[NuovoLab] un'ora in silenzio per la pace

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Mercoledì 13 settembre, dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di Genova
Un'ora in silenzio per la pace.
Incollo di seguito il volantino che verrà distribuito.

Da cinque anni in piazza.

Perché la pietà per le vittime dell'attentato di New York non deve farci dimenticare che gli USA hanno preso a pretesto la loro morte per scatenare due guerre. E che l'Italia vi è direttamente coinvolta


(Da "Peracereporter" n. 108 www.peacereporter.net)


. La mattina dell'11 settembre 2001, quattro aerei di linea furono dirottati da un commando di 19 terroristi mediorientali, di cui 15 sauditi. Due velivoli si schiantarono sulle due torri del World Trade Center di Manhattan, a 16 minuti uno dall'altro. Un terzo aereo precipitò contro il Pentagono, sede del dipartimento della Difesa a Washington. Il quarto jet si schiantò al suolo in un campo della Pennsylvania.. Nel giro di un'ora e mezza, le due Torri colpite a New York collassarono su se stesse, intrappolando centinaia di soccorritori accorsi sul posto. Altri sei palazzi della zona vennero in seguito demoliti, perché praticamente distrutti dal crollo. In totale, ed esclusi gli attentatori, negli attacchi morirono 2.973 persone, a cui vanno aggiunti altri 24 dispersi. Gli Stati Uniti attribuirono la responsabilità delle stragi ad Al Qaeda, l'organizzazione terroristica guidata da Osama bin Laden, che grazie a un accordo con il regime dei talebani gestiva in Afghanistan diversi campi di addestramento per i suoi membri. Bin Laden inizialmente negò di aver organizzato l'attacco, ma poi ammise di essere coinvolto. Il 7 novembre 2001, gli Usa attaccarono l'Afghanistan.


. Richard Clarke, ex capo dell'antiterrorismo statunitense, accusò Bush di aver ignorato la minaccia di Al Qaeda prima degli attentati, premendo successivamente sui servizi segreti affinché trovassero un legame tra Osama bin Laden e Saddam Hussein, con l'obiettivo di dichiarare poi guerra all'Iraq: cosa che avvenne nel marzo 2003, senza il consenso dell'Onu, per il presunto possesso di armi di distruzione di massa da parte dell'ex raìs. Nel luglio 2004, la Commissione indipendente sull'11 settembre pubblicò il suo rapporto sugli attentati, nel quale mise in luce l'impreparazione degli Usa ad attentati del genere e raccomandò una riorganizzazione delle agenzie di intelligence. Inoltre, non trovò nessun legame operativo tra l'Iraq e Al Qaeda. E in Iraq le armi di distruzione di massa non sono mai state trovate.


. Subito dopo gli attentati, l'amministrazione Bush diede un giro di vite contro chiunque potesse essere sospettato di terrorismo. Le indagini furono dirette in particolare contro gli arabi e i musulmani: circa 80.000 furono schedati con le loro impronte digitali, 8.000 furono interrogati, oltre 5.000 stranieri vennero arrestati ma solo pochi sono stati processati: un recente rapporto ha dimostrato che 9 indagini per terrorismo su 10 non si concludono in un procedimento penale.

Dopo gli attacchi, negli Usa dilagò l'islamofobia e aumentarono le aggressioni contro arabi o chi potesse essere scambiato per loro.Nell'ambito della "guerra al terrorismo", in Afghanistan l'esercito americano catturò centinaia di miliziani che vennero poi spediti in massa alla base militare di Guantanamo, a Cuba. I detenuti vennero definiti "combattenti nemici" e rinchiusi nel centro di detenzione senza un'accusa precisa, senza accesso a un avvocato né con la possibilità di avere un processo. . Gli Stati Uniti hanno anche adottato massicciamente la pratica delle "extraordinary renditions", "consegne straordinarie" di sospetti terroristi a paesi in cui la tortura è ancora applicata, affinché venissero interrogati.

Dopo l'11 settembre, l'amministrazione Bush procedette alla più grande riorganizzazione delle strutture di governo nella storia recente degli Usa, creando il dipartimento per la Sicurezza interna. Il Congresso approvò il Patriot Act, una nuova legge che aumentava i poteri di polizia e di intelligence a scapito della privacy dei cittadini: tra i sospettati di attività terroristiche, furono controllati anche gruppi pacifisti. Di proroga in proroga, molte disposizioni del Patriot Act sono state successivamente rese permanenti. Bush, autodefinitosi "un presidente di guerra", diede il via anche a un programma di intercettazione delle comunicazioni tra gli Stati Uniti e l'estero, effettuate dalla National Security Agency senza un mandato giudiziario. L'esistenza del programma è venuta alla luce nel dicembre 2005.


VIA SUBITO DALL'IRAQ E DALL'AFGHANISTAN.

E SENZA CHIEDERE IL PERMESSO A BUSH.