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Author: cybergobbo
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Subject: [Forumumbri] DICHIARAZIONE DEGLI ANARCHICI LIBANESI SULLA GUERRA IN CORSO

Articolo originale : http://italy.indymedia.org/news/2006/08/1138760.php


DICHIARAZIONE DEGLI ANARCHICI LIBANESI SULLA GUERRA IN CORSO
ASunday, Aug. 27, 2006 at 1:28 PM

DICHIARAZIONE DEGLI ANARCHICI LIBANESI SULLA GUERRA IN CORSO

Del nuovo in Libano: l'attacco israeliano

Al-Badil al-Chououi al-Taharruri
(Alternativa Comunista Libertaria)

[http://www.fdca.it] (Indirizzo web: http://www.fdca.it)




Di nuovo il Libano è piombato in una guerra senza fine. Hezbollah libanese,
movimento politico-religioso sciita, ha catturato due soldati israeliani il
12 luglio 2006 dopo aver varcato la frontiera sud del Libano ed aver ucciso
forse otto soldati israeliani. Israele non aspettava altro per dare il via
al suo piano d'attacco già pronto da tempo, esattamente come fece nel 1982
quando Israele invase il Libano col pretesto di un tentativo di assassinio
ai danni dell'ambasciatore israeliano a Londra.

Ma questa volta l'attacco d'Israele è di una portata ineguagliabile, mai
vista prima in Libano. Invece che ad un'invasione, siamo di fronte ad
attacchi aerei e dal mare che colpiscono dovunque: l'aeroporto, i quartieri
periferici di Beirut-sud, bastioni di Hezbollah, le grandi arterie che
collegano i paesi e le città del Libano, i porti, i quartieri residenziali,
ecc. Si direbbe veramente che vogliano paralizzare totalmente il paese e
seminare il terrore, cosa che non si può fare senza uccidere dei civili,
finora 180 dall'inizio di questa guerra otto giorni fa. Tutto indica che non
siamo ancora che al principio del conflitto, poiché i paesi occidentali
hanno contattato gli Stati Uniti perché chiedessero ad Israele (!) di
permettere l'evacuazione dei loro connazionali (diverse migliaia), cosa che
non si è verificata nemmeno durante la guerra civile del 1975...

Questo attacco deve essere collocato in un quadro più generale. A nostro
avviso esso si inserisce all'interno del progetto americano di un Grande
Medio Oriente. George W. Bush vuole creare una grande zona a lui favorevole
e che inglobi paesi arabi ed Israele, che metteranno fine, in un modo o
nell'altro, al conflitto nel Vicino Oriente. Iran e Siria si oppongono a
questo progetto, il che va visto come una buona cosa, beninteso. Ma il
limite sta nel fatto che Siria ed Iran, i quali sostengono Hezbollah e che
combattono i progetti di Bush e del governo israeliano, sono paesi
palesemente e totalmente reazionari, sotto tutti gli aspetti.

D'altra parte, Hezbollah (il Partito di Dio!!) è una formazione che,
malgrado tutto quello che ha fatto per cacciare Israele dal sud del Libano e
malgrado il grande numero dei martiri inviati a compiere il loro dovere
religioso, viaggio senza scalo verso il paradiso di miele e di donne, non
risponde più, e da molti anni, alle attese dei libanesi. D'obbedienza
iraniana, il "Partito di Dio" è nettamente ed ostinatamente contro le
libertà. Eccone alcuni esempi: non si può più vivere nei quartieri di
Hezbollah. Nei villaggi dove Hezbollah è maggioritario, si consiglia di
abbassare il volume della musica e di non mettere canzoni adatte alla danza
del ventre. Da essere un partito di resistenza e di sacrificio, il "Partito
di Dio" è diventato un partito insopportabile: le donne sono obbligate più o
meno a vestirsi di nero, la vendita dell'alcool è proibita, è complice
sottile ed indiretto degli intrallazzi della Siria (corruzione,
infiltrazione siriana in tutte le istituzioni libanesi, ecc.).

E' così che Hezbollah ha provocato contro di sé una forte reazione popolare.
Dopo qualche mese i grandi capi politici libanesi si sono riuniti nel
Parlamento (nelle c.d. Riunioni per il Dialogo Nazionale) al fine di trovare
una soluzione ai problemi cruciali del paese, cioè le milizie di Hezbollah.
In effetti Hezbollah ha rifiutato di consegnare le armi all'esercito
libanese, effettivamente costituendo uno Stato dentro lo Stato. Ed è con una
grande arroganza che il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha lanciato le
sue minacce violente e medievali (taglio di testa, di braccia, etc.) contro
chi tentasse di prendergli le armi. Erano anni che Hezbollah non faceva più
nulla contro Israele se non reclamare l'identità libanese delle fattorie di
Shebaa. Hezbollah fa paura per il suo fanatismo ma anche per la popolarità
su cui può contare in certi settori della società libanese, e per la
politica dei "martiri per la patria" che promuove. Ma senza la Siria e
l'Iran (soprattutto senza i finanziamenti iraniani), non esisterebbe nessun
Hezbollah.

Dall'umiliante ritiro della Siria dal Libano, due grandi correnti politiche
si confrontano nel paese: quella del 14 marzo (data dell'immensa
manifestazione in seguito all'assassinio dell'ex-primo ministro Rafik
al-Hariri), e quella dell'8 marzo, a favore della Siria, a cui si è unita la
corrente cristiana del generale Aoun dopo che gli hanno promesso la
presidenza della Repubblica. La corrente del 14 marzo ha, secondo noi, tutte
le caratteristiche di un movimento relativamente "rivoluzionario" se
confrontato col movimento dell'8 marzo in cui troviamo i corrotti sotto
tutela siriana ed i nostalgici del passato nero del Libano. L'atteggiamento
scandaloso è quello del Partito Comunista Libanese. Un certo numero di
persone all'interno della loro maggioranza nostalgica del nasserismo arabo,
ha dato vita ad una terza corrente senza odore e colore e molto debole. C'è
già stata una scissione (Intifada dei comunisti), molto vicina ad Al-Badil.

Ancora una volta, la posizione politica che si deve adottare di fronte a
quello che succede deve essere chiara, deve andare al di là di denunciare
gli attacchi israeliani. Noi diciamo NO ad Hezbollah in quanto partito
reazionario, religioso, filo-iraniano; diciamo NO al progetto di Bush, Blair
e Chirac, secondo i quali questi attacchi sproporzionati (attaccare tutto il
Libano per liberare alcuni soldati) sarebbero un atto di legittima
autodifesa da parte di Israele; diciamo NO al comportamento del Consiglio di
Sicurezza dell'ONU, timido ed ambiguo; diciamo NO al governo libanese
incapace, debole, contraddittorio, che passa il tempo a chiedere aiuto, a
contabilizzare i danni, ed a rimettersi ai tribunali internazionali.

A nostro avviso, solo una grande unione di una nuova sinistra, che aveva
iniziato a prendere corpo con la nascita della corrente del 14 marzo, è in
grado di far fare dei passi avanti alle cose. Nel frattempo dobbiamo trovare
cibo e soprattutto le medicine per quel milione di libanesi sfollati a causa
della guerra. E poi è necessario che ci siano delle forze d'intervento per
favorire un indispensabile cessate-il-fuoco, il quale non può essere
ottenuto se non in seguito a pressioni verso questi due belligeranti a cui
tutto il mondo sta gridando: non ci piacete.

Al-Badil al-Chououi al-Taharruri
(Alternativa Comunista Libertaria)

Libano, 17 luglio 2006

Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali