al volontariato di rete. Periodicamente coloro che hanno prestato dei soldi vengono aggiornati, sia sul sito che via e-mail, riguardo allo sviluppo del progetto che hanno finanziato. L'interesse caricato al creditore viene usato solo per le spese di gestione e chi presta non riscuote alcun interesse; semplicemente gli vengono restituiti i soldi, di solito nel giro di un anno. Ognuno di questi business è anche una storia umana e per ogni progetto c'è una scheda personale, con foto, del destinatario/a del prestito.
Siti analoghi, ma anche assai diversi, sono Prosper.com, cui ricorrono specialmente cittadini americani per pagare i debiti contratti con le carte di credito, e Zopa.com. In entrambi, i crediti vengono remunerati con un certo interesse. Prosper in particolare usa un meccanismo di fiducia: i singoli aderenti possono associarsi in gruppi e più un gruppo è puntuale nella restituzione, più facilmente riceverà altri prestiti. In tutti questi casi vale lo slogan che un prestito può cambiarti la vita.
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