[Incontrotempo] Incontro/dibattitosu reddito e precarietà

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Auteur: afuma
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À: Ml di Incontrotempo
Anciens-sujets: [Incontrotempo] PENSIONI: SU" LIBERAZIONE" UN APPELLO A BERTINOTTI
Sujet: [Incontrotempo] Incontro/dibattitosu reddito e precarietà
Riguardo all'incontro-assemblea, che è già girato su questa lista, poichè
il luogo previsto (Teatro dell'Elfo) non è più disponibile, ri-invio la
presentazione con i nuiovi posti. GRazie

Andrea

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INVITO ALLA RIUNIONE DI UNINOMADE SUL REDDITO DI CITTADINANZA
SABATO 16 E DOMENICA 17 SETTEMBRE A MILANO

Sabato: Libreria Claudiana, Via Francesco Sforza 12A, Milano (dietro
l’Università Statale). Autobus, 94, 60,62, 73. Tram, 12, 15, 23, 27. Metro
1 (fermata San Babila). Inizio dibattito: ore 13.00.

Domenica: Assemblea C/o Teatro Arsenale, Via C. Correnti 11, Milano
(centro). Autobus, 94. Tram: 2, 3, 14, 19. Metro Linea 1 e 3: F.ta Duomo.
Inizio: h. 10.00

Il centro-sinistra, a partire dalla recente campagna elettorale, ha
finalmente scoperto la precarietà. Per noi la precarietà è sempre
stata centrale, dunque siamo d'accordo: è centrale che il tema
assuma, finalmente, un ruolo cardine nel dibattito e nell'agenda
politica attuale. La precarietà è condizione esistenziale e
generalizzata, è il cuore vivente su cui poggia il paradigma di
produzione contemporaneo. Punta a trasformare, plagiare, reificare le
soggettività al lavoro nel capitalismo cognitivo presente. La
precarietà è condizione eterogenea e molteplice: è donna, è migrante,
è materiale e immateriale, interessa tutte le fasce di età - anche se
in misura maggiore quella giovanile - è industriale e terziaria, è
interna ed esterna allo stesso tempo. La precarietà si basa
sull'individualizzazione del rapporto di lavoro, sul progressivo ma
inesorabile smantellamento dei diritti del lavoro così come dei
servizi, su miopi politiche concertative sindacali, sulle
difficoltà/incapacità di rappresentarla, sulla perdita di valore
della contrattazione collettiva, sul diffondersi dei miti della
flessibilità e dell'individualismo nei comportamenti privati, sul
cedere delle pratiche conflittuali.
Essa viene percepita con modalità differenti a seconda del conteso
lavorativo e del tipo di prestazione svolta. Non c'è, dunque,
un'unica risposta possibile alla precarietà. Proprio perché riguarda
la vita intera degli individui, perché eccede la sola condizione
lavorativa e di reddito, non è pensabile un intervento esclusivamente
limitato alle politiche del lavoro. Essa deve essere affrontata nella
sua ingombrante complessità, sia sul versante dei diritti del lavoro
che su quello della rivendicazione di un nuovo welfare, che vuole
dire "immaginare un nuovo piano simbolico". La lotta contro la
precarietà è infatti, soprattutto, lotta contro le condizioni di
ricattabilità che essa comporta, ma è anche lotta contro il crescente
condizionamento simbolico del vivente. Bisogna puntare al
miglioramento delle condizioni salariali e contrattuali vigenti ma
anche a garantire un reddito, a prescindere dalla prestazione
lavorativa.

Durante l'estate sul quotidiano Il Manifesto si è svolto un
dibattito, assai più politico che teorico, sul tema reddito/salario:
essi sono stati forzosamente giustapposti. Secondo il corsivo
redazionale che accompagnava il primo degli interventi, la richiesta
di un reddito continuativo favorirebbe la frammentazione del mondo
del lavoro e la riduzione dei salari, rendendo vane le conquiste
sociali di un secolo di lotte operaie. Si pretende, in tal modo, di
costruire un'artificiale e corporativa contrapposizione tra lotta per
il reddito e lotta per il salario, che non esiste nella realtà. Essa
pare frutto, piuttosto, di nostalgie per la classe operaia
dell'industria manifatturiera. Si cancellano così le caratteristiche
della nuova composizione sociale del lavoro, che vede al suo interno
una quota crescente di lavoro cognitivo terziarizzato, con nuove
esigenze, bisogni, contraddizioni. Si è premuto perché le iniziative
della sinistra radicale e dei movimenti, a partire dall'assemblea
dell'8 giugno scorso a Roma, "Stop precarietà", si focalizzassero
sulla stabilizzazione del posto di lavoro e sull'abrogazione della
Legge 30, dipinte come le uniche possibili misure per un reale
superamento della precarietà. Ma è davvero così? Non si sta facendo
demagogia?

Riteniamo che non debba esserci alcuna sterile contrapposizione tra
lotta per il reddito e lotta per il salario. Che esse siano, in
questa fase, complementari. Affrontare il nodo della precarietà
richiede l'utilizzo congiunto di più strumenti, a seconda delle
caratteristiche del lavoro, del territorio, dei casi concreti.
Laddove esiste abuso della parasubordinazione è sacrosanto che venga
convertita e riconosciuta come lavoro dipendente (come nel caso dei
3200 di Atesia). Ma è altrettanto sacrosanto che vengano messe in
opera iniziative per garantire continuità di reddito e servizi di
base (casa, mobilità, saperi...). Riteniamo altresì che nell'attuale
capitalismo contemporaneo dove linguaggio e sapere e lo sfruttamento
dei beni comuni sono i nuovi motori dell'accumulazione, la moltitudine
precaria debba aprire vertenzialità non solo nei luoghi di lavoro ma
anche e soprattutto sui territori metropolitani, andando a
ridiscutere di reddito e di welfare. E' obbligatoria la
ricomposizione sociale di ciò che il capitale frammenta, la
riappropriazione di quei beni comuni di cui il capitale ci espropria.
Le esperienze di lotta francesi del 2005 e del 2006 vanno riprese, i
loro contenuti riaffermati con forza.


Su questi temi, UniNomade (con il supporto del collettivo Chainworkers)
organizza un incontro-dibattito nei giorni 16-17 settembre a Milano con il
seguente calendario dei lavori:

Sabato 16 settembre: Libreria Claudiana, Via Francesco Sforza 12A, Milano

Ore 13.00 – 17.00 - relazioni sui seguenti temi:
- capitalismo contemporaneo, ruolo della precarietà e dei saperi: le nuove
contraddizioni
- politiche del lavoro e di welfare
- la centralità della questione reddito: definizioni ed effetti
- praticabilità e prospettive del reddito d’esistenza
Introducono Carlo Vercellone, Andrea Fumagalli e Raul Sanchez Cedillo,
animano il dibattito Toni Negri, Benedetto Vecchi, Cristina Morini, Gigi
Roggero, Chainworker, ESC, Infoxoa, Neurogreen, …….

Ore 17.00 – 19.30: tavola rotonda e confronto sulla proposta di reddito e
forme della precarietà: intervengono Giorgio Cremaschi, Toni Negri, Carlo
Vercellone, Andrea Fumagalli, Franco Rotelli. Coordina e presiede Marco
Bascetta.

Domenica 17 settembre
Ore 10.00 – 13.00 continua la discussione con le realtà di movimento.
Coordina Marcello Tarì.