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Legge Finanziaria 2006
Cosa succede se il Catasto passa ai Comuni?
Roma – giovedì, 12 ottobre 2006
1. I Comuni dovranno dotarsi di strumenti, locali e persone capaci di
gestire il Catasto. Quindi tempi lunghi, servizi da riorganizzare, personale
da qualificare. I costi ed i disagi, ovviamente, saranno sulle spalle dei
cittadini.
2. Le rendite e/o i valori delle case saranno stabilite dai Comuni che si
dovranno “divincolare” dalle sicure pressioni di categorie interessate.
Non ci sarà più un’unità territoriale, quindi nessuna equità fiscale e
non sarà più possibile sapere dove e chi sta pagando più o meno tasse.
Questo avrà una forte ricaduta sulle compravendite, l’ICI, l’IRPEF e
tutte le tasse e imposte che gravano sulla casa.
3. I cittadini potranno recarsi in Comune a richiedere le visure e i
certificati catastali. Questo servizio è già disponibile da diversi anni e
tutti i comuni che lo hanno richiesto lo stanno già utilizzando (sono circa
360 su 8000) quindi non serve il decentramento per questo, anzi l’Agenzia
del Territorio che ora gestisce il Catasto permette le visure da casa ai
cittadini utilizzando il sito internet delle Poste italiane.
4. Dicono che sarà possibile una maggiore lotta all’evasione fiscale da
parte dei Comuni. Falso! Per fare questo basta utilizzare correttamente la
banca dati catastale integrandola con quella comunale. Non si può
impunemente dichiarare che smembrando il Catasto in migliaia di pezzi (8.000
sono i comuni che dovrebbero gestirlo) si migliorerà la lotta
all’evasione. Nel 1886 esistevano in Italia 24 catasti e si è
correttamente pensato di unirli per creare maggiore omogeneità fiscale. La
storia non insegna nulla o forse neanche si conosce.
Quali sono i motivi del decentramento ?
* Sicuramente per fare favorire alcune categorie che nella gestione comunale
del catasto troverebbero “gioco facile” per attuare i propri interessi
difficilmente realizzabili con un organismo di carattere nazionale com’è
adesso l’Agenzia del Territorio.
* Il Governo usa il Catasto come merce di scambio facendosi perdonare dagli
Enti locali i cospicui tagli varati con la finanziaria 2007. In questo modo
però la fregatura per i Comuni è doppia: i tagli con la finanziaria e i
costi di gestione del Catasto.
La realtà è che si usa l’opinione pubblica che grazie ai mass media, la
classe politica ed i sindacati di partito continua a vedere l’impiegato
catastale come un lavativo corrotto. Questo pregiudizio è difficile da
cambiare perché non si racconta il veloce e continuo progresso tecnologico
e di formazione che ha realizzato il Catasto negli ultimi 5 anni. Si sono
tolti 20 anni di arretrato, si sono raggiunti obiettivi di qualità e
produttività elevati, l’aggiornamento della banca dati è diventato
giornaliero, è possibile richiedere via internet la correzione degli
errori, ogni processo catastale è stato informatizzato, portando il catasto
nello studio dei notai e dei professionisti che possono lavorare senza
uscire di casa e molto altro ancora che è impossibile sintetizzare in una
pagina.
Quindi bisogna con forza dire NO al decentramento del Catasto e SI ad un
efficace lotta all’evasione fiscale.
Federazione Nazionale RdB-CUB Agenzie Fiscali Roma