[Badgirlz-list] L'intrigante vita di Mackay

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題目: [Badgirlz-list] L'intrigante vita di Mackay
Thanx to Massimo!!!

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Roma, 23 agosto 2006, mercoledi’



Oggi, sul quotidiano “Liberazione”, e’ apparsa una
recensione del libro
di
Hubert Kennedy, “Anarchico d’amore”, edito da La
Fiaccola, Ragusa, 2006
(si_lib@???). E’ la biografia di un
personaggio avvincente
nella
storia del movimento omosessuale tedesco dell’altro
secolo. Ve la mando
per
conoscenza. Buona lettura.



***



“Liberazione”, 23 agosto 2006, mercoledi’



VITA, SEGRETI E AMORI SENZA NOME DI JOHN HENRY MACKAY

di Massimo Consoli



In “Anarchico d’amore” Hubert Kennedy racconta la
storia misconosciuta
del
poeta, scrittore ed esponente dell’anarchismo tedesco,
ispiratore del
movimento omosessuale nella Germania dei primi anni
del ‘900.

***

Di anarchici, oggi non e’ che ce ne siano proprio
tanti, in giro.
Eppure, a
cavallo tra Otto e Novecento, il movimento ispirato da
Stirner,
Bakunin,
Kropotkin ed il nostro Malatesta nelle sue varie
correnti
individualiste,
comuniste, collettiviste, era forte, organizzato, e
capace di
esercitare una
forte influenza su tutti gli aspetti della vita
sociale, perfino sul
nascente movimento omosessuale.

Uno dei personaggi piu’ rappresentativi della sinistra
antiautoritaria,
nella Germania appena unificata ed in forte espansione
culturale, era
John
Henry Mackay, poeta, scrittore, redattore di una
biografia su Max
Stirner
che tolse il teorico dell’individualismo anarchico
dall’oblio nel quale
sembrava condannato e lo restitui’ alla nostra
fruizione (1898), ma
anche
autore di un saggio su “Gli anarchici: un quadro della
civilta’ alla
fine
del XIX secolo” (1891) che era diventato subito un
best seller
mondiale,
pubblicato in nove lingue (perfino in yiddish!), e che
aveva
contribuito
notevolmente a presentare l’ideale libertario sotto
una luce positiva e
propositiva, non condizionato o confuso dalla prassi
nichilista o dai
vari
regicidi e attentatori che, un po’ prima e un po’
dopo, continueranno a
farsi sentire in tutta Europa.

L’influenza di Mackay fu enorme e, ad oggi, ancora
misconosciuta. Le
sue
poesie vennero musicate da vari autori di primo piano.
Perfino Richard
Strauss Jr. ne utilizzo’ alcune, tra le quali la
celebratissima
“Morgen”
(“Domani”), che ancora nel 1990 rappresentava il pezzo
forte del
soprano
Jessye Norman, mentre fino a tre o quattro anni fa, il
suo “Inno
all’Anarchia”
apriva la prima pagina di decine di siti libertari in
tutto il mondo.

Ma forse e’ attraverso il recupero di Stirner, che
Mackay ci sembra
cosi’
importante. “L’Unico e la sua proprieta’”, grazie alla
sua mediazione,
diventa “Colui che appartiene a se stesso”, ed e’
motivo ispiratore
perfino
di una importante corrente all’interno del nascente
movimento
omosessuale
tedesco. Addirittura, viene usato come titolo della
prima pubblicazione
gay
del mondo, “Der Eigene”, fondata nel 1896 da un’altra
figura di
(anomalo)
libertario tedesco, Adolf Brand, dapprima come rivista
anarchica sulla
quale
dibattere di problemi artistici ed estetici, nel giro
di due anni
trasformata in magazine gay tout court che continuera’
ad uscire fino
al
1931 come “giornale d’arte, letteratura e cultura
maschile”, e sulla
quale
pubblicheranno i piu’ bei nomi dell’epoca, dal pittore
e poeta Elisar
von
Kupfer a Erwin Bab, dal fotografo Wilhem von Gloeden
al pittore Fidus.

Contemporaneo a Mackay e suo concittadino, era un
autore che trattava
tutt’altri
argomenti. Si firmava “Sagitta”, e cercava di metter
su’ una collana di
libri che trattassero di quello che lui stesso aveva
ribattezzato
“l’amore
senza nome”, evidentemente ispirandosi alla famosa
definizione ripresa
da
Oscar Wilde nel corso del suo processo londinese del
1895.

Questo scrittore era la disperazione della polizia di
Berlino, che
cercava
di incastrarlo in ogni modo, ma senza riuscirci. Nel
1909, dopo
diciannove
mesi di farraginose procedure legali, lo Stato tedesco
riusci’ a
colpirlo
pesantemente con un processo ed una condanna
finanziaria che lo mise
quasi a
terra. Ma il suo editore continuo’ fino all’ultimo a
difenderne
l’identita’
ed a rifiutarsi di rivelarla a chicchessia, tantomeno
ai giudici del
tribunale.

Fino all’ultimo Sagitta pubblico’ i suoi libri
sull’amore per i
ragazzi,
libri che trovavano opposizione all’interno dello
stesso movimento
omosessuale tedesco, spaventato dall’idea di vedere le
proprie
battaglie per
l’abrogazione del Paragrafo 175 confuse con le
rivendicazioni di chi
sosteneva il diritto dei fanciulli ad avere una
propria vita sessuale.

Nel 1926 pubblico’ quello che, ancora oggi, e’
considerato un testo
fondamentale per capire la Berlino degli anni Venti,
“Der Puppenjunge”
(“La
marchetta”), un romanzo ambientato tra i prostituti
adolescenti della
capitale durante la Germania di Weimar. Ma la sua
opera piu’ elaborata

“Fenny Skaller”, una storia nella quale s’intrecciano
dieci racconti
diversi
di altrettanti ragazzi, con i loro problemi, le loro
aspirazioni, i
loro
fallimenti.

Oggi, noi sappiamo che l’anarchico Mackay ed il gay
Sagitta erano la
stessa
persona. Un militante, un politico, un individuo
dibattuto
continuamente tra
la sua figura pubblica e la sua vita privata,
costretto a scrivere in
maniera ambigua contro la sua stessa volonta’ ed a
mantenere vago il
sesso
dei suoi eroi per non perdere l’appoggio dei propri
sostenitori.
Perfino la
tanto celebrata “Morgen”, che Strauss musico’ e
regalo’ alla propria
moglie
come regalo di nozze pensando fosse stata scritta
avendo in mente una
donna,
in realta’ era stata ispirata da un ragazzo...

Il libro di Hubert Kennedy, gia’ autore di una
straordinaria biografia
di un
altro tedesco di primo piano (“Ulrichs”, Massari
Editore, Bolsena,
2005), ci
rivela una verita’ importante su squarci di storia a
lungo
misconosciuta ed
oggi, finalmente, riportata alla sua giusta dimensione
e importanza,
mentre
la prefazione spiega il ruolo del movimento anarchico
ed i suoi
rapporti con
il movimento omosessuale, un ruolo che fu perfino piu’
intenso e
sincero di
quello avuto con il partito socialdemocratico. E
questo in un periodo
in cui
la pubblicistica sull’argomento fu a dir poco
eccezionale. Basti
pensare
che, dopo un silenzio durato secoli, in appena dieci
anni (dal 1898 al
1908), apparvero un migliaio di libri e opuscoli e
saggi
sull’omosessualita’,
in lingua tedesca!

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