[Cm-roma] La bici del supermercato

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Autore: cicloveeg
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To: cm-roma
Oggetto: [Cm-roma] La bici del supermercato

Salve ciclisti,
di seguito un interessante scritto di Guido Rubino sulle bici da supermercato.


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LA BICI DEL SUPERMERCATO, CONSIGLI PRIMA DELL'ACQUISTO


Agosto 30th, 2006

Vale la pena oppure no acquistare una bici a pochissimi euro? Le bici “da supermercato” sono viste malissimo dai negozi specializzati e ancora più dai meccanici che ci mettono le mani. Eppure il loro successo è una costante. E qualche modello non è poi così male, anzi.

Sono lì, tutte in fila e coloratissime. Il prezzo invoglia: 100 euro, o meno, per una bicicletta si possono pure spendere. In fondo abbiamo intenzione di lasciarla alla casa al mare, all’aggressione della salsedine per tutto l’anno, oppure è la bici per il bambino che sta diventando ragazzino e poi ragazzo: tra due anni sarà troppo piccola. Oppure è la bici per chi non ci è mai andato, un po’ di moto fa bene e cento euro sono un investimento sostenibile per chi non sa se poi si appassionerà o meno.
Nelle bici in vendita nei supermercati c’è stata un’evoluzione. Basta osservare le saldature dei tubi dei telai per capire che i piccoli punti di saldatura sono stati sostituiti da cordoni ben più robusti. La provenienza è sempre orientale, non si scappa, anche se i marchi sono italiani o americaneggianti. Alcuni, addirittura, scimmiottano i marchi più importanti al limite quasi del plagio. Ma importa poco a quel prezzo.

Nei supermercati si trovano bici di due tipologie: city bike e mountain bike. Le prime sono, tutto sommato, il migliore affare. Non hanno pretese assurde, sono bici da città, e presentano le loro caratteristiche senza camuffamenti. Non sono leggere, ci mancherebbe, ma magari hanno anche una discreta dotazione di accessori, compreso l’impianto di illuminazione (che può comunque essere integrato con una ventina di euro da un rivenditore specializzato).

Le seconde sono più pretenziose e sono più soggette ad attirare in trappola i potenziali clienti inesperti. Sono tre i punti deboli di queste biciclette (vale anche per le city bike): il telaio, il movimento centrale (con un’occhiata agli altri componenti) e gli ammortizzatori (se ci sono).

Il telaio

È ovvio, si tratta della struttura portante della bici e deve essere robusto. Come detto in precedenza i telai sono migliorati negli ultimi anni, le saldature più abbondanti sono già una garanzia di qualità. I tubi non avranno subito trattamenti termici speciali, ma con gli spessori, è il caso di dirlo, non si va per il sottile, per cui seppur pesanti queste bici risultano anche piuttosto robuste.
Guardatele bene, però, prima di concludere l’acquisto. Sul telaio è meglio non avere dubbi.

Il movimento centrale

Tra i componenti della bicicletta è qui che si va a concentrare lo sforzo maggiore ed un pezzo di bassa qualità evidenzia subito i suoi limiti. Evitare come la peste le pedivelle plasticose, meglio l’acciaio allora: sarà più pesante ma almeno non si romperà dopo poche pedalate. Conviene anche verificare subito che il montaggio sia stato effettuato bene. Spesso queste bici vengono assemblate piuttosto rapidamente e può capitare che non tutto sia stretto a dovere. Un leggero gioco sul movimento centrale può provocare una allentamento continuo e inesorabile dei componenti, consumandoli e rovinandoli. Quando poi saranno da cambiare la spesa non sarà poca in rapporto al costo totale della bici. Richiederà comunque tempi di manodopera e arrivare a 50 euro è un attimo. Ma come, per una bici pagata meno di 100 tutta intera?
Con l’occasione una verifica rapida anche agli altri componenti non è da disdegnare: i pattini dei freni sono ben stretti e in posizione? E le ruote?…
Occhio anche al cambio. Che sia di bassa qualità non importa: per funzionare bene basta che sia ben regolato. Attenzione soprattutto a che la battuta più interna del cambio posteriore non porti il bilanciere (la parte con le due rotelline) a toccare i raggi della ruota posteriore. Se questo dovesse avvenire mentre si pedala si correrebbe il rischio di distruggere il cambio e il supporto sul telaio: bici (quasi) da buttare.

Gli ammortizzatori

Soprattutto se si è inesperti si viene facilmente attratti dalle bici con molle e snodi di vario tipo. Belle sì, ma efficaci mica tanto. Gli ammortizzatori, in una bici da 100 euro, sono delle semplici molle con poche o nessuna possibilità di regolazioni e dal peso notevole nell’economia totale della bicicletta. Chi le vende vuol dare l’illusione di fornire una “bici da downhill”, ma avventurarsi in una discesa a rotta di collo non è proprio immaginabile con un mezzo del genere. Il telaio potrebbe anche reggere, ma gli ammortizzatori reagirebbero come molle impazzite e non migliorerebbero certo l’aderenza. Insomma, inutile cercare di paragonare la forcella del vecchio “Sì” che sta in garage con la sospensione della Yamaha di Valentino Rossi. Si tratta di due cose differenti, anche se entrambe rientrano nella categoria “ammortizzatori”. Meglio allora evitare completamente la sospensione posteriore a favore di un telaio rigido: per l’uso che se ne può fare è più che sufficiente e non si porta appresso peso inutile.

Prima dell’acquisto, poi, immaginate che uso farete della bici. Chi acquista una mountain bike al supermercato ha davvero intenzione di andarci in fuoristrada? Pensateci perché una mtb pesa di più di una bici da strada o anche di una trekking (una sorta di mtb alleggerita o di city bike un po’ più cattiva). Per fare qualche tratto in terra battuta non servono certo gomme da due pollici e forcella ammortizzata…


http://lnx.guidorubino.com/technews/2006/08/30/la-bici-del-supermercato-consigli-prima-dellacquisto/

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cicloveeg


Le biciclette sono a Roma e si stanno moltiplicando.
Questo cambiamento costruiamolo insieme. ;-)

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