Re: [Hackmeeting] due parole al volo

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Aihe: Re: [Hackmeeting] due parole al volo
dibek wrote:
> Non riesco ancora a connettere del tutto, ma l'impressione che ci
> siamo dati tante pacche sulle spalle in assemble l'avevo avuta
> anch'io.


Verissimo, ma vorrei anche portare all'attenzione di tutti la condizione
psicofisica con la quale e' stata affrontata la plenaria: arrivavamo
da tre giorni intensissimi (altri da 7 o piu'), nei quali tutti
hanno dato tantissimo e lo dimostra il risultato che mi sembra piu' che
ottimo. Ora, non credo che non siano state sollevate discussioni per
mancanza di argomenti (che ho visto nascere come funghi appena la gente
ha avuto il tempo di riprendersi) o per chissa quali altri ragioni, ma
e' piu' probabile imputarla alla mancanza di energie e lucidita',
condizione condivisia da credo quasi tutti i partecipanti alla plenaria.

Quindi, ecco che vi propongo un primo argomento per il prossimo anno
che sarebbe stato meglio fosse saltato fuori li: forse la plenaria alle
11 del mattino e' una cosa un po' azzardata. Credo sarebbe stato meglio
farla almeno dopo pranzo, per dare alle persone il tempo di riposarsi
un po' di piu', ma soprattutto di preparsi, discutendone un po' prima,
gli argomenti da tirare fuori durante l'assemblea.

> Uno dei nodi che non è stato affrontato del tutto (qualcosa hanno
> detto i parmensi) è stato proprio quello dell'agibilità delle nostre
> città. Ovvero la possibilità di poter fare ancora delle cose dentro le
> nostre città senza entrare nei meccanismi ultra-capitalistici o
> istituzionali-partitici.
> Per essere chiari per non fare il meeting finanziato dalle
> multinazionali e/o le infinite leccate di culo nei confronti degli
> amministratori delle città , che se qualcuno non ha ancora capito
> hanno deciso di espellere qualsiasi cosa che non sia mercato (persone
> comprese) dai propri centri.


Sottoscrivo pienamente. Secondo me, questo e' uno dei piu' grandi punti
di forza di questa comunita'. Non dobbiamo dimenticarci che organizzare
un evento come l'hm, dal momento che si svolge nel mondo reale, ha un
impatto sociale di notevole importanza (sicuramente piu' di un post su
qualche blog), che non e' cosa da poco, significa avere molta
visibilita', significa avere la possibilita' di far vedere che non e'
vero che se nn hai l'amico in comune/partito/cdadell'aziendasarcazzo
non puoi far nulla, significa, cazzo, far vedere alla gente che l'unico
ingrediente veramente essenziale per creare qualcosa di concreto e' la
volonta' di farlo. Puo' sembrare una stupidata detta in questa lista, in
quanto e' uno dei punti che sta alla base della famosa 'attitudine' di
cui nel manifesto si parla, ma nn lo e' nel momento in cui si agisce
in una societa' nella quale, uno dei metodi con i quali il potere viene
mantenuto, e' appunto l'atrofizzazione di questo pensiero nella testa
delle persone, che si ritrovano cosi' impotenti e schiave
dell'Organizzazione di turno, sia essa il partito, lo sponsor o chi per
loro.
Sono sicuro che i ragazzi di parma anche se non riusciranno a mantenere
questo posto, oggi si ritrovano con molte piu' motivazioni, mezzi e
voglia di andare a creare qualcosa che migliori questo pianetucolo,
basta leggere cosa scrive l'Informazione "[...]La maggior parte dei
piu' di duemila ragazzi che hanno partecipato sono parmigiani. Cio'
testimonia il bisogno di spazi sociali in una realta' urbanistica come
quella di Parma dove spesso vengono sacrificati luoghi di aggregazione e
spazi verdi per far posto ad edifici commerciali.[...] "
(http://www.linformazione.com/archivio/20060904/10_PR0409.pdf) che
non e' poco cazzo, anzi e' gia' una grande vittoria.

> A fine assemblea non si è neanche ipotizzato dove fare il prossimo
> hackmeeting e questo è emblematico.
> Io non credo che sia perchè non esistano più fisicamente luoghi come
> gli hacklab come si diceva in lista (ma non all'hackmeeting) ma
> semplicemente perchè gli spazi che possono "contenere" l'evento
> incominciano a scarseggiare anche perchè continua a crescere il numero
> di partecipanti.
> Che non si riuscisse ad entrare ad alcune conferenze a Torino o
> Bologna ce lo si poteva aspettare, a Parma mi ha stupito. Praticamente
> non si riusciva ad entrare a quasi tutti i seminari , per entrare a
> quelli non tecnici poi dovevi usare il machete.
> Proporrei per il futuro un'alternanza di meeting in città e fuori.
> Tanto per riprendere un'idea che ho sentito il prossimo anno
> prendiamoci un paese intero.
> (Cazzo! Voglio poter entrare ai seminari senza calpestare qualcun*)
> e l'anno dopo di nuovo in città.


Qui sento di dover introdurre un altro discorso, che nonostante abbia
gia' affollato vari thread, necessita di un analisi a posteriori:
l'occupazione ad-hoc.
Indipendentemente dalle sensazioni sinistroide che puo' provocare
(infondate, occupare spazi e' un mezzo e come tutti i mezzi nn ha
bandiera, esempio: in inghilterra gli squatter sono normalissimi
studenti univeritari che scelgono lo squat come soluzione abitativa
durante gli studi), lo dovremmo utilizzare come cartina tornasole; cerco
di spiegarmi meglio, quest'anno le sorti dell'hm sembravano compromesse
in partenza, l'aver preso una cosi' forte decisione ha spinto la
comunita' a guardarsi in faccia e chiedersi: quanto vogliamo fare questo
hackmeeting? se lo vogliamo fare sappiate che nn sara' semplice, se nn
c'e' la volonta' bom, fine storia dell'hm.
Alla luce degli eventi direi che il test e' stato superato alla grande,
e qui il problema del prossimo anno. Non credo che questa
dell'occupazione debba diventare uno standard per hm, certo e' una cosa
che ci si deve tenere chiara in mente, e' un asso che ti rimane
nella manica, da usare principalmente per ricordarsi di quanto si e'
riusciti a fare (e quindi anche quanto si puo' migliorare), ma mi sembra
difficile, come dici tu, riuscire a trovare in questa maniera spazi
adatti a un evento che (facciamo gli ottimisti) puo' ancora crescere.

Quella del paese non e' affatto un'idea malvagia, anche considerando che
e' un peccato che tutto il lavoro che e' stato fatto (luce, rete etc)
venga poi abbandonato a fine meeting; si puo' pensare di contattare un
paesino tipo Bajo Dora, 350 anime con alle spalle un certo
tipo di storia che definirei abbastanza 'anticonformista' (per fare un
esempio ai non piemontesi
http://www.frammenti.it/corobaiolese/italiano/dovesiamo.asp), nel quale
magari si riesce anche sviluppare un discorso un po' piu' a lungo
termine, chesso' ci lasciano la scuola e noi gliela si cabla tutta, per
dirne una. Inoltre trovo abbastanza divertente l'idea di un hm a mo'
sagra di paese con seminari per strada e un'enorme rete che si copre
mezzo paese.


Altro argomento tolto alla plenaria: i giornalisti. Lo so, sono merda,
puzzano e pare attacchino pure strane malattie ed e' assurdo che
qualcuno li paghi pure. Ed e' ancora piu' assurdo che la gente legga
ancora i giornali nonostante le milioni di alternative che ci sono oggi.
Ma e' cosi che vanno ancora le cose: quindi o facciamo gli struzzi e li
trattiamo come le merde che sono, mandandoli a cagare ogni 3x2 quando
arrivano (risultato: quelli tornano e scrivono che Chiesa e' troppo fico
perche' nei 10 min che avranno passato al telefono lui nn ci ha messo
nessun 'sei un infame') oppure qualcuno che pratica yoga o che comunque
ha una pace interiore e un karma fuori dal normale si accolla di curare
le relazioni con questa gentaccia, cercando di seguire un protocollo di
comunicazione politically correct (ossia ti do dell'infame ma nn lo dico
esplicitamente) nella speranza di riuscire a intortarne il piu'
possibile (ve la ricordate l'ingegneria sociale?), almeno possimo dire
di aver fatto cio' che era in nostro potere per evitare l'articolaccio.
Con questo non voglio dire che quest'anno sia stato fatto male,
prendiamolo cosi come un piccolo accorgimento per il prossimo anno,
anzi, tra l'altro c'e' da offrire una cena a kaos che si e' fatto venire
un fegato grande come uno zaino, nel tentativo di resistere a un
giornalisticidio di massa.


direi che per ora puo' bastare, un po' di carne al fuoco e' stata messa..