Facciamo un po' di chiarezza.
In un paese devastato dove ci sono 30 milioni di biciclette incarcerate
nelle cantine mi sembra che tutto serva meno che una bicicletta del popolo
per mandare la gente in bici e buttare le macchine.
Un buon approccio al problema lo trovate sul volantone "asserviti alla
mobilità" edito da A Rivista anarchica, disponibile in rete da un bel po'.
Il paragrafo dove si parla dell'innamoramento per l'automobile è
illuminante.
Costruirsi una buona bici con 100 euro? Disponendo della cifra è molto più
facile spulciarsi PortaPortese e trascinare un amico che ce capisce quando
si trova l'occasione.
Perché un copertone economico costa 7 euro, una cameradaria 2,50, solo i
cavi freno/cambio più le guaine e la minuteria so altri 4 o 5 euri. Già
stiamo a circa 25 euri.
Mancano cosette trascurabili come telaio, forcella, ruote,cambio (mozzi
cambio interno? senza cambio? freno a contropedale?), freni (solo 4 pattini
freno commerciali sono altri 3 euro), ruota libera/pacco pignoni, cannotto e
sella, la serie sterzo, se uno vuole le luci, la dinamo, insomma fateve due
conti e vedrete che escluso il telaio e la forcelle (!) con robine discrete
stiamo già a 200 euro e te la devi anche costruire tutta. Quindi il costo di
una buona bicicletta dipende dall'uso che uno ne vuol fare, secondo dal modo
in cui uno recupera i pezzi. Tutto sto popò di analisi e pratica lo facciamo
già da tre anni (domani è il compleanno...) in ciclofficina donchisciotte,
certo non escono fuori biciclette tutte uguali, uno se la vernicia come gli
pare e se gli pare, chi ha più tempo e pazienza usa meno denaro perché si
può recuperare fino all'ultima rondella dai rottami, chi ha più fretta se
comprerà qualcosa nuovo qua e là. Stando così le cose me dite come si fa a
proporre una "bici del popolo"?
Le bici da supermercato sono una schifezza, però se vi comprate
separatamente la metà dei pezzi che le compongono e di pari qualità (cioè
zero) spendete il doppio di quanto costa la bici già montata. Vi siete mai
chiesti perché? Se non l'avete ancora fatto fatelo ora, se azzeccate subito
la risposta vuol dire che avete capito cos'è quella cosa che si chiama
capitalismo e dominio dell'economia.
Poi ognuno può avere la sua preferenza sul tipo di bici però non ci
dimentichiamo che lo "sviluppo" della tecnologia ha sempre a che fare con la
cosa di cui sopra, per cui capita di riempirsi la vita di una quantità di
roba inutile al punto che la vita nun se vede più dove sta!
L'attenzione alla qualità, al recupero e al riciclo è una cosa che non è
esclusiva di una ciclofficina sociale o popolare. Anche un artigiano o
commerciante può avere queste attenzioni, con una differenza fondamentale:
una ciclofficina (mo parlo della donqui) non contempla il profitto e il
commercio fra i propri scopi e certe attenzioni sono il punto di incontro di
consapevolezze individuali (socializzazione di conoscenze) che si traducono
in un percosrso collettivo.
Un artigiano o commerciante deve produrre reddito e fra le sue mani passa
della merce e deve sottostare a tutte le regole del mercato e partecipare in
qualche modo al grande gioco del consuma/butta/ricompra, utilizzando la
merce denaro come unità di misura.
Non mi sembra così difficile da afferrare sto concetto.
Ho visto centri sociali diventare discoteche, la storia dell'arroccamento
non è la prima volta che la sento.....
A fine maggio forum delle ciclofficine (170...) penso che si parlerà anche
di questo.
Baci e buona CM
----- Original Message -----
From: "Giovanni Luca Ciampaglia" <junkie.dolphin@???>
To: "Prepariamoci a invadere Roma" <cm-roma@???>
Sent: Thursday, September 28, 2006 3:33 PM
Subject: Re: [Cm-roma] bici popolare
nunzio ha scritto:
> Terrificante!!!
> Come la camicia del grande timoniere.
> Una bici "no logo", monocolore, unico tipo di telaio e pure coi
> componenti quelli e basta non mi pare lasci spazio a molte illazioni
> in quanto a forma e sostanza. Il telaio più comodo in città è quello
> che ti fai tu, un po' come il volantino della cm.
>
> Il non detto....però c'è, eccome!|
> Un sito per le richieste? Si vende, si compra? Si "produce"? C'è
> un'iscrizione all'albo delle imprese, partita iva, registri,
> commercialista, tasse etc. come qualsiasi artigiano/commerciante?
> La/le ciclofficina/e è/dovrebbero essere un'altra storia. Per quanto
> mi riguarda ancora così http://ciclofficina.homelinux.org/ dove
> abbiamo anche scritto tra le altre cose: "...La Ciclofficina non
> compra, non vende e non affitta né biciclette né ricambi." Altri posti
> faranno come gli piace.
>
> Non mi incavolo, nemmeno me indigno, non trovo tracce nefaste sulla
> mia psiche dovute a queste stramberie commercial-meccaniche o ad altro
> che leggo in lista.
> Saranno gli anticorpi al titanio.
> (Comunque anche le ciclofficine hanno le ascelle.)
>
Ciao,
io credo che il progetto di Bici Popolare sia più da vedere come un
progetto di base, che una catena di montaggio che sforna bici anonime
tutte uguali (la bici del soviet?
http://it.wikipedia.org/wiki/Lada_Niva )
Insomma, un'insieme di linee guida che, seguite alla lettera, permettono
di costruirti una bici, usando pezzi di recupero e qualche componente
nuova, al di sotto di una certa cifra X (100 euri, 60 euri etc), e
ovviamente utilizzando le attrezzature della "rete" di ciclofficine
esistenti.
--
Giovanni
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