CONTESTATO A PISA IL MINISTRO DAMIANO ALLA FESTA DELL\'UNITA\'.
SAN PRECARIO APPARE E CHIEDE DELLE RISPOSTE.
Ieri sera, 9 settembre, alla festa dell\'Unità nazionale di Pisa sui
temi del lavoro, durante il dibattito con Guglielmo Epifani e Cesare
Damiano, è apparso San Precario, il santo protettore dei lavoratori
precari e atipici.
Precari e pracarie, lavoratori e lavoratrici della conf. COBAS, del
Laboratorio delle Disobbedienze Rebeldìa, di Università Antagonista,
dello Spazio Antagonista Newroz e della Sinistra-critica PRC Pisa,
hanno contestato il ministro Damiano esponendo cartelli e striscioni
che così recitavano: \"Stop Precarietà\" e \"No ai tagli sociali:
salario, reddito e diritti per tutti\".
San Precario è arrivato fin sotto il palco e i suoi fedeli sono
riusciti a consegnare un volantino (nel frattempo distribuito anche al
pubblico in sala) che poneva delle domande cruciali sui temi del
precariato, dei call centers, dei tagli sociali previsti nella
finanziaria alla scuola, alla sanità e agli enti locali.
Le risposte date dal ministro sono state assolutamente evanescenti e
generiche.
Giudichiamo questa iniziativa importante in quanto è il primo
passaggio verso la mobilitazione dell\'autunno precario a Pisa per
conquistare salario, reddito, dignità e diritti dentro e fuori i
luoghi di lavoro.
Di seguito il testo del volantino.
STOP PRECARIETA\'
DOMANDE AL MINISTRO DAMIANO
La situazione del mondo del lavoro pone questioni ed esigenze che il
Governo non può più rinviare o affrontare in maniera ambigua. La
riduzione dei salari, l\'aumento del costo della vita, il dilagare del
lavoro precario sono il risultato di un massiccio trasferimento della
ricchezza verso strati sociali che hanno accumulato enormi ricchezze.
Durante la campagna elettorale abbiamo sentito numerosi buoni
propositi che in questi mesi vengono dimenticati o ancor più spesso
smentiti, scegliendo di favorire interessi \'altri\' rispetto a quelli
dei lavoratori, dei precari, dei migranti.
Il Governo deve scegliere da che parte stare, quali interessi vuole
difendere, deve dare delle risposte.
NOI OGGI SIAMO QUI A PORRE ALCUNE DOMANDE:
Cosa intende fare il Governo sulla precarietà? Gli ultimi dieci anni
hanno mostrato, dal pacchetto Treu alla legge 30, che la precarietà e
la flessibilità hanno condannato un\'intera generazione alla schiavitù:
salari spesso al disotto della soglia di povertà, lavori
intermittenti, scarsissime possibilità di accedere ai beni primari,
compressione dei diritti individuali sul luogo di lavoro, esclusione
da qualsiasi forma di rappresentanza, nessuna possibilità di
progettare il proprio futuro. La precarietà è diventata un modello
sociale e lavorativo basato da un lato sulla perdita di valore della
contrattazione collettiva e dall\'altro sull\'individualizzazione del
rapporto di lavoro.
Su questi temi i primi atti del Ministro Damiano risultano
sconcertanti, come dimostra il caso del call center di Atesia, emblema
del lavoro precario nel nostro paese.
Cosa intende fare il Governo dell\'inchiesta dell\'ispettorato del
lavoro ad Atesia? I risultati di questa indagine, resi noti nel luglio
di quest\'anno, non solo hanno messo a nudo le discriminazioni e lo
sfruttamento all\'interno dei call centers ma anche hanno smentito la
circolare emanata a giugno dal Ministro, e sostenuta dai sindacati, in
cui si continuano a perpetrare distinzioni inaccettabili tra i
lavoratori a vantaggio dei profitti delle aziende. Si vuole
continuare su questa strada oppure si è disposti a cancellare quella
circolare e a seguire il percorso tracciato da questa indagine non
cedendo ai ricatti delle aziende?
E ancora: le prime anticipazioni sulla Finanziaria parlano di tagli
alla spesa sociale (scuola, sanità, enti locali) e di elevamento
dell\'età pensionabile.
I lavoratori e le lavoratrici chiedono al Governo cose totalmente
differenti: un maggiore potere d\'acquisto, la stabilità del posto di
lavoro, servizi sociali più inclusivi e tariffe \'sprivatizzate\' con
una chiara inversione di tendenza sui processi di esternalizzazione e
privatizzazione, la possibilità di arrivare alla fine del mese e di
avere garantito il diritto il casa. Perchè il Governo parla di tagli
alla spesa sociale e non del problema della redistribuzione della
ricchezza in questo paese?
Occorre una rottura con le politiche liberiste, quattro milioni sono i
precari nel paese, centinaia di migliaia i lavoratori al nero e i
migranti che lavorano nelle aziende, nelle campagne, nell\'edilizia,
decine di migliaia coloro che rischiano di perdere il loro posto di
lavoro.
Caro Ministro, la buona flessibilità di cui lei parla serve solo a
mantenere ed accentuare questo stato di cose.
Noi precari/e, lavoratori e lavoratrici chiediamo dignità, diritti,
salario, reddito, un nuovo welfare capace di tutelare le vecchie e
nuove forme del lavoro, di rompere il circuito che asservisce tutta la
nostra vita ai ritmi di lavoro.
Confederazione Cobas, Laboratorio delle disobbedienze Rebeldìa,Sinistra-critica PRC-Pisa, Spazio Antagonista Newroz, Università Antagonista
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