[NuovoLab] Le sindromi del movimento

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Autore: antonio bruno
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To: fori-sociali, forumambientalista, debate
CC: forumgenova, forumsociale-ponge, veritagiustiziagenova
Nuovi argomenti: [NuovoLab] sulla manifestazione a RM 30 settembre
Oggetto: [NuovoLab] Le sindromi del movimento
da carta

Le sindromi del movimento

Certo e' diviso, ma meglio diviso che morto.
Il movimento per la pace si confornta e propone appuntamenti e iniziative.
Domenica e lunedi scorsi sono stati due gironi intensi.
Il 10 c'e' stata la assembela naizonale di Action for Peace, la rete di
associazioni, Ong, sindacati gia' forti di diverse esperienze di diplomazia
dal basso su "palestina e Israele al centro di un pian odi azione in Medio
Oriente".
Il giorn odopo si sono incotnrati tutti "gli italiani del Forum Sociale
Europeao".
Non sono riusciti a superare scogli e divergenze ma hanno indetto una
grande assemblea unitaria il 21 e 22 ottobre.
Ha parteciapto a entrambi gli appuntamenti comeprotavoce della Fiom
Alessandra Mecozzi.
Le abbiamo hiesto di raccontarceli per capire se e come il movimento per la
pace sapra' ritrovare la bussola che sembra avere perso.
Cominciamo da Action for Peace.
Racconta Alessandra: "Siamo molto contenti della partecipazioen e della
discussione.
Per la prima volta abbiamo afforntato il tema della Palestina e di Israele
nel quadro delle dinamiche emerse con la guerra di luglio.
Abbiamo analizzato il processo che ha portato al cessate il fuoco e alla
missione militare.
Il giudizio, su questo, e' omogeneo e l'approccio e' molto critico, per
diversi motivi, in primo luogo per il ritardo del cessate il fuoco, che ha
causato ulteriori devastazioni e l'uccisione di moltissimi civili.
L'Onu, ora cosi' esaltata, e' in realta' arrivata molto tardi.
Della missione militare e' stata riconosciuta la differenza sostanziale
rispetto alle altre missioni, prima di tutto in Iraq e Afganistan.
Perche' avviene con il consenso delel parti, perche' ha come obiettivo
pricnipale quello di garantire il mantenimento del cessate il fuoco e la
protezione dei civili, perche' e' una missione di inteposizione.
Pero' e' esposta a molti rischi, il primo del quale e' quello di essere
assorbita e travolta, nei fatti, dall'avanzamento della strategia della
guerra permanente, pur essenso compito della missione quello di non
intervenire nel disarmo degli Hezbollah, questione interna la Libano.
Pero' il rischio della degenarazione c'e' ed e' molto forte.

QUAL'E' L'ANALISI DI ACTION FOR PEACE SUL MEDIO ORIENTE?

La strategia che sta dietro la guerra al Libano, che non 0'e venuta per
caso o in modo estemporaneo, ma che era preparata da Israele con il
supporto attivo degli Stati Uniti, e' soprattutto coma ha detto a Roma
Condoleza Rice, quella di fare un 'nuovo' Medio Oriente, piu' docile
guardando all'Iran.
Pero l'idea dello scotnro di civilta' ci sembra aver avuto uno stop, non
sappiamo se definitivo o meno, con il cessate il fuoco.
Anche eprche' e' vero che in Libano c'e' stata la resitenza militare degli
Hezbollah, ma se non ci fosse stata una forte resistenza civile e politica,
unitaria, di tutto il paese, il rischio sarebbe stato (e probabilmente
questo era nei piani di Israele) la geurra civile, strumento che si cerca
di attivare anche in Iraq e anche in Palestina.
C'e' poi una questione molto specifica e significativa della denuncia
dell'accordo di cooperazione militare che esiste tra Israele e Italia.

QUALI SONO LE PROPOSTE?

Data la fragilita' dello spazio che si e' aperto, e' importante che il
movimento esprima una sua politica, con al centro finalemnte, la Palestina.
Action for Peace propone una manifestazione nazionale su questi punti e
obiettivi: la fien dei bombardamenti su tutta la Palestina e dell'assdio su
Gaza; la fien del blocco economico all'Anp e il riconoscimento del governo
palestinese, con la liberazione dei parlamentari e dei ministri di Hamas
prigionieri nelle carceri di Israele; il ritiro dai territori occupati da
Israele; palestinesi ma anche libanesi e siriani; una conferezna di pace
con Libano, Siria, Plaestina, Iran e Israele che sia il luogo politico
della soluzione dei problemi e dentro questi della nascita di uno stato
palestinese indipendente nella prospettiva dei due popoli in due stati; un
Medio Oriente denuclearizzato; la denuncia dell'accordo militare tra Italia
e Israele

E VENIAMO ALLA DISCUSSIONE DEL FORUM SOCIALE EUROPEO ...

Li' gli entusiasmi si sono spenti.
La divisione non e' sulle differenze, che ci sono sempre state e hanno una
sostanza politica piu' profonda, ma sulla sindrome del governo nemico o
amico, sui posizionamneto di chi il 30 settmbre andra' al corteo contro la
misisone in Libano (oltre che contro le altre) e di chi andra' alla Perugia
- Assisi, forse l'8 ottobre.
La proposta di Action for Peace e' stata accolta, direi, da queli che non
si riconoscono ne' nel corteo del 30 ne' in una Perugia Assisi guidata dal
governo.
Ora lavoriamo a far circolare e crescere questa proposta.
Se la Perugia - Assisi ne raccoglie la sostanza, come la rappresentante
della tavola della Pace ha assicuato lunedi (ma siamo in attesa di una vera
interlocuzione) sara' un passo avanti; se invecve si cerca la continuita'
con il corteo del 26 agosto sara' un problema aderirci.
C'e' poi l'assemblea del 21 e 22 ottobre un accordo minomo, l'unico
possibile, pero' unitario.
Forse sara' importante forse no.
Il problema e' capire quanto l'autonomia del movimento, assieme alla sua
capacita' di radicalita' e unita' riuscira' a essere percepita come
indipsensabile per tutti i soggetti in causa.
Quello che sta succedendo sulal grande manifestazione contro la precarieta'
del 4 novemreb ci dice che un processo unitario e' possibile.

Rosa Mordenti
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"Eppure il vento soffia ancora...." Pierangelo Bertoli (1942 - 2002)

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