[Forumlucca] Appello: uomini contro la violenza

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Autore: marta bonetti
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To: forumlucca
Vecchi argomenti: [Forumlucca] La CRBM invita i governi europei a continuare compatti a fronteggiare l’arroganza della presidente Wolfowitz nel gestire le questioni dello sviluppo
Oggetto: [Forumlucca] Appello: uomini contro la violenza
L'inidrizzo per aderire è in fondo all'appello, ciao. Marta
 
LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE CI RIGUARDA. UN APPELLOLa violenza contro le donne ci riguarda: prendiamo la parola come uomini.Assistiamo a un ritorno quotidiano della violenza esercitata da uomini sulledonne. Con dati allarmanti anche nei paesi "evoluti" dell'Occidentedemocratico. Violenze che vanno dalle forme piu' barbare dell'omicidio edello stupro, delle percosse, alla costrizione e alla negazione dellaliberta' negli ambiti familiari, sino alle manifestazioni di disprezzo delcorpo femminile. Una recente ricerca del Consiglio d'Europa afferma chel'aggressivita' maschile e' la prima causa di morte violenta e diinvalidita' permanente per le donne in tutto il mondo. E tale violenza siconsuma soprattutto tra le pareti domestiche.Siamo di fronte a una recrudescenza quantitativa di queste violenze? Oppurea un aumento delle denunce da
parte delle donne?Resta il fatto che esiste ormai un'opinione pubblica e un senso comune, chenon tollera piu' queste manifestazioni estreme della sessualita' e dellaprevaricazione maschile.Chi lavora nella scuola e nei servizi sociali sul territorio denuncia poiuna situazione spesso molto critica nei comportamenti degli adolescentimaschi, piu' inclini delle loro coetanee femmine a comportamenti violenti,individuali e di gruppo.Forse il tramonto delle vecchie relazioni tra i sessi basate su unaindiscussa supremazia maschile provoca una crisi e uno spaesamento negliuomini che richiedono una nuova capacita' di riflessione, di autocoscienza,una ricerca approfondita sulle dinamiche della propria sessualita' e sullanatura delle relazioni con le donne e con gli altri uomini.La rivoluzione femminile che abbiamo conosciuto dalla seconda meta'
delsecolo scorso ha cambiato radicalmente il mondo.Sono mutate prima di tutto le nostre vite, le relazioni familiari,l'amicizia e l'amore tra uomini e donne, il rapporto con figlie e figli.Sono cambiate consuetudini e modi di sentire. Anche le norme scritte dellanostra convivenza registrano, sia pure a fatica, questo cambiamento.L'affermarsi della liberta' femminile non e' una realta' delle sole societa'occidentali. Il moto di emancipazione e liberazione delle donne si e'esteso, con molte forme,  modalita' e sensibilita' diverse, in tutto ilmondo.La condizione della donna torna in modo frequente nelle polemiche sullo"scontro di civilta'" che sarebbe in atto nel mondo. Noi pensiamo che lalogica della guerra e dello "scontro di civilta'" puo' essere vinta solo conun "cambio di civilta'" fondato in tutto il mondo su una nuova qualita'
delrapporto tra gli uomini e le donne.Oggi attraversiamo una fase contraddittoria, in cui sembra manifestarsi unalarga e violenta "reazione" contraria al mutamento prodotto dallarivoluzione femminile. La violenza fisica contro le donne puo' essereinterpretata in termini di continuita', osservando il permanere di un'anticaattitudine maschile che forse per la prima volta viene sottoposta a unacritica sociale cosi' alta, ma anche in termini di novita', come una"risposta" nel quotidiano alle mutate relazioni tra i sessi.Un altro sintomo inquietante e' il proliferare di mentalita' e comportamentiispirati da fondamentalismi di varia natura religiosa, etnica e politica,che si accompagnano sistematicamente a una visione autoritaria e maschilistadel ruolo della donna. Queste stesse tendenze sono pero' attualmentesottoposte a una critica sempre
piu' vasta, soprattutto - ma nonesclusivamente - da parte femminile.La recente cronaca italiana ci ha offerto alcuni casi drammatici, eclatantiche rivelano anche modi diversi di accanirsi sul corpo e sulla mentefemminile.Una ragazza incinta viene seppellita viva dall'amante, che non vuoleaffrontare il probabile scandalo. Un fratello insegue e uccide la sorella,rea di non aver obbedito al diktat matrimoniale della famiglia. Un immigratopakistano uccide la figlia, aiutato da altri parenti maschi, perche' nonsegue i costumi sessuali etnici e religiosi della comunita'. In alcunecitta' si susseguono episodi di stupro da parte di giovani immigrati maanche di maschi italiani. Sono italiani gli stupratori di una ragazzalesbica a Torre del Lago. Italiano l'assassino che a Parma ha ucciso conotto coltellate la ex fidanzata, che perseguitava da
qualche anno. Ultimocaso di una lunga scia di delitti commessi in questi ultimi anni in Italiada uomini contro le ex mogli o fidanzate, o contro compagne in procinto dilasciarli.Il clamore e lo scandalo sono alti. In un contesto di insicurezza (in partereale, in parte enfatizzata dai media e da settori della politica), dicontinua emergenza e paura per le azioni del terrorismo di matrice islamicae per le contraddizioni prodotte dalla nuova dimensione dei flussi diimmigrazione, nel dibattito pubblico la matrice della violenza patriarcale esessuale e' stata spesso riferita a culture e religioni diverse dallanostra.Molte voci pero' hanno insistito giustamente sul fatto che anche la nostrasocieta' occidentale non e' stata e non e' a tutt'oggi immune da questo tipodi violenza. E' anzi possibile che il rilievo mediatico attribuito
allaviolenza sessuale che viene dallo "straniero" risponda a un meccanismoinconscio di rimozione e di falsa coscienza rispetto all'esistenza di questostesso tipo di violenza, anche se in diversi contesti culturali, neicomportamenti di noi maschi occidentali.Si e' parlato dell'esigenza di un maggiore ruolo delle istituzionipubbliche, sino alla costituzione come parti civili degli enti locali edello stato nei processi per violenze contro le donne. Si e' persino messosotto accusa un ipotetico "silenzio del femminismo" di fronte allamoltiplicazione dei casi di violenza.Noi pensiamo che sia giunto il momento, prima di tutto, di una chiara presadi parola pubblica e di assunzione di responsabilita' da parte maschile. Inquesti anni non sono mancati singoli uomini e gruppi maschili che hannocercato di riflettere sulla crisi dell'ordine
patriarcale.Ma oggi e' necessario un salto di qualita', una presa di coscienzacollettiva.La violenza e' l'emergenza piu' drammatica.Una forte presenza pubblica maschile contro la violenza degli uominipotrebbe assumere valore simbolico rilevante. Anche convocando nelle citta'manifestazioni, incontri, assemblee, per provocare un confronto reale.Siamo poi convinti che un filo unico leghi fenomeni anche molto distanti traloro ma riconducibili alla sempre piu' insopportabile resistenza con cui laparte maschile della societa' reagisce alla volonta' che le donne hanno didecidere della propria vita, di significare e di agire la loro nuovaliberta'.Il corpo femminile e' negato con la violenza.Ma viene anche disprezzato e considerato un mero oggetto di scambio (come hadimostrato il recente scandalo sulle prestazioni sessuali chieste da
uominidi potere in cambio di apparizioni in programmi tv ecc.).Viene rimosso da ambiti decisivi per il potere: nella politica,nell'accademia,  nell'informazione, nell'impresa.Lo sguardo maschile - pensiamo anche alle organizzazioni sindacali - nonvede ancora adeguatamente la grande trasformazione delle nostre societa'prodotta negli ultimi decenni dal massiccio ingresso delle donne nel mercatodel lavoro.Chiediamo che si apra finalmente una riflessione pubblica tra gli uomini,nelle famiglie, nelle scuole e nelle universita', nei luoghi della politicae dell'informazione, nel mondo del lavoro.Una riflessione comune capace di determinare una sempre piu' riconoscibilesvolta nei comportamenti concreti di ciascuno di noi.*Primi firmatari: Alberto Leiss, Marco Deriu, Stefano Ciccone, Jones Mannino,Massimo Michele Greco, Sandro
Bellassai, Claudio Vedovati.Adesioni: Davide Rossi, Umberto Varischio, Gianfranco Proietti, LucaProietti, Giuseppe Colosi, Lino Giaccone, Diego Bortolameotti, FrancescoLauria, Beppe Pavan, Daniele Barbieri, Roberto Poggi, Massimiliano Luppino,Andrea Baglioni, Luigi Zoja, Fausto Perozzi, Alessio Surian, GianlucaBorghi, Mattia Toscani, Eugenio Caggiati, Marcello Acquarone, AttilioMangano, Roberto Illario, Daniele Bouchard, Luciano Sartirana, CorradoRoncaglia, Franco Toscani, Giacomo Mambriani, Marco Cazzaniga, GianniFerronato, Livio Dal Corso, Carlo Marchiori, Marco Sacco, Vanni Bertolini,Francesco Camattini, Luciano Marmocchia, Giuseppe De Nigris, Marco Cervino,Gianni Caligaris, Domenico Matarozzo, Sandro Mezzadra, Stefano SarfatiNahmad, Alberto Moreni, Enrico Ottolini, Vittorio Cotesta, Alessandro Bosi,Franco Caldera, Ettore Lo Maglio
Silvestri, Goffredo Fofi, Cesare Del Frate,Daniele Licheni, Nicola Sinopoli, Enrico Euli, Roberto Verdolini, AntonioD'Andrea, Silvano Cogo, Christian Carmosino, Sandro Coccoi, GiacomoTruffelli, Gianfausto De Dominicis, Michele Citoni, Franco Insalaco, GigiMalaroda, Andrea Rigon, Nicola Negretti, Nicola Ricci, Mario Gritti,Gianfranco Neri, Osvaldo Pieroni, Andrea Lavagnoli, Antonio Cinquantini,Paolo Scatena, Antonio Canova, Michele Poli, Domenico Rizzo, StefanoMontali, Fernando Lelario, Alessio Miceli, Alessandro Quintino, GabrieleGalbiati, Renato Sebastiani, Giuliano Dalle Mura, Stefano Vinti, PietroCraighero, Rino Genovese, Giampiero Bernard, Lorenzo Di Santo.*Le ragioni di questo appelloL'appello che diffondiamo in questi giorni reca le firme di uominiprovenienti dai piu' disparati percorsi politici, culturali, religiosi, edei
diversi orientamenti sessuali, che hanno deciso di reagire in qualchemodo ai terribili fatti di violenza alle donne che le cronache hannoriportato alla nostra attenzione negli ultimi mesi. Alcuni vengono daesperienze politiche tradizionali, altri vengono da movimenti studenteschi,pacifisti e ambientalisti, altri ancora hanno cominciato a riflettere suquesti temi a partire da relazioni affettive o di amicizia o da scambi conil movimento delle donne.Si tratta di percorsi semplicemente individuali. Ma anche di esperienze,spesso informali, di gruppi di autocoscienza e di discussione su diversequestioni (stupro, guerra, prostituzione, pedofilia, omosessualita').Esistono attualmente in Italia gruppi di uomini di questo genere in diversecitta': "Uomini in cammino" di Pinerolo, "Maschile plurale" di Roma,"Maschile plurale" di Bologna, il "Gruppo
uomini" di Verona, il "Gruppouomini" di Viareggio, il "Gruppo uomini" di Torino, il "Gruppo uomini diAgape", "Il cerchio degli uomini" di Torino, l'"Associazione uominicasalinghi" di Pietrasanta, a cui si aggiungono gruppi misti di uomini edonne: "Identita' e differenza" di Spinea, "La merlettaia" di Foggia, il"Circolo della differenza" di Parma, il "Gruppo sui generis" di Anghiari, il"Gruppo sul patriarcato" di Roma promosso dal "Forum Donne Prc".Queste occasioni di riflessione hanno dato vita a un'ampia produzione diarticoli, libri, incontri, convegni, sui temi della maschilita' e deirapporti tra i sessi (anche se finora con scarsa attenzione da parte deimedia). Negli ultimi anni si sono infittite le occasioni di incontro econfronto a livello nazionale tra uomini e anche tra uomini e donne conalcuni appuntamenti oramai riconosciuti (ad
Agape, Asolo, Anghiari fra glialtri).Gli uomini che hanno attraversato queste esperienze non rivendicanoestraneita' rispetto alla storia a cui appartengono e non cercano rivinciteriesumando vecchi trofei e valori patriarcali. Assumono la liberta'conquistata dalle donne grazie al loro pensiero e alla loro pratica, comeoccasione per interrogarsi e scoprire cose nuove su di se'.Ci auguriamo che questo appello non sia semplicemente un atto formale: neproporremo la lettura e la discussione agli uomini che operano nellapolitica e nelle istituzioni, nelle universita' e nelle scuole, nei media,nei sindacati, nell'associazionismo, nei servizi, nelle comunita' diimmigrati, nelle realta' religiose.A tutti gli interessati diamo appuntamento per un incontro pubblico il 14ottobre a Roma, per scambiare opinioni e elaborare ogni possibile
ulterioreiniziativa.Intanto ci auguriamo che le adesioni continuino ad arrivare.Chi volesse aggiungersi ai firmatari puo' scrivere all'indirizzo e-mail:appellouomini@???Per contatti telefonici: 3385243829, 34/7999900.

Marta Bonetti
Via Anfiteatro, 93
55100 Lucca
3406688974