[NuovoLab] materiali per discussione martedì

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著者: norma
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題目: [NuovoLab] materiali per discussione martedì
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Salve a tutt*
Ricordo l'incontro di martedì alla casa per la pace (Piazza Palermo 10 b) per discutere della situazione del movimento per la pace e delle prossime scadenze nazionali.
Per chi fosse interessat* a rileggerli, incollo in questo messaggio:

1) il report della riunione di Firenze dell'11 settembre
2) la piattaforma della manifestazione nazionale del 30 settembre
3)un articolo di Checchino Antonini su liberazione del 12 settembre

A martedì (spero)
Norma

1)
Lunedì 11 settembre si è svolta a Firenze, nella sede dell'Arci, lariunione nazionale delle reti del movimento italiano per la pace econtro la guerra. All'analisi della situazione internazionale e dellanuova fase del movimento si è intrecciato il ragionamento su unpossibile percorso comune, al di là delle iniziative già promosse dasingoli pezzi, come il corteo del 30 settembre a Roma organizzato dagruppi dell'area antimperialista e l'iniziativa di Assisi organizzatadalla Tavola della Pace per l'8 ottobre. Nella riunione non è statadecisa alcuna mobilitazione unitaria nazionale, almeno al momento,mentre è stato presentato l'appello elaborato nell'assemblea di"Action for peace" del giorno precedente che chiama ad unamanifestazione nazionale contro la guerra, per la pace e giustizia inPalestina-Israele, da tenersi entro novembre.Nel corso della riunione è stato deciso di ritrovarci insieme in unadue giorni di discussione del movimento italiano per la pace e controla guerra il 21 e 22 ottobre a Firenze. Un'assemblea costruita informa seminariale, che possa essere di analisi e approfondimento,base di una possibile agenda comune.Ai fiorentini -che si organizzeranno in un apposito "tavolo ad hoc"- èstato dato mandato di definire una prima bozza di strutturadell'assemblea e dei temi da affrontare, bozza che verrà discussanuovamente in una riunione nazionale convocata a Firenze nella sededell'Arci martedì 3 ottobre alle ore 14.

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2)





Il Forum Sociale Europeo di Atene ha deciso come principale obiettivo di mobilitazione europea la lotta contro la guerra globale e permanente scatenata dagli USA e dai loro alleati, stabilendo una settimana di iniziative in tutta Europa dal 23 al 30 settembre.

MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA (P.della Repubblica)
SABATO 30 SETTEMBRE ore 15

·        Per il ritiro delle truppe da tutti i fronti di guerra
·        No alla missione militare ONU in Libano
·        Fine dell'occupazione della Palestina, rientro di tutti i profughi
·        Chiusura di tutte le basi militari NATO ed USA
·        Disarmo nucleare, a partire dai paesi che hanno già le atomiche
·        Basta con le minacce ai paesi non sottomessi agli USA
·        Con la resistenza dei popoli libanese, palestinese, iracheno e afgano
·        No alla campagna anti-islamica
·        Contro il taglio della spesa sociale e il finanziamento di missioni militari e armamenti



COMITATO 30 SETTEMBRE



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3)



> liberazione, 12.9.06
>
> Slitta al 21 e 22 ottobre l'appuntamento nazionale
> contro la guerra. Si ripartirà insieme dalla
> questione palestinese
> No war, l'assemblea si farà ma fra 40 giorni
>
>
> Checchino Antonini
> Firenze nostro inviato
> C'è chi lo vuole vedere per forza diviso, il popolo
> della pace, tra quelli di "Forza Onu", come recitava
> un discusso striscione all'ultima manifestazione di
> Assisi, il 26 agosto, e gli altri, quelli di "Forza
> Hezbollah", come vengono etichettati i promotori
> della manifestazione contro la guerra di Roma, del
> 30 settembre prossimo - Cobas, antimperialisti, Pcl
> ecc... - data stabilita dal Fse di Atene con
> l'aggiunta italiana, in piattaforma, del no alla
> missione in Libano. Un'altra schematizzazione
> riassume la vicenda dei no war italiani sulla
> distanza da Palazzo Chigi, o dalla Farnesina di
> Massimo D'Alema, la «sindrome da governo amico» di
> cui parla Piero Bernocchi. Quelli di "Forza Governo"
> sarebbero alla testa della prossima eventuale
> Perugia-Assisi straordinaria che potrebbe svolgersi,
> ma non è detto, il prossimo 8 ottobre. Tra le due
> date, stavolta, non ci sarà alcuna zona di
> sovrapposizione. Chi andrà all'una non sarà
> certamente all'altra. E tanti non saranno né nella
> Capitale né in Umbria. Tertium non datur. Se il
> movimento ha un "centro", questo non riesce a
> manifestarsi come invece a luglio, durante la
> "crisi" per il rifinanziamento della missione afgana
> quando riuscì invece a spedire un appello da Genova
> (promosso da nomi del Gsf del 2001) proponendo,
> appunto, di tornare a Firenze quest'autunno per
> un'assemblea nazionale di tutti. A questo serviva la
> riunione fiorentina di ieri, tra le reti italiane
> del Forum sociale europeo, presenti i volti più
> noti. E' vero, missione incompiuta - e non ci sarà,
> a breve, una scadenza unitaria - ma certamente la
> riunione ha avuto il merito di non farsi bastare le
> semplificazioni di cui sopra - «irrispettose», le
> chiama Raffaella Bolini dell'Arci. Grande è il
> disordine sotto il sole, dunque, ma nessuno dei
> soggetti si lascia tentare dall'idea
> dell'autosufficienza: la "separazione" è percepita
> come fisiologica, temporanea. L'assemblea nazionale
> ci sarà ma solo il 21 e 22 ottobre e dovrebbe
> servire a lanciare una data, di lì a poco, per una
> grande manifestazione per la pace in Medio Oriente.
> E finalmente ci potraanno essere un passaggio
> democratico, assembleare, sulla missione italiana in
> Libano e quella che Alfio Nicotra, responsabile pace
> Prc, definisce «operazioni verità» su Afghanistan e
> spese militari.
> Che nel movimento convivano "pacifisti integrali"
> che non vogliono sentir parlare di soldati e armi,
> pacifisti "politici" - che ritengono praticabili
> forme di interposizione anche energiche -
> antimperialisti, e cattolici, e marxisti
> rivoluzionari, ecc..., era cosa risaputa anche ai
> tempi del 15 febbraio 2003 quando si materializzò la
> seconda potenza mondiale con tre milioni di persone
> a invadere Roma e altri cento milioni in giro per il
> pianeta. Il problema è che, nel nuovo quadro
> determinato solo in parte dal cambio di maggioranza
> ma soprattutto dall'evoluzione della guerra
> permanente, si rivela il vuoto lasciato da
> discussioni rimosse sui modelli di difesa e di
> cooperazione, sul ruolo e la credibilità dell'Onu di
> cui qualcuno ricorda le responsabilità dell'embargo
> all'Iraq, sui rischi di multilateralismo armato, sul
> ruolo delle "istituzioni di movimento" (i social
> forum, le coalizioni come "Fermiamo la guerra"),
> fino al tabù imposto alla questione palestinese per
> motivi, spesso, poco nobili. Col risultato che il
> tavolo che promosse il 15 febbraio - dalla Cisl ai
> disobbedienti - non esiste più e c'è chi pensa sia
> necessario attraversare la Perugia-Assisi per
> trovarne le tracce. Altri, a partire da "Un ponte
> per. .. " o dalla Fiom, ritengono che si debba
> ripartire dalla Palestina e incitano la Tavola della
> Pace, chiedendosi se sia disponibile a un confronto,
> a metterla nell'agenda della marcia straordinaria,
> eventuale. «Partire da Gaza senza dimenticare lo
> scenario iracheno e l'Afghanistan - ricorda Fabio
> Alberti del Ponte - perché sono i luoghi in cui si
> muore».
>
> Ripartire da Gaza, e per Gaza, con parole d'ordine
> precise perché certe indicazioni vaghe «hanno
> indebolito la battaglia per la pace in Medio
> Oriente», aveva spiegato il giorno prima, da una
> Casa del popolo nella stessa città, Alì Rashid. Il
> deputato palestinese del Prc era ospite di Action
> for peace, cartello di ong, sindacati e associazioni
> (come Arci, Cgil, Assopace, Fiom ecc...) nato nel
> 2001 sull'idea della diplomazia dal basso. Angelo
> Frammartino, il giovane comunista accoltellato ad
> agosto a Gerusalemme, era uno di loro e a lui è
> stata dedicata la giornata, divisa tra analisi e
> proposte con relazioni, tra gli altri di Rashid,
> della pacifista ebrea, Ester Fano, di Alessandra
> Mecozzi della Fiom, con Farshid Nuray,
> l'europarlamentare Luisa Morgantini e Alfio Nicotra
> del Prc, Giorgio Beretta della Rete per il disarmo a
> definire il quadro della guerra infinita: l'attacco
> al Libano come prova generale contro l'Iran, le
> nuove alleanze di Teheran, l'arrivo tardivo del
> cessate il fuoco, il ruolo della resistenza libanese
> e quello dell'Ue, gli obiettivi, parzialmente
> falliti, israeliani per la "riformattazione"
> geopolitica dell'area, le luci ma anche le ombre
> della politica italiana che smercia nello scenario
> un quinto, quasi, della sua produzione bellica e lo
> fa con tutti gli attori in causa e con l'accordo
> famigerato di cooperazione militare, firmato da
> Berlusconi, con Israele che aggira alla grande la
> legge sul commercio di armi mentre Tel Aviv blocca i
> varchi ai territori palestinesi e impedisce il
> lavoro degli osservatori Ue.
>
> La bozza della chiamata alla manifestazione per la
> pace in Medio Oriente, che sarà divulgata nei
> prossimi giorni, chiede la fine dell'assedio di Gaza
> e il cessate il fuoco, la fine del blocco economico
> - sia per quanto riguarda i varchi d'accesso di
> persone e merci, sia per quello che concerne i fondi
> congelati all'Anp, l'autorità nazionale palestinese,
> la liberazione dei detenuti politici, a partire dai
> ministri Anp imprigionati da Israele, il ritiro da
> tutti i territori occupati. E una conferenza
> internazionale, con la partecipazione di tutti i
> soggetti, che stabilisca anche quella zona
> denuclearizzata indicata dalla conferenza di Madrid
> di quindici anni fa. Ma l'agenda di Action for peace
> prevede anche progetti di cooperazione dal basso, da
> Gerusalemme fino ai campi profughi, carovane di
> interposizione civile, relazioni con i pacifisti
> israeliani e le società civili di Libano e Siria.
>
> A sostegno dei progetti è partita da luglio una
> campagna ("La Palestina ha bisogno di noi, noi
> abbiamo bisogno della Palestina") promossa dai
> giornali della sinistra radicale (Liberazione, Left,
> Carta, il manifesto, la Rinascita). Bene, senza
> particolari clamori, sono già stati raccolti 24500
> euro così da coprire i primi otto progetti. Per
> questo la cordata di giornali ha deciso di
> rilanciare la campagna producendo un numero unico
> speciale, strumento per la conoscenza della
> questione mediorientale, i cui ricavi saranno messi
> a disposizione di Action for peace.