[NuovoLab] [Fwd: laboratorio pace] da Franco Fuselli

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Tárgy: [NuovoLab] [Fwd: laboratorio pace] da Franco Fuselli
Inoltro da parte di Franco Fuselli, con la proposta di discuterne
martedì alle 18 alla casa per la pace.
Ciao
Norma

Cerco di riprendere il filo delle cose dette martedì 26 settembre alla
Casa per la Pace, con lo scopo ambiziosissimo di aprire una discussione
il più possibile organica e mirata ad individuare in quale direzione
muoverci e quali obiettivi ci possiamo realisticamente porre, almeno
per l'immediato futuro. Ovviamente così a caldo sarò impreciso,
incompleto e velleitario, ma spero comunque di stimolare il contributo
di tante e tanti.
Tralascio volutamente la questione dello stato del movimento, di cui
abbiamo già detto, e provo a buttare sul tavolo del dibattito alcune
questioni:

-è normale, la storia ce lo insegna, che un governo"amico" crei
difficoltà peculiari, penso che non avendo noi l'ingrato compito di
votare in parlamento, dobbiamo evitare di avvitarci eccessivamente in
discussioni tipo: bisogna votare contro oppure no quel decreto o
provvedimento che sia. Naturale che se ne parli e si discuta, ma ad un
certo punto credo si debba recuperare la propria posizione a prescindere
dall'interlocutore e lavorare senza timidezze (o -peggio- ipocrisie) al
raggiungimento dei nostri obiettivi di No alla guerra e Sì alla Pace.

-quali strumenti utilizzare: ritengo che qui occorra inventarci
qualcosa; è evidente che non stiamo vivendo un momento propizio alle
grandi manifestazioni di piazza, quindi fermo restando lo sforzo per
essere comunque visibili (ora di silenzio per la pace, dibattiti
pubblici, comunicati stampa, ecc.), vediamo se possiamo individuare
nuovi strumenti che ci aprano spazi e possibilità di dialogo con persone
che magari sono sensibili ed interessate alle nostre proposte, ma che
normalmente non riusciamo a raggiungere, visto che non possediamo nè
abbiamo accesso a mezzi di comunicazione di massa. Insomma partire da un
lavoro sul territorio, utilizzando -perchè no?- la prossima campagna
elettorale per comune e provincia di Genova.
-per sfruttare questa opportunità penso che potremmo utilizzare uno
degli strumenti che oggi fanno tendenza: le PRIMARIE.
Attenzione, personalmente le considero , per come vengono proposte e
gestite dai partiti, una cialtronesca presa in giro, qualcosa di
estraneo alla nostra cultura politica, una pericolosa furbata di qualche
segreteria di partito, una passerella per soubrette della politica o per
qualche anziano poeta birichino e narcisista, ecc.ecc. Insomma tutto
fuorchè un percorso di "partecipazione democratica", (ricorda
qualcosa?). Allora la questione è utilizzarle come occasione sia per
acquistare una visibilità altrimenti impensabile per le nostre proposte,
sia per rompere la cappa di conformismo dei riti della politica attuale
facendo emergere le alternative che possiamo proporre e le
contraddizioni della "controparte". Insomma un utilizzo provocatorio,
situazionista, di un metodo discutibilissimo, ma che può provocare
appunto sconcerto e curiosità ovvero attenzione da parte dei mezzi di
comunicazione che ,altrimenti ,sappiamo poco interessati alle nostre
iniziative. Provo ad immaginare come fare le nostre primarie, cercando
di definirne, a grandi linee, forma e contenuti:

-LA FORMA: per semplicità la definirei " assembleare ", con tutte le
difficoltà ed i rischi. Credo che si debba costruire un percorso di
incontri andando noi verso le persone (luoghi di lavoro, scuola,
comunità di immigrati e nomadi, sì anche loro e anche se non
votano, perchè hanno comunque diritto di partecipazione). Intendo dire
che, mentre anche a Genova personaggi un po' sbiaditi reclutano esperti
di convention e primarie targate U.S.A., noi potremmo fare riferimento
alle esperienze di costruzione dal basso, di partecipazione vera dei
movimenti di resistenza indigena, negra e popolare dell'altra faccia del
continente America, quella del Centro e del Sud, naturalmente con tutto
il rispetto e fatte le debite proporzioni. Con modestia ed intelligenza.

LA CANDIDATURA: ovviamente VIRTUALE, perchè naturalmente non possiamo
nè vogliamo partecipare alle elezioni. Gli obiettivi sono altri.
Comunque si potrebbe pensare di candidare un Collettivo, magari di
persone non eleggibili, per es. perchè non cittadini italiani.

-PROGRAMMA: lo spazio per i contenuti programmatici lo lascio
volutamente libero, sapendo che le idee non mancano, anzi. Quindi se ci
pare ,parliamone.

Ringrazio per l'attenzione e se credete fatela girare anche perchè non
ho tutti gli indirizzi . saluto tutte e tutti. franco

p.s.Il Manifesto di oggi 27/09, pg. 4: Farsa libanese alla Camera - voto
bipartisan a favore dell'o.d.g. del centrodestra che sancisce "lo
spirito umanitario e di pace nelle missioni internazionali, sempre in
linea con l'art.11 della Costituzione". Tutte assieme, Iraq compreso.
Niente male!





Cerco di riprendere il filo delle cose dette martedì 26 settembre alla Casa per la Pace, con lo scopo ambiziosissimo di aprire una discussione il più possibile organica e mirata ad individuare in quale direzione muoverci e quali obiettivi ci possiamo realisticamente porre, almeno per l'immediato futuro. Ovviamente così a caldo sarò impreciso, incompleto e velleitario, ma spero comunque di stimolare il contributo di tante e tanti.
Tralascio volutamente la questione dello stato del movimento, di cui abbiamo già detto, e provo a buttare sul tavolo del dibattito alcune questioni:

-è normale, la storia ce lo insegna, che un governo"amico" crei difficoltà peculiari, penso che non avendo noi l'ingrato compito di votare in parlamento, dobbiamo evitare di avvitarci eccessivamente in discussioni tipo: bisogna votare contro oppure no quel decreto o provvedimento che sia. Naturale che se ne parli e si discuta, ma ad un certo punto credo si debba recuperare la propria posizione a prescindere dall'interlocutore e lavorare senza timidezze (o -peggio- ipocrisie) al raggiungimento dei nostri obiettivi di No alla guerra e Sì alla Pace.

-quali strumenti utilizzare: ritengo che qui occorra inventarci qualcosa; è evidente che non stiamo vivendo un momento propizio alle grandi manifestazioni di piazza, quindi fermo restando lo sforzo per essere comunque visibili (ora di silenzio per la pace, dibattiti pubblici, comunicati stampa, ecc.), vediamo se possiamo individuare nuovi strumenti che ci aprano spazi e possibilità di dialogo con persone che magari sono sensibili ed interessate alle nostre proposte, ma che normalmente non riusciamo a raggiungere, visto che non possediamo nè abbiamo accesso a mezzi di comunicazione di massa. Insomma partire da un lavoro sul territorio, utilizzando -perchè no?- la prossima campagna elettorale per comune e provincia di Genova.
-per sfruttare questa opportunità penso che potremmo utilizzare uno degli strumenti che oggi fanno tendenza: le PRIMARIE. Attenzione, personalmente le considero , per come vengono proposte e gestite dai partiti, una cialtronesca presa in giro, qualcosa di estraneo alla nostra cultura politica, una pericolosa furbata di qualche segreteria di partito, una passerella per soubrette della politica o per qualche anziano poeta birichino e narcisista, ecc.ecc. Insomma tutto fuorchè un percorso di "partecipazione democratica", (ricorda qualcosa?). Allora la questione è utilizzarle come occasione sia per acquistare una visibilità altrimenti impensabile per le nostre proposte, sia per rompere la cappa di conformismo dei riti della politica attuale facendo emergere le alternative che possiamo proporre e le contraddizioni della "controparte". Insomma un utilizzo provocatorio, situazionista, di un metodo discutibilissimo, ma che può provocare appunto sconcerto e curiosità ovvero attenzione da parte dei mezzi di comunicazione che ,altrimenti ,sappiamo poco interessati alle nostre iniziative. Provo ad immaginare come fare le nostre primarie, cercando di definirne, a grandi linee, forma e contenuti:

-LA FORMA: per semplicità la definirei " assembleare ", con tutte le difficoltà ed i rischi. Credo che si debba costruire un percorso di incontri andando noi verso le persone (luoghi di lavoro, scuola, comunità di immigrati e nomadi, sì anche loro e anche se non votano, perchè hanno comunque diritto di partecipazione). Intendo dire che, mentre anche a Genova personaggi un po' sbiaditi reclutano esperti di convention e primarie targate U.S.A., noi potremmo fare riferimento alle esperienze di costruzione dal basso, di partecipazione vera dei movimenti di resistenza indigena, negra e popolare dell'altra faccia del continente America, quella del Centro e del Sud, naturalmente con tutto il rispetto e fatte le debite proporzioni. Con modestia ed intelligenza.

LA CANDIDATURA: ovviamente VIRTUALE, perchè naturalmente non possiamo nè vogliamo partecipare alle elezioni. Gli obiettivi sono altri. Comunque si potrebbe pensare di candidare un Collettivo, magari di persone non eleggibili, per es. perchè non cittadini italiani.

-PROGRAMMA: lo spazio per i contenuti programmatici lo lascio volutamente libero, sapendo che le idee non mancano, anzi. Quindi se ci pare ,parliamone.

Ringrazio per l'attenzione e se credete fatela girare anche perchè non ho tutti gli indirizzi . saluto tutte e tutti. franco

p.s.Il Manifesto di oggi 27/09, pg. 4: Farsa libanese alla Camera - voto bipartisan a favore dell'o.d.g. del centrodestra che sancisce "lo spirito umanitario e di pace nelle missioni internazionali, sempre in linea con l'art.11 della Costituzione". Tutte assieme, Iraq compreso. Niente male!