ciclofficina don chisciotte wrote:
> Se riesci a leggere la lista....
> Mandaci le date precise/previste degli incontri e dalla manifestazione
> nazionale contro le grandi opere. Noi non mancheremo, stasera ne
> parliano e magari domani sera ne accenniamo all'assemblea Snia.
>
> Ciclofficina Don Chisciotte
------- Original Message --------
Date: Mon, 25 Sep 2006 18:07:32 +0200 (CEST)
From: amura salvatore <salvatore.amura@???>
No Ponte, No Mose, No Tav,
(Coordinamento contro le grandi opere)
Coordinamento comuni Val di Susa,
Conferenza Permanente dei Sindaci della tratta ad AV Verona-Padova
con le prime adesioni di:
Wwf, Legambiente, Italia Nostra,
Campagna Sbilanciamoci, Rete del Nuovo Municipio
Fiom, Carta cantieri sociali, il Manifesto, Medicina Democratica
ORGANIZZANO
Manifestazione Nazionale
14 OTTOBRE ore 14,30 A ROMA
CONTRO LA LEGGE OBIETTIVO E LE GRANDI OPERE DANNOSE,
PER UN NUOVO PIANO DEI TRASPORTI E DELLA MOBILITA’
E PER LE INFRASTRUTTURE CHE SERVONO
AL PAESE E AL TERRITORIO
Dal 2001 al 2005, con il governo Berlusconi, abbiamo vissuto una
stagione in cui le politiche governative hanno tentato di imporre
scelte infrastrutturali e impiantistiche nel campo dei trasporti,
dell’energia e dei rifiuti, contro gli interessi strategici del
Paese, senza un reale coinvolgimento delle comunità locali e dei loro
diretti rappresentanti, eludendo la valutazione ambientale strategica
preventiva di piani e programmi, facendo carta straccia della
valutazione di impatto ambientale.
In questo periodo, con le norme derivanti dalla Legge Obiettivo e le
scelte contenute nel Primo Programma delle infrastrutture
strategiche, è stata esasperata la logica del "realizzare senza
pensare" opere contro il senso comune e la razionalità, oltre che
spesso contro l'ambiente, la cultura e il paesaggio italiano e
contro, gli stessi vincoli economico-finanziari del bilancio dello
Stato.
Le grandi opere che veramente servono all’Italia dovrebbero essere
finalizzate a trasferire le merci dalla strada, alla ferrovia e alle
navi; a creare una rete logistica intermodale; a realizzare politiche
coordinate per la mobilità urbana; a razionalizzare i sistemi idrici;
a prevenire e contrastare il dissesto idrogeologico; a risanare e
riqualificare i beni culturali, artistici e archeologici; a tutelare,
valorizzare e promuovere il territorio, il paesaggio e la biodiversità.
Finora, invece, sono state sottovalutate le condizioni del
territorio, sia in termini di fragilità dell'assetto idrogeologico
che rispetto alla perdita di funzionalità e di qualità del paesaggio
legata agli eccessi di urbanizzazione e infrastruturazione
registratisi in questi anni.
Al tempo stesso, le comunità territoriali e gli stessi comuni sono
stati quasi del tutto esclusi dal confronto e dalle decisioni sulle
infrastrutture da realizzare. Oggi occorre tornare al più presto a un
normale funzionamento dei meccanismi democratici e della
partecipazione: chi vive nei territori interessati da grandi progetti
infrastrutturali non rivendica un potere di veto ma pretende di non
essere considerato “oggetto” di scelte decise altrove.
Non sono stati neanche fatti i conti con la reale disponibilità di
risorse economiche-finanziarie, impostando un programma di interventi
“a pioggia”, per la realizzazione di 531 progetti dal costo
complessivo di 264 miliardi di euro, che costituisce un’ipoteca che
graverà sui conti pubblici per i prossimi 20 anni.
Nel programma del Governo è stato dichiarato il fallimento della
Legge Obiettivo, ma non sono stati ancora compiuti atti chiari e
univoci per superare le norme e le procedure che da questa derivano
e abbandonare il programma delle infrastrutture strategiche,
cominciando dai progetti sul ponte sullo Stretto di Messina e delle
tratte dell’Alta Velocità.
Per questo noi scendiamo in piazza il 14 ottobre a Roma per chiedere:
- il superamento della Legge Obiettivo e dei provvedimenti da
questa derivati e il congelamento (a partire dalla Legge Finanziaria
2007) del Primo Programma delle infrastrutture strategiche, che hanno
consentito di fare carta straccia delle valutazioni ambientali su
piani, programmi e progetti e hanno umiliato la partecipazione degli
enti e delle popolazioni locali;
- l’adeguamento del Piano generale dei Trasporti varato
nell’aprile 2001 alle esigenze di mobilità del Paese e la redazione
di nuovi Piani e Programmi, nazionali e regionali, per l'energia, i
rifiuti, il territorio, il paesaggio, realizzati secondo l'approccio
irrinunciabile della tutela e valorizzazione ambientale, della
partecipazione dei cittadini e della reale utilità economica e
sociale degli interventi proposti,
- una nuova stagione di sicurezza, trasparenza e legalità nel
mercato dei lavori pubblici, che superi le norme criminogene sui
general contractor, le rendite di posizione dei concessionari e
l’abuso incontrollato dei sub-appalti.
TUTTI A ROMA IL 14 OTTOBRE
#############################
Piattaforma della manifestazione
"Dal 2001 al 2005, con il governo Berlusconi, abbiamo vissuto una
stagione in cui le politiche governative hanno tentato di imporre scelte
infrastrutturali e impiantistiche nel campo dei trasporti, dell'energia
e dei rifiuti, contro gli interessi strategici del Paese, senza un reale
coinvolgimento delle comunità locali e dei loro diretti rappresentanti,
eludendo la valutazione ambientale strategica preventiva di piani e
programmi, facendo carta straccia della valutazione di impatto ambientale.
In questo periodo, con le norme derivanti dalla Legge Obiettivo e le
scelte contenute nel Primo Programma delle infrastrutture strategiche, è
stata esasperata la logica del "realizzare senza pensare" opere contro
il senso comune e la razionalità, oltre che spesso contro l'ambiente, la
cultura e il paesaggio italiano e contro, gli stessi vincoli
economico-finanziari del bilancio dello Stato.
Le grandi opere che veramente servono all'Italia dovrebbero essere
finalizzate a trasferire le merci dalla strada, alla ferrovia e alle
navi; a creare una rete logistica intermodale; a realizzare politiche
coordinate per la mobilità urbana; a razionalizzare i sistemi idrici; a
prevenire e contrastare il dissesto idrogeologico; a risanare e
riqualificare i beni culturali, artistici e archeologici; a tutelare,
valorizzare e promuovere il territorio, il paesaggio e la biodiversità.
Finora, invece, sono state sottovalutate le condizioni del territorio,
sia in termini di fragilità dell'assetto idrogeologico che rispetto alla
perdita di funzionalità e di qualità del paesaggio legata agli eccessi
di urbanizzazione e infrastruturazione registratisi in questi anni.
Al tempo stesso, le comunità territoriali e gli stessi comuni sono stati
quasi del tutto esclusi dal confronto e dalle decisioni sulle
infrastrutture da realizzare. Oggi occorre tornare al più presto a un
normale funzionamento dei meccanismi democratici e della partecipazione:
chi vive nei territori interessati da grandi progetti infrastrutturali
non rivendica un potere di veto ma pretende di non essere considerato
"oggetto" di scelte decise altrove.
Non sono stati neanche fatti i conti con la reale disponibilità di
risorse economiche-finanziarie, impostando un programma di interventi "a
pioggia", per la realizzazione di 531 progetti dal costo complessivo di
264 miliardi di euro, che costituisce un'ipoteca che graverà sui conti
pubblici per i prossimi 20 anni.
Nel programma del Governo è stato dichiarato il fallimento della Legge
Obiettivo, ma non sono stati ancora compiuti atti chiari e univoci per
superare le norme e le procedure che da questa derivano e abbandonare
il programma delle infrastrutture strategiche, cominciando dai progetti
sul ponte sullo Stretto di Messina e delle tratte dell'Alta Velocità.
Per questo noi scendiamo in piazza il 14 ottobre a Roma per chiedere:
* il superamento della Legge Obiettivo e dei provvedimenti da questa
derivati e il congelamento (a partire dalla Legge Finanziaria 2007) del
Primo Programma delle infrastrutture strategiche, che hanno consentito
di fare carta straccia delle valutazioni ambientali su piani, programmi
e progetti e hanno umiliato la partecipazione degli enti e delle
popolazioni locali;
* l'adeguamento del Piano generale dei Trasporti varato nell'aprile
2001 alle esigenze di mobilità del Paese e la redazione di nuovi Piani
e Programmi, nazionali e regionali, per l'energia, i rifiuti, il
territorio, il paesaggio, realizzati secondo l'approccio irrinunciabile
della tutela e valorizzazione ambientale, della partecipazione dei
cittadini e della reale utilità economica e sociale degli interventi
proposti;
* una nuova stagione di sicurezza, trasparenza e legalità nel
mercato dei lavori pubblici, che superi le norme criminogene sui general
contractor, le rendite di posizione dei concessionari e l'abuso
incontrollato dei sub-appalti.
Sulla base di questa piattaforma viene chiesta l'adesione e la
partecipazione di associazioni, comitati, coordinamenti, enti locali,
forze politiche e sociali, singoli cittadini e cittadine! Le adesioni
vanno inviate alla seguente email: romalazio@???
<
mailto:romalazio@carta.org> . Per informazioni: Carta cantieri
sociali: tel. 06/80692244
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