著者: S. 日付: To: hackmeeting 題目: Re: [Hackmeeting] call for materiali (video, foto, audio ecc.) 2.0
P@sKy ha scritto: > sono troppo abituato ad abbattere i limiti piu' che superarli,
> ovvio che tutelarsi dagli sciacalli di ogni ordine e grado e' quasi un
> dovere e
> quindi a volte capisco che una licenza puo' tutelare l'autore da chi
> ha intenzioni di
> utilizzare il proprio lavoro per tirar fuori un prodotto per scopi non
> troppo nobili
> e snaturare il tutto....
>
> Ciao.
> quoto l'ultimo pezzo per proseguire il discorso.. probabilmente ho una
visione un po' ingenua della situazione, ad ogni modo vorrei portare
alla vostra attenzione un punto che scaturisce dalle considerazioni
fatte finora (e che in parte viene sollevato da P@sKy) ed è il seguente
(cercherò di essere conciso):
La produzione di un documento, un filmato, un file audio, che
costituisce nel nostro caso un modo per condividere la conoscenza, è il
passo antecedente alla sua distribuzione. Senza nulla togliere alle
licenze ibride ed a quelle free, trovo che le preoccupazioni per un
eventuale uso commerciale della produzione artistica/intellettuale siano
infondate, almeno in parte.
Mi spiego meglio: un documento che tratta dei problemi di sicurezza
nelle comunicazioni Bluetooth (faccio un esempio astratto), se viene
reso pubblico senza alcun tipo di licenza, costituisce automaticamente
una fonte di informazioni in continua circolazione che prescinde da
qualsiasi altro uso. Ipotizzando che lo stesso documento sia prelevato
da un giornalista (senza troppi scrupoli) di una rivista informatica e
pubblicato su questa stessa, non costituirà certo un vantaggio di
immagine per il giornalista. Perchè: perchè gli utenti interessati a
quel particolare tipo di argomento saranno già da tempo in possesso
delle informazioni fornite dal documento originale e l'immagine di quel
particolare giornalista non avrà miglioramenti, deponendo a sfavore del
ritorno economico della rivista stessa.
Ad oggi, chi cerca informazioni le cerca prima su Internet, poi Forse
altrove. La divulgazione della conoscenza secondo me può tranquillamente
essere "svolta" restando nell'ombra, senza per forza dover essere
riconosciuto come autore, seguendo una logica del tipo "sta lì per chi
serve, chi ne ha bisogno ne usufruisce liberamente". L'usufrutto a fini
commerciali secondo me non riuscirebbe proprio ad avere piede, perchè
esisterebbe già una distribuzione totalmente libera e totalmente
accessibile.
Ognuno poi, in questa logica, ha il diritto inalienabile di decidere
cosa fare della propria produzione, qualsiasi essa sia, ma sinceramente
se ci si vuole adoperare per liberare le conoscenze, occorre liberarle
da subito imho, rinunciando alle licenze. Questo potrebbe dover
significare, dopo un arco temporale indefinito, la rinuncia alla stessa
paternità dell'opera, quindi è bene tenere presenti queste
considerazioni se si vuole affrontare consapevolmente la diffusione
libera delle informazioni, ma sono convinto di non scrivere nulla di
nuovo. Spero solo di aver contribuito in positivo alla discussione :-)