Una manifestazione per i diritti della famiglia Chfouka e di tutti i migranti. È fissato domani (sabato 14) alle 17, in piazza della Stazione, l'appuntamento per il corteo organizzato da Acli, Aimac, Arci, Associazione di Mutuo Soccorso "Andrea Macchia", Cgil, Cisl, Uil, Cittadinanzattiva, Equinozio, Gruppo Mani Tese e Collettivo Immagini Appese. "Continuiamo a chiedere la positiva risoluzione del caso di Salah Chfouka - dicono i promotori - e della sua famiglia con il permesso di soggiorno definitivo per tutto il nucleo familiare e la revoca della sospensione dall'Università di Ymane. La manifestazione servirà a richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica all'incredibile caso che si trascina ormai da più di due anni, ma anche sulla necessità che le istituzioni e la società civile lavorino all'affermazione dei diritti di tutti i migranti. Nel volantino che indice la manifestazione ci sono scritti alcuni "sì" e alcuni "no". Diciamo no alla legge Bossi - Fini, ai Centri di Permanenza Temporanea, allo sfruttamento, al caporalato, al razzismo istituzionale, alla corruzione, al lavoro nero alla prepotenza. Diciamo sì a costruire insieme percorsi per la legalità, per i diritti, per la casa, la dignità, il lavoro, la trasparenza, la libertà, il diritto a rimanere nel nostro paese". Intanto le adesioni all'appello che chiede la regolarizzazione della famiglia Chfouka sono arrivate a quota mille. Numerose le adesioni anche dal mondo degli immigrati, tra queste la Consulta islamica presso il Ministero degli Interni, la Confederazione marocchina, l'Associazione delle Donne marocchine, il Centro Islamico Colle Val D'Elsa e varie comunità di immigrati di tutta la Toscana.
Forte è la mobilitazioni delle istituzioni e dei parlamentari locali che si sono attivati con decisione per risolvere quanto prima questa incresciosa situazione, lo stesso Presidente della Regione toscana, Claudio Martini, ha dato la sua disponibilità per un incontro in tempi rapidi con la famiglia Chfouka.
Domani (sabato) sarà il tredicesimo giorno di sciopero della fame per Salah Chfouka e Mario Ciancarella, l'undicesimo per Alessio Ciacci, Laura Picchi e Don Alessandro Santoro, il decimo per Tommaso Centoni, il nono per Virginio Bertini, il settimo per Rocco Altieri, il quinto per Rachele Carini, Donatella Frediani e Giuliana Fogli e il quarto per Matteo Giordano. Gli scioperanti hanno già perso fino a più di cinque chili e coloro che stanno digiunando da più giorni cominciano ad avvertire i primi seri disturbi. Il noto medico Elio Rossi, che fin dai primi giorni segue costantemente lo stato di salute degli scioperanti, nei giorni scorsi ha rivolto un caloroso appello alle autorità competenti affinché risolvano il caso nel più breve tempo possibile, per evitare il deterioramento della situazione e la probabile ospedalizzazione. Il Pronto Soccorso di Lucca e la direzione sanitaria dell'ospedale di Lucca sono state allertate dal medico perché nelle prossime ore lo stato di salute degli scioperanti potrebbe aggravarsi.
Oggi alcuni degli scioperanti hanno incontrato il vescovo di Lucca Mons. Italo Castellani che ha ribadito loro il proprio impegno per contribuire a rivolere il caso, facendo proprio il comunicato emesso nei giorni scorsi dall'Ufficio Missionario della Diocesi. Sulla vicenda, che con il lungo servizio del Tg3 nazionale di giovedì sera ha assunto ormai un rilievo nazionale - lunedì alle 12.20 su Rai Tre la trasmissione Shukran ricostruirà tutta la storia di Salah Chfouka e documenterà la mobilitazione in atto a Lucca - si stanno interessando anche in particolare l'onorevole Raffaella Mariani e gli assessori regionali Massimo Toschi e Giuseppe Bertolucci. Nei prossimi giorni la famiglia Chfouka incontrerà anche il presidente della Regione Toscana Claudio Martini. Domani (sabato), alle 17, sarà il momento della manifestazione che farà tappa anche sotto gli uffici della Questura di Lucca e, dopo aver percorso il centro storico terminerà in piazza Grande davanti alla Prefettura. Proprio sotto la Prefettura si sposterà il presidio giornaliero organizzato dai manifestanti che, dopo essere rimasto per due settimane davanti alla stazione, andrà avanti, ogni giorno, fino a che il caso non sarà risolto, dalle 18 alle 19.