Il 16 settembre a Viareggio, ore 17,30 in piazza mazzini, 
MANIFESTAZIONE contro l'omofobia.
Aggrediti con una spranga due 
giovani di "AntagonismoGay" che camminavano abbracciati I legali: le 
vittime sotto choc. L'Arcigay: Basta con questi raid
BOLOGNA - Luca e 
Vincenzo che camminano abbracciati, uno circonda le spalle
dell'altro, 
lui lo tiene per la vita. Vanno verso la Salara, la sede del
Cassero, 
il circolo Arcigay bolognese. Sono quasi le due di notte, ma c'è
ancora 
gente che balla, che ascolta musica. È una delle tradizionali serate
danzanti offerte dal circolo a uomini e donne. La coppia si ferma fra i
cespugli ai bordi del viale di circonvallazione. Si accosta una 
macchina,
scatta la punizione: volano sassi, qualcuno urla l'insulto 
più classico
"finocchi di m...".
Sono in tre, dall'accento si direbbero 
slavi, uno tira fuori una spranga.
Botte da orbi. Luca G., 23 anni, 
finisce a terra col naso rotto. È un
attivista di Antagonismogay. 
L'altro, Vincenzo M., 26 anni, se la cava con
qualche contusione. Sono 
studenti universitari fuorisede, Bologna la
conoscono come una città 
civile e tollerante. Ora si sono chiusi in casa, il
cellulare è spento. 
Dopo l'ambulanza del 118 e le cure al pronto soccorso
dell'ospedale 
Maggiore, Luca non riesce a muoversi dal letto. E non solo per
i lividi 
e la frattura al naso.
Tutti e due sono "letteralmente sotto choc per 
questa chiara aggressione a
sfondo omofobico", spiega Cathy Latorre, 
dello staff legale subito messo a
disposizione dal Cassero. Intanto, 
dal Comitato provinciale Arcigay arriva
l'appello "a non sottovalutare 
l'ennesimo episodio di violenza" contro gli
omosessuali. 
Ci tengono 
pure i ragazzi, "vogliono che si sappia - dice l'avvocato - sono
stati 
pestati perché camminavano abbracciati senza nascondere la loro
omosessualità". 
Mercoledì notte non hanno reagito all'assalto 
scappando. Quando è cominciata
la sassaiola hanno affrontato gli 
aggressori che erano ancora in macchina.
"Che state facendo, che 
volete?". Quello che impugnava la spranga è stato
anche disarmato 
mentre urlava i suoi insulti. Oggi si presenteranno davanti
ai 
poliziotti della questura per firmare la denuncia. Latorre è convinta 
che
debba essere riconosciuta "l'aggravante delle lesioni personali per 
motivi
abietti". 
Le aggressioni di queste settimane, non solo a 
Bologna, e non solo nei
confronti degli omosessuali, impensieriscono il 
Comitato provinciale
Arcigay. Molto preoccupato si dice il presidente 
Matteo Cavalieri: "L'ultimo
caso omofobico si inserisce in un clima di 
generale violenza che sembra
contraddistinguere questi ultimi mesi. 
Chiediamo che tali episodi non
vengano sottovalutati, da anni i vertici 
di Arcigay si battono per un
provvedimento legislativo che equipari i 
crimini contro gli omosessuali a
quelli dettati da odio razziale, 
etnico, nazionale o religioso".
Per il parlamentare Ds Franco Grillini 
bisognerebbe "estendere la legge
Mancino contro il razzismo anche ai 
delitti e alle violenze nei confronti
delle persone omosessuali". 
Questa di Bologna "è solo l'ultima di una catena
di delitti, violenze e 
intimidazioni ai danni degli omosessuali che fa
dell'Italia un Paese 
fortemente a rischio per la vita, la sicurezza e la
libertà della 
comunità Glbt (gay, lesbiche, bisex e transessuali). Purtroppo
l'omofobia è coltivata con cura da organizzazioni politiche e clericali 
che
non esitano ad usare un linguaggio violentissimo e razzista persino 
nelle
campagne elettorali. Gruppi come Forza Nuova, per esempio, ma non 
solo loro
evidentemente, fanno dell'omofobia e dell'odio antigay il 
loro principale
cavallo di battaglia. Le conseguenze dell'omofobia 
politica si traducono poi
facilmente in 'licenzà alla violenza".
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