putro ha scritto:
> da oggi saremo tutti meno fallaci
> e che sia di buon augurio :-D
>
speriamo veramente che sia di buon augurio, e comunque
abbiamo scoperto che anche sorella Morte ha un cuore<g>
Comunque per non esser da meno e per non esser fallace,
rilancio con slancio trovando spalla da un'opera inedita di
Dante, si' proprio lui il sommo poeta fiorentino, dove si
trova un nuovo girone appunto delle "anime fallaci"...........
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"La bolgia delle anime fallaci"
Giunti eravamo alla città del Fiore
e cominciai a sentire acute grida
che nel ricordo ancor mi fanno orrore:
urli, strepiti,voci acute e strida
invettive tremende e blasfemie
ragli nefandi e cupi (d'un che rida,
infame s'altri cada in strade rìe),
empi latrati che gelano il sangue
quando deserte e oscure son le vie.
Ed io, nel cor pauroso e in volto esangue,
mi rivolsi al Maestro e:"Cos'è questo?"
chiesi con voce fioca, di chi langue.
"Sappi", disse Virgilio in tono mesto
"che siamo giunti alla bolgia fangosa
dove stanno color che più detesto:
quelli che fanno strame d'ogni cosa
viva, d'amor, speranza, slancio,idea:
vedon sempre la spina,mai la rosa.
Vedi il fango che empie la vallèa:
son le parole che hanno detto e scritto,
fatte vomito ormai, sputo, diarrea.
In questo fango l'animo sconfito
vive in eterno avvoltolato e oppresso,
in vista lercio e dentro sempre afflitto".
Ed io:"Comprendo: in questo oscuro cesso
stanno anime infelici, storpie, audaci,
che credono coraggio il loro eccesso,
anime che nel fallo son tenaci
anime altere, sciocche, vanitose,
anime infrante, anime fallaci.
Ma dimmi, questa pena che furiose
così le rende, finirà essa mai?"
Ed egli a me:"Che siano numerose
le nostre vite, già te lo insegnai:
e dunque tornerano a respirare
la dolce aria terrena, tu lo sai".
"Allora questa pena terminare
presto dovrà?" "Sì, certo, ma ogni volta
che la terra dovranno abbandonare
qui ricadranno nella merda sciolta,
fin quando..." E tacque come fa il maestro,
che vuol che lo studente in sè raccolta
mostri dottrina appresa.Ed io sul destro
fianco mi volsi verso una gran putta,
lercia siccome il porco più silvestro,
e così dissi."O tu che or seisì brutta,
tu certo tornerai morbida e bella,
ma a Firenze non più. Forse a Calcutta,
a Giakarta, a Kartum, tu sarai quella
che impara com'è il mondo per chi nasce
nella parte sbagliata, bastardella
o contadina,o serva, in tristi ambasce,
e Maometto la consola. Oppure
rinascerai in Brasile eletue fasce
saran tessute di fami e paure,
o in Guatemala o in Messico. Settanta
volte più sette queste cure
ti attendono, finchè non sarà franta
la dura scorza che il cuore ti uccise.
Se ne andrà allora il fango che ti ammanta."
Dissi, e approvando il Maestro sorrise.
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Grazie Nuvola Rossa
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P@sKy
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