著者: yattaman 日付: To: hackmeeting 題目: [Hackmeeting] manifesto
segnalo che sul manifesto di oggi c'è un mio pezzo su google/ippolita.
l'avevo scritto in fretta e furia (per questo non avevo postato la
bozza in lista) mercoledi scorso e il tipo mi aveva detto che
chip&salsa saltava. invece oggi sorpresa, l'ha riciclato: eccolo a
pagina 13.
con qualche piccola correzione (tipo diverse parentesi attenuative) si
è preso una bella mezza pagina.
lo incollo qua,ho solo la versione precorrezioni da girare, ma
sostanzialmente è uguale.
Avete mai provato a fare la stessa ricerca su google.it e google.com
(ciccando su "tutto il web")? Bene, fatelo. Vi accorgerete che i
risultati che vi appaiono risulteranno diversi. Tanto più l'argomento
è di importanza commerciale, tanto più saranno diversi. Provate a
digitare "Condoleezza Rice". I risultati sono (quasi) identici. Adesso
inserite "Mediaworld". Dal terzo link in poi i risultati sono tutti
diversi. Non male, vero? Da quando è entrato nelle nostre vite ci
siamo abituati ad utilizzare Google come la soluzione ad ogni ricerca
di informazione, dalla più spicciola e quotidiana alla più impegnativa
e faticosa. Ma forse è venuto il momento di fermarsi un attimo a
rifletterci su. Su questo argomento è concentrato "The dark side of
Google", il nuovo libro della comunità Ippolita, una comunità
scrivente dallo pseudonimo collettivo che ha già dato alle stampe
"Open non è free" e "Il sapere liberato". Ricerche, analisi e
riflessioni sul mondo del digitale e sul suo complesso rapporto con la
distribuzione del sapere e del potere. Il libro è stato presentato
all'hackmeeting 2006, il raduno nazionale della comunità hacker, che
quest'anno ha avuto luogo a Parma.
Il nuovo testo uscirà per Feltrinelli entro gennaio, naturalmente
sotto licenza Creative Commons: riproduzione e distribuzione
consentita e incoraggiata. "Google si è affermato negli ultimi anni
come uno dei principali punti di accesso alla rete di internet, ci
siamo adattati progressivamente alla sua interfaccia sobria e
rassicurante, alle inserzioni pubblicitarie defilate e onnipresenti".
Ci lasciamo condurre nell'esplorazione del web, ma la sua guida non è
affatto disinteressata. In primo luogo "Google non indicizza tutte le
pagine. E' un errore crederlo, e un inganno dirlo. E' difficile da
stabilire, ma saranno il 20-30% - azzardano gli autori - le pagine non
indicizzate".
Ciononostante, il suo database rimane immenso. Come è possibile che
restituisca i risultati della ricerca in una frazione di secondo? E'
semplice, lo fa attraverso dei filtri. E' una scelta tecnica
necessaria, per rendere efficiente il sistema. Ma introduce una
livello di arbitrarietà molto ampio. E' attraverso questi filtri che
le informazioni commercialmente più rilevanti possono risalire la
classifica e quelle politicamente più scomode scomparire.
Poi c'è tutta la questione della privacy: Google registra ogni ricerca
ed è in grado di associare un profilo ad ogni persona. Poi ci sono
tutti i servizi aggiuntivi. Si definisce tecnicamente data mining.
Gmail, Google News, Adwords, Gbuy, Google Desktop. Il motore di
ricerca esamina automaticamente le email e inserisce le pubblicità
pertinenti accanto sulla pagina; Google News è in grado di consigliare
degli articoli per noi interessanti in base al nostro profilo; Adwords
non solo esamina il nostro sito per scegliere le pubblicità adatte, ma
ne registra anche tutti i dati di traffico: chi lo visita, quanto lo
visita, da quali siti arriva; Gbuy sa cosa abbiamo comprato e quando;
Google Desktop scansiona l'intero hard disk del nostro computer per
aiutarci a trovare i nostri documenti. E così è in grado di sapere
ogni cosa: quali documenti sono presenti, quali foto, quale musica,
quali film e dai log dei singoli programmi anche le nostre abitudini:
se usiamo di più il computer per navigare su internet, ascoltare
musica o guardare dei video, e con quale frequenza.
Non è chiaro in quale misura Google incroci tutti questi dati, ma
sicuramente è suo interesse farlo: più dettagliato è il profilo
dell'utente, maggiore la possibilità di proporgli pubblicità
pertinente. E con Google Maps Mobile sui telefonini che possiederanno
anche il Gps potrà incrociare questi dati anche con i nostri
spostamenti in tempo reale. Fantascienza? Teoria del complotto? No, il
lavoro del motore di ricerca è proprio quello di esaminare una vastità
di testi per metterli in relazione tra loro. E' quello che gli
chiediamo di fare per noi tutti i giorni. Ora, ammettiamo che
attualmente Google si limiti ad incrociare questi dati a fini
commerciali: cosa succederà quando Larry Page e Sergey Brin, ormai
brizzolati, decideranno di vendere la baracca per andare a godersi la
sontuosa pensione? Chi erediterà questa infinità di dati e tutte le
infrastrutture di registrazione, ricerca ed analisi?
Molti non sanno una cosa: la legge sulla privacy venne approvata il 31
dicembre 1996 – l'ultimo giorno dell'anno – in fretta e furia perché
era necessaria per l'adesione a Schengen. Il Garante della privacy ha
anche un secondo nome: autorità di controllo sulla sezione nazionale
del Sistema informativo Schengen, il cosiddetto Sis. In questo caso
l'Europa ha visto lungo: prima di mettere in comune i database di
tutte le polizie europee ha creato un organismo di tutela. Ad evitare
che uno strumento di coordinamento per la repressione del crimine si
trasformasse in un sistema onnisciente di controllo. Forse è il caso
di stare attenti a non regalare questo potere neanche ad una struttura
commerciale.