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Autor: Edoardo Magnone
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A: forumgenova, forumsociale-ponge
Assumpte: [NuovoLab] Fwd: [SP] Libano. La complice inerzia della missione Unifil
Allego articolo sulle conseguenze della presenza militare dell’equivicina Unifil
in Libano.

Edoardo Magnone



----- Messaggio inoltrato da -----

Libano. La complice inerzia della missione Unifil

Comunicato del Comitato per il ritiro dei militari italiani

Le recenti notizie che giungono dal confine tra Libano e Israele,
confermano la valutazione negativa che gran parte delle forze
antimilitariste e progressiste del mondo hanno dato della missione
militare ONU in Libano.


Fonti locali e agenzie internazionali, riferiscono che i bulldozer
israeliani stanno facendo “tabula rasa” della fascia di territorio
libanese a ridosso del confine israeliano, allontanando con minacce
allevatori, pastori e contadini della zona. Ma, cosa ancora più
grave, i tecnici israeliani protetti dai militari, stanno impiantando
tubature per deviare in tutto o in parte le acque del fiume Wazzani
(che scorre in territorio libanese) verso il territorio israeliano.
Le acque di questo fiume (a sud del più noto fiume Litani) sono da
tempo al centro delle minacce delle autorità di Tel Aviv contro il
Libano. Quattro anni fa si rischiò una crisi molto grave con
esplicite minacce israeliane di bombardamenti qualora i libanesi
avessero effettuato lavori di intubazione delle acque del fiume.

Questo saccheggio di risorse e di violazione dei confini libanesi,
sta avvenendo sotto gli occhi dei militari del contingente Unifil che
si sono limitati a fare rapporto come se fossero dei vigili urbani.
Qualcuno dimentica che le violazioni del confine da parte di Israele
denunciate dal Libano, sono state negli anni, circa 17.000 e quelle
dal 1978 in poi sono avvenute sempre sotto gli occhi inerti degli
osservatori dell’ONU. Nei primi giorni di settembre un pastore
libanese è stato ucciso dai militari israeliani mentre un pescatore è
stato sequestrato e non ancora rilasciato.

In questo caso però, la presenza militare dell’Unifil non solo non ha
impedito le violazioni israeliane, ma – di fatto - ha impedito
l’intervento della resistenza libanese che in altre occasioni ha
neutralizzato operazioni israeliane analoghe. Si conferma così che il
risultato sul campo della missione Unifil si rivela quello di “legare
le mani” alla resistenza libanese piuttosto che di impedire le
violazioni del cessate del fuoco e della sovranità nazionale del
Libano da parte israeliana.


La tensione sul confine libano-israeliano continua a crescere così
come la tensione interna nel paese evidenziata dalle recenti due
manifestazioni contrapposte svoltesi a Beirut.

Il rischio di aver mandato i soldati italiani in una trappola cresce
di giorno in giorno. Ma allo stesso modo crescono le responsabilità
politiche di chi quei militari in Libano ce li ha voluti inviare. La
manifestazione nazionale del 30 settembre a Roma servirà a denunciare
entrambi gli aspetti di una scelta ambigua.

Il Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani

info@???; www.disarmiamoli.org


----- Fine messaggio inoltrato -----


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