Re: (L) redivivo/myspace

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Autor: scarph
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Para: autoprod - muzak - no-copyright - etc.
Asunto: Re: (L) redivivo/myspace
SM ha scritto:

> A volte ritornano; non che me ne fossi mai andato, ma sono un po'
> scomparso (proprio dalla circolazione, quantomeno in Italia). Sempre
> leggente pero'. E ho letto diversi post su myspace - giustamente
> critici. Allora, dato che ho scritto un pezzo proprio su questo, sul
> numero di Rumore di Settembre (leggendo anche i post di questa lista),
> ve lo incollo qui sotto. Magari interessa a qualcuno, pur non essendo
> ne' tecnico ne' particolarmente politico, bensi' un po' polemico
> perfino con Billy Bragg.
>
> L'accordo con Rumore e' che io possa circolare gli articoli solo una
> volta usciti dall'edicola, e questo c'e' ancora. Detto questo, ognuno
> ne faccia cio' che crede meglio.


be' io lo usero' senz'altro per la prossima trasmissione di
radiocopyDOWN che comincera' col trattare proprio di myspace. e' un
piacere leggerti vecchio pelato (poi se hai voglia anche di sproloquiare
in trasmissione la cosa e' ancor piu' allettante)

cmq a me tutta 'sta cosa di myspace e del social networking mi esagita...

...alcuni anni fa, prima che il cattivo maestro per a(u)tonomasia
tornasse in itaglia, quando la parola _disubbidiente_ veniva per lo piu'
usata per additare i discoli a scuola, alcuni libercoli e la rivista
derive/approdi ragionavano sul postfordismo.
Circolavano libercoli e articoli marz(x)iani, redatti dai vari Virno,
Lazzarato, Bifo, Marazzi e, per l'appunto Negri, che riesumavano alcuni
concetti cardine dell'autonomia operaia, o forse sarebbe piu' giusto
parlare di operaismo, riadattandoli alla bisogna, per tentare di
spiegare i passaggi che si intravedevano nel tessuto produttivo. In
tutti quegli scritti, folli e nostalgici, riecheggiavano cupi 2 concetti:
la sussunzione e l'operaio sociale!
Negli anni 60-70 l'operaismo costrui' le sue basi socio-politiche su un
concetto cardine: la creativita' e' operaia e il capitale sussume
(succhia e ribalta) questa creativita' trasformandola in lavoro e capitale.
L'operaio della fabbrica diviene operaio sociale in alcuni scritti di
Negri (Proletari e Stato 1976) allorche' si intravede il passaggio dalla
societa' industriale, basata sul dominio produttivo e sociale della
fabbrica e sulla figura dell'operaio massa, ad un dominio allargato alla
vita quotidiana, ai suoi bisogni, ai rapporti sociali.

Se vi e' mai capitato di utilizzare l'acido lisergico, e quindi di tanto
in tanto rientrate psichicamente nel suo campo di forze, potete leggere
il social networking in questo senso:
come sempre e' il capitalismo che va ad attingere dai processi sociali
(li sussume) per creare economia e valore di scambio dove invece non
c'e' altro che tessuto sociale e passione (valore d'uso);
l'utente myspace riveste il ruolo di operaio sociale allorche' lavora
(mentre crede semplicemente di usufruire di un servizio) alla creazione
di economia e lavoro di scambio e non viene manco pagato (altro che
cottimo!)

Chiudo il delirio parlando di autovalorizzazione (Per la critica della
costituzione materiale 1977):
''il lavoro operaio, cioe' il rifiuto del lavoro, e' forza innovativa
contro i rapporti di produzione - invenzione, insieme,
inestricabilmente, capace di valorizzare il corpo di classe operaia e i
suoi processi di riproduzione, di contro capace di attaccare e
distruggere l'avversario''

be', non saremo mai in grado di distruggere l'avversario, ma almeno
riusciremo a rifiutarci di lavorare per il porco murdoch e crearci il
modo per valorizzare il nostro modo di vivere...

vabbe' e' ora che esco di casa e vado a drogarmi da qualche parte...

baci baci
scarph