Oggetto: Il giorno dopo Assisi. Lettera aperta della Tavola della
pace al Direttore del Corriere della Sera
Cari amici,
vi inviamo la lettera aperta che Flavio Lotti e Grazia
Bellini, Coordinatori Nazionali della Tavola della pace, hanno
inviato oggi al Direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli, in
seguito all'articolo pubblicato ieri, domenica 27 agosto 2006 sul
Corriere della Sera.
Vi ringraziamo per l'attenzione e Vi inviamo i nostri Cordiali saluti.
Tavola della pace
Perugia, 28 agosto 2006
Lettera aperta della Tavola della pace al Direttore del Corriere
della Sera
Caro Direttore, incontriamoci. Ci spieghi perché.
Caro Direttore, come Lei sa non ci piacciono le guerre. Non importa
chi le comincia. Alla fine fanno male a tutti. Per questo non
parteciperemo neanche a quella che Lei ha scatenato contro le
migliaia di giovani, famiglie, associazioni, forze sociali e
politiche che sabato scorso, senza spirito di parte alcuno, hanno
affollato la manifestazione di Assisi per la pace, i diritti umani e
la democrazia in Medio Oriente. Ci dica solo perché.
Perché, caro Direttore, ha deciso di insultarli? Cosa hanno fatto per
meritarsi tanto disprezzo dal più grande quotidiano nazionale? Di
quale colpa si sono macchiati? Perché ha deciso di nascondere la
realtà e di crearne una completamente falsa e provocatoria?
Ci dica, caro Direttore, quale idea le fa un paese in cui, oltre a
tanti fatti di cronaca nera e di malcostume, ci sono anche migliaia
di persone che interrompono le ferie, nonostante la fine dei
bombardamenti, per sostenere l´invio immediato di una forza di pace
e di interposizione delle Nazioni Unite in Libano e per rafforzare il
proprio personale impegno a favore della centralità dell´Onu e
dell´Unione Europea per la pace in Medio Oriente? Ci dica, caro
Direttore, le dispiace così tanto?
Forse ha ragione a dire che eravamo in pochi. Dipende sempre dai
punti di vista. Il nostro, quello di chi l´ha organizzata a
ferragosto, è diametralmente opposto. Non era la "tradizionale"
Perugia-Assisi. Era una manifestazione straordinaria. Di certo
sarebbero stati molti di più se lei non avesse deciso di censurare la
convocazione dell´iniziativa. Perché l´ha fatto? Preferirebbe
vivere in un paese con una coscienza civile zero?
Prima l´ha censurata, poi ha organizzato l´attacco. Perché? Ci
dica, caro Direttore, chi ha infastidito questa sincera iniziativa di
pace costruita nel nome della Carta delle Nazioni Unite e del diritto
internazionale? Quali poteri abbiamo disturbato stavolta?
E´ vero. Non è la prima volta che succede. Forse il problema è
più profondo. Non c´entra niente il Medio Oriente. L´anno scorso,
in occasione della Marcia Perugia-Assisi per la giustizia e la pace
"Contro la miseria e la guerra, riprendiamoci l´Onu" dell´11
settembre, il suo giornale si è comportato nello stesso identico
modo. Stesse censure, stessi insulti, stessa disinformazione.
Identico anche il giornalista incaricato di sparare le sue pallottole
di carta contro i costruttori di pace.
Caro Direttore, ci piacerebbe sapere se qualcuno ha mandato ad Assisi
quei quattro ragazzi con i cartelli di Nasrallah, dove si sono
nascosti tutto il giorno dato che quasi nessuno li ha incontrati.
Perché non sono venuti anche in piazza San Francesco così li avremmo
potuti vedere tutti? Vorremmo anche sapere se ha ordinato lei (al suo
inviato) di buttare altra benzina sul fuoco delle polemiche chiamando
al telefono, da Assisi a Roma, i rappresentanti della comunità
ebraica? O è stata una iniziativa personale? Mettere gli uni contro
gli altri non è molto difficile di questi tempi ma per certe
operazioni ci vuole un professionista. In quale scuola di giornalismo
s´insegnano queste azioni di guerra? E´ così che l´informazione
si mette al servizio della pace?
Sarà contento, caro Direttore. La sua iniziativa ha trovato occhi e
orecchi sensibili. I TG (anche del servizio pubblico Rai) e alcuni
quotidiani hanno prontamente archiviato la manifestazione, lo spirito
e le proposte di Assisi per rilanciare la sua "verità"
manipolata. E´ contento?
Caro Direttore, invece dello scontro, noi Le chiediamo un incontro.
Non amiamo la guerra. Ci piace cercare la pace. A partire da casa
nostra. Crediamo nel dialogo e nel confronto. Se lei vuole. Noi siamo
pronti a venirla a trovare. Nel suo ufficio. Quando vuole.
Con i migliori saluti,
Flavio Lotti
Grazia Bellini
Coordinatori nazionali della Tavola della pace
Lunedì 28 agosto 2006