著者: Edoardo Magnone 日付: To: forumgenova 題目: [NuovoLab] Gaza sta morendo
L'unica cosa da non fare è girarsi dall'altra parte!
Edoardo Magnone
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The Independent - Znet - 28 settembre 2006
Gaza è una prigione. A nessuno è consentito di andarsene. Stiamo tutti morendo
di fame ora. Mentre gli occhi del mondo sono tutti puntati sulla guerra in
Libano e in Iraq, la situazione a Gaza sta precipitando
di Patrick Cockburn
Gaza sta morendo. L'assedio israeliano dell'enclave palestinese è così stretto
che la popolazione è sul punto di morire di fame. Qui sulle sponde del
Mediterraneo una grande tragedia è in atto, ma nessuno sembra curarsene visto
che l'attenzione del mondo è tutta rivolta alle guerre in Libano e in Iraq.
Un'intera società viene distrutta. Un milione e mezzo di palestinesi sono
imprigionati nell'area più popolata del pianeta. Israele ha bloccato qualsiasi
attività commerciale. I pescatori non possono allontanarsi dalla costa e si
vedono costretti a sfidare le onde tentando vanamente di catturare pesci con
reti gettate a mano.
Molte persone sono state uccise da incursioni terrestri ed aeree effettuate ogni
giorno da Israele. Dal 25 giugno, 262 persone sono state uccise e 1200 ferite,
60 delle quali hanno avuto gambe o braccia amputate, queste le stime di Juma
al-Saqa, direttore dell'ospedale al-Shifa di Gaza, struttura in cui le scorte
di medicinali stanno assottigliandosi giorno dopo giorno. Tra le vittime, 64
bambini e 26 donne. Il sanguinoso conflitto di Gaza ha ricevuto solo una minima
frazione dell'attenzione dedicata dai media internazionali alla guerra in
Libano.
Era il 25 giugno il giorno in cui il soldato israeliano Gilad Shalit venne
catturato ed altri due soldati uccisi dalle milizie palestinesi, le quali si
servirono poi di un tunnel per fuggire dalla striscia di Gaza. Gideon Levy
racconta nel quotidiano Haaretz che in seguito a ciò l'esercito israeliano "ha
infuriato su Gaza - non ci sono parole più adatte per descrivere la situazione
- uccidendo e distruggendo, bombardando e facendo saltare in aria tutto,
indiscriminatamente". Gaza è stata letteralmente invasa da truppe e carri
armati israeliani che andavano e venivano a piacimento. Nel quartiere
settentrionale di Shajhayeh gli israeliani hanno occupato numerose case e vi
sono rimasti per cinque giorni. Fino al giorno della loro ritirata, ben 22
palestinesi hanno perso la vita, tre case sono state distrutte ed uliveti,
mandorli ed agrumeti sono stati rasi al suolo.
Fuad al-Tuba, un contadino 61enne che fino a poco tempo fa possedeva una
fattoria da queste parti, ha detto che "gli eserciti israeliani hanno distrutto
22 dei suoi alveari e ucciso quattro pecore." Ha puntato tristemente il suo dito
verso un campo, la cui terra sabbiosa mostrava i segni impietosi dei bulldozer e
dove ceppi d'alberi e rami spezzati giacevano ammassati insieme a foglie
appassite. Lì vicino un'automobile gialla si ergeva su due ruote in mezzo ad un
blocco di cemento che un giorno doveva essere stato una piccola abitazione.
Il figlio Baher al-Tuba ha descritto come i soldati israeliani abbiano confinato
lui e i suoi parenti in una stanza della casa per cinque giorni, dove erano
riusciti a sopravvivere bevendo acqua da un piccolo stagno per i pesci. "I
cecchini si erano appostati dietro le finestre e sparavano a chiunque osasse
avvicinarsi" ha raccontato. "Hanno ucciso un mio vicino, Fathi Abu Gumbuz,
56enne, che era uscito per prendere un po' d'acqua."
A volte l'esercito israeliano avverte prima di distruggere una casa. Il suono
che i palestinesi temono di più è quello di una voce sconosciuta al telefono
che ordina di abbandonare la casa entro mezz'ora prima che questa venga
bombardata dai missili. E non c'è possibilità di replicare.
Ma non sono solo le incursioni israeliane a distruggere Gaza e la sua gente. In
un preciso resoconto della Banca Mondiale pubblicato il mese scorso, risulta
che la West Bank e Gaza stanno affrontando "un anno di recessione economica
senza precedenti. I redditi potrebbero ridursi di un terzo nel 2006 e la
povertà potrebbe colpire due terzi della popolazione." La povertà in questo
caso rappresenta un reddito pro capite pari a 2 dollari al giorno.
Ci sono segni di disperazione ovunque. Il crimine sta dilagando. La gente fa di
tutto pur di sfamare le proprie famiglie. Le truppe israeliane sono entrate
nella zona industriale di Gaza alla ricerca di tunnel scacciando la polizia
palestinese. Quando gli israeliani si sono ritirati non sono stati rimpiazzati
dalla polizia, bensì da saccheggiatori. Questa settimana tre carri trainati da
asini hanno rimosso i rifiuti metallici che sono tutto ciò che rimane delle
fabbriche che una volta davano lavoro a migliaia di persone.
"Questo è per noi l'anno peggiore dal 1948 [quando i rifugiati palestinesi si
riversarono a Gaza]" queste le parole del dottor Maged Abu-Ramadan, un ex
oculista che è oggi sindaco di Gaza City. Niente e nessuno può uscire di qui.
La gente ha iniziato a soffrire la fame. Si ciba di pane e falafel, e qualche
pomodoro e cetriolo che coltiva da sè.
I pochi lavori che gli abitanti di Gaza potevano fare per guadagnarsi del denaro
sono ora inaccessibili. Il dottor Abu-Ramadan dice che gli israeliani "hanno
distrutto il 70% degli aranceti per creare zone di sicurezza". Garofani e
fragole, due dei prodotti maggiormente esportati da Gaza, sono stati gettati
via e lasciati marcire. Un attacco aereo israeliano ha distrutto una centrale
elettrica così che il 55% di elettricità è andata sprecata. La corrente
elettrica è incostante quasi quanto a Baghdad.
L'attacco di Israele negli ultimi due mesi ha colpito una società già tramortita
dal ritiro dei sussidi dell'Unione Europea in seguito alle elezioni di Hamas al
governo palestinese lo scorso marzo. Israele sta trattenendo le imposte dovute
sui beni destinati a Gaza. Sotto pressione degli Stati Uniti, le banche arabe
all'estero non trasferiscono fondi al governo.
Due terzi della popolazione sono senza lavoro e il rimanente terzo lavora quasi
interamente per lo stato senza ricevere alcuna retribuzione. Gaza è sicuramente
la regione più povera del Mediterraneo. Il reddito pro capite annuo è di 700$,
paragonato ai 20.000$ di Israele. Le condizioni sono persino più disastrose che
in Libano dove gli Hezbollah ricompensano generosamente le vittime di guerra per
la perdita delle loro case. Come se non bastassero già tutti i problemi che Gaza
sta affrontando questa settimana, ci sono stati anche scioperi e manifestazioni
di soldati non pagati, poliziotti e agenti di sicurezza. Tutto questo era stato
organizzato da Fatah, il movimento del presidente palestinese Mahmoud Abbas,
anche conosciuto come Abu Mazen, che perse le elezioni contro Hamas lo scorso
gennaio. I suoi sostenitori hanno marciato lungo le strade agitando in aria i
loro kalashnikov. "Abu Mazen uomo di coraggio" urlavano "salvaci dal disastro".
Gli uomini armati di Hamas dallo sguardo pungente hanno cercato di non dare
troppo nell'occhio durante la manifestazione anche se le due parti sono
comunque molto vicine allo scontro diretto nelle strade.
L'assedio israeliano e il boicottaggio europeo sono una punizione collettiva per
chiunque a Gaza. Sarà difficile fermare i criminali armati. In un letto
d'ospedale a Shifa un robusto giovane di nome Ala Hejairi con ferite al collo,
alle gambe, al petto e allo stomaco ha così dichiarato:"Stavo piazzando una
mina anti-carro armato a Shajhayeh la scorsa settimana quando sono stato
colpito dal fuoco di un aereo israeliano. Ritornerò a far parte della
resistenza quando mi sentirò meglio. Perché dovrei preoccuparmi? Se muoio sarò
un martire e andrò in paradiso."
Il padre, Adel, si dichiara orgoglioso delle azioni del figlio e aggiunge che
tre dei suoi nipoti sono già martiri. Sostiene il governo di Hamas:"I paesi
arabi ed occidentali vogliono distruggere questo governo perché è il governo
della resistenza."
Mentre l'economia precipita ci sono molti giovani uomini a Gaza desiderosi di
seguire l'esempio di Ala Hejairi. Quelli che non saranno ben addestrati e ben
forniti di armi saranno probabilmente uccisi. Ma la distruzione di Gaza, ora in
corso, sembra presagire che nessuna pace sarà possibile in Medio Oriente nelle
generazioni a venire.
Il numero delle vittime:
* In seguito al rapimento del caporale Gilad Shalit per opera dei palestinesi lo
scorso 25 giugno, Israele ha lanciato una massiccia offensiva ed un blocco
totale di Gaza durante un'operazione denominata Summer Rains.
* Nella Striscia di Gaza sono stati attaccati per ben 74 giorni 1.3 milioni di
persone, di cui il 33% vive in campi profughi.
* Più di 260 palestinesi, inclusi 64 bambini e 26 donne, sono stati uccisi dal
25 giugno. Una vittima su 5 è un bambino. Un soldato israeliano è stato ucciso
e 26 sono stati feriti.
* 1.200 palestinesi sono stati feriti e ci sono stati 60 casi di amputazione. Un
terzo delle vittime portate in ospedale è costituito da bambini.
* Gli aerei da combattimento israeliani hanno effettuato più di 250 raid su
Gaza, colpendo due centrali elettriche e il Ministero degli Esteri e
dell'Informazione.
* Almeno 120 strutture palestinesi, incluse case, botteghe e serre sono state
distrutte e 160 danneggiate dagli israeliani.
* Le Nazioni Unite hanno criticato i bombardamenti israeliani che hanno causato
danni al sistema elettrico per circa 1.8 miliardi di dollari, oltre ad aver
privato più di un milione di persone di un regolare accesso ad acqua potabile.
* Il gruppo umanitario israeliano B'Tselem afferma che 76 palestinesi, inclusi
19 bambini, sono stati uccisi dalle truppe israeliane nel solo mese di agosto.
Le prove dimostrano che almeno il 53% non aveva preso parte alle ostilità