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Sujet: [Badgirlz-list] COMUNICATO DELLA *LAI (Lesbiche Antifasciste Italiane)

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COMUNICATO DELLA *LAI (Lesbiche Antifasciste Italiane)
CON PREGHIERA DI DIFFUSIONE

* La LAI, Lesbiche Antifasciste Italiane, è una lista
apartitica di
discussione, confronto e informazione di Lesbiche che,
mentre si
riconoscono
nel principio etico che ogni diversità è un valore e
pertanto deve
essere
rispettosa civiltà, si dichiarano antifasciste,
antirazziste,
laiche, femministe e pacifiste.


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Lo stupro perpetrato in questi giorni a Torre del Lago
è un delitto
"politico" contro una donna lesbica e a rendere più
intollerabile
l'evento,
di per sé doloroso, è il fatto che per crimini di tale
natura non
esistono
ancora in Italia quelle tutele specifiche, che sono
già presenti in
altri
stati.
Come spesso in passato, i giornali hanno catalogato
l'episodio nella
cronaca, evidenziando soprattutto che i violentatori
sono "italiani". Oh
guarda che stranezza, non sono stati dei
fondamentalisti islamici! E
com'è
possibile che accadano "certe cose" in un Paese
cattolico e bianco e
capitalista, magari ad opera di bianchi e capitalisti,
convinti anche di
essere buoni cattolici?
Ancora una volta sulla stampa si è parlato
principalmente della
circostanza
che Paola, lesbica, è stata stuprata in una zona
appartata dove si era
recata di sua volontà...come a dire che in fondo se
l'è cercata
e che esistevano motivi spiegabili - il lesbismo e la
pretesa di girare
da
sola - perché qualcuno "liberamente" ne abusasse.
In questo stupro di matrice politica la violenza è
doppia: contro un
corpo
di donna, contro un corpo di lesbica. E l'oggetto
della violenza ha
tanti
nomi. Oggi si chiama Paola, a Torre del Lago; ma si
chiamava con un
altro
nome altrove, oppure non ha potuto neanche nominarsi,
come in tanti casi
non
denunciati per la paura dettata dall'intimidazione.
E' necessario dire chiaro e forte che si è trattato
d'una violenza
fascista,
d'uno stupro di massa alimentato dall'ideologia
patriarcale, religiosa o
laica che sia. Lo stupro di Paola è l'ennesimo
episodio della continua,
ripetuta aggressione nei confronti di lesbiche, gay e
transessuali e
purtroppo non sarà neanche l'ultimo, perché l'estrema
destra in Italia
da
anni sta alimentando odio e violenza verso chi - a
parer suo - reca
danno
alla triade Dio-Patria-Famiglia. Questa brutale
campagna d'opinione va
avanti da anni, acquistando un carattere sempre più
dilagante e
devastante,
dati anche i tentativi - espliciti o striscianti - di
sminuire la
gravità
degli attacchi che "i bravi ragazzi", rappresentanti
delle "sane
famiglie",
impunemente portano avanti.
Dobbiamo cambiare rotta. Lo stupro, soprattutto uno di
questo tipo,
non si esaurisce fra vittima e carnefice, ma si
estende alla comunità
di cui
il soggetto violentato fa parte. Colpire una donna
lesbica, un gay, uno
o
una trans, oltre ad essere un crimine odioso contro la
persona che ne è
vittima, tende a colpire al cuore la sua, la nostra
comunità
d'appartenenza.
E' necessaria una forte battaglia culturale e anche
un'azione
legislativa
specifica, per fermare non solo gli esecutori dei
crimini, ma anche
tutti
coloro - siano essi opinionisti, politici, medici,
religiosi d'ogni
estrazione - che, sostenendo il disprezzo e l'odio
verso gay,
transessuali e lesbiche, o verso quelle altre donne
eterosessuali che
comunque vivono liberamente la loro sessualità,
alimentano il
retroterra
culturale in cui maturano delitti come questo.
Dobbiamo lottare con fermezza perché sia varata una
legge contro le
discriminazioni d'ogni portata, nei confronti di tutte
le persone che
vivono
liberamente la propria sessualità e la propria
identità di genere;
dovremo
altresì vigilare sull'applicazione di questa legge e
garantire che
vengano
svolte campagne per farla conoscere; ma dovrà cambiare
anche
l'atteggiamento
del "movimento lgbt" verso la discriminazione rivolta
ai "diversi", deve
cambiare a partire da adesso.
Bisogna saper mettere in campo una mobilitazione
tempestiva, per far
capire
che la persona oggetto di violenza NON E' sola.
Fascisti ed estremisti
di
destra in genere contano proprio sulle divisioni
esistenti all'interno
del
movimento, per portare avanti il loro progetto
reazionario con l'avallo
delle chiese, della famiglia e di tutte quelle
istituzioni la cui
esistenza
si fonda sulla sottomissione delle donne e dei
"diversi".
Basta. Va fatta giustizia nei confronti di chi abbatte
il suo odio cieco
sui
deboli e "diversi", testimoni che, col loro semplice
"esistere", sono i
germi vitali di un modo altro e possibile
d'interpretare il mondo. I
delitti
causati da odio fobico verso gruppi differenti dal
proprio si
assomigliano
tutti, quale che sia la specificità del gruppo.
L'inclusione dei
crimini
compiuti a danno degli appartenenti alla comunità lgbt
tra quelli
determinati da differenze razziali, etniche, religiose
e
nazionalistiche,
per i quali la legge Mancino prevede specifiche
tutele, è dunque il
minimo
che si possa oggi pretendere da una società civile
europea.
Ribadiamo: dello stupro di Torre del Lago subito da
Paola, una lesbica
trentenne, sono responsabili tutti. Tutti quelli che
in questi mesi
hanno
designato i gay tramite il termine di "culattoni",
tutti quelli che
vogliono
"curare" coloro che suppongono e definiscono come
"malati", o
"pervertiti",
o "froci", ma sono responsabili anche quelli che
associano la parola gay
a
pedofilo. Sono s i n g o l a r m e n t e
responsabili tutti coloro che
non
vogliono garantire alla comunità lgbt i diritti, che
non vogliono
tutelare i
suoi componenti sul lavoro e nella vita, disattendendo
consapevolmente
lo
specifico invito della Comunità Europea, a varare
leggi di tutela dalle
discriminazioni in base all'orientamento sessuale.
Lo stupro di Torre del Lago pesi sulle loro coscienze,
perché questo
atto è
la quasi-diretta conseguenza delle tante vessazioni,
piccole e grandi,
fatte subire alla comunità lgbt quotidianamente e
molto spesso coperte
da
silenzio; è la conseguenza quasi-diretta di
discriminazioni che
generano la
paura; è il risultato delle tante parole d'odio dette
e sentite in tv,
lette
sui giornali o udite nei comizi, sbandierate con
estrema arroganza dai
vecchi e dai nuovi fascisti.
A Paola giunga la nostra voce, la nostra solidarietà
di donne, di
lesbiche
pronte a scendere in piazza per lei e per le altre,
per quelle tante
che,
diversamente da lei, non trovano il coraggio di
pervenire, con la stessa
sua
forza, alla denuncia.

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