Re: [Lecce-sf] risoluzione ONU

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Autor: Cinzia Nachira
Data:  
Para: la mailing-list del Lecce social forum
Assunto: Re: [Lecce-sf] risoluzione ONU
Carta - Notizie in movimento - LibanoCompletamente d'accordo con Antonella. Aggiungo una riflessione supplementare. Se oggi il movimento non traduce in azione concreta il fatto di non aver smesso con la sua testa rischiamo tutti e tutte di essere complici, anche se silenti, del catalizzare il precipitare di una situazione in cui la cosiddetta "comunità internazionale" sia la massima responsabile dell'acuirsi da parte delle popolazioni del mondo arabo islamico dell'altro, dove "l'altro" siamo noi, esclusivamente come "il nemico". Se la morte di Angelo Frammartino a Gerusalemme ci ha insegnato qualcosa dovremmo riflettere su questo. Oggi essere chiari sul fatto che la risoluzione 1701 è figlia, politico-militare, della pantomima di Roma dello scorso 26 luglio è dire la verità. Ciò di cui il Libano e la Palestina hanno bisogno è di una vera forza internazionale di interposizione ai confini Sud del Libano, a Gaza e in Cisgiordania. Come si è spesso detto: prima che sia troppo tardi! Cinzia Nachira
----- Original Message -----
From: Antonella Mangia
To: la mailing-list del Lecce social forum
Sent: Friday, August 25, 2006 1:22 AM
Subject: Re: [Lecce-sf] risoluzione ONU


Caro Silverio, questa lista è l'ultimo/unico luogo di dibattito/conoscenza fuori dagli schemi imposti da un sedicente movimento fattosi forza di Governo. Permetti che ci sia chi non la pensa come te e che non sia neppure un estremista che vorrebbe ricacciare in mare Israele.
Non siamo una identità collettiva, per fortuna, ma siamo quelli che dentro le manifestazioni ci stanno realmente e che, nonostante gli schemini con cui si ragiona in questa città, non sono neppure incantati dal governo amico che scalpita per andare in una missione che rischia di trasformarsi in una enorme trappola.
L'appello che ho inviato alla lista, che ha come primo firmatario Alex Zanotelli, pone delle precise condizioni perchè la missione sia veramente utile ai fini della pace. Pensi che il nostro Governo AMICO le accetterà???? Io ancora me lo auguro (inguaribilmente ottimista!!!)
Eppure sono le condizioni MINIME perchè la missione non si risolva o in una tragedia o in un inutile dispendio di energie economiche e umane.
La tregua è stata resa possibile dalla risoluzione ONU ma dopo cosa c'è? è giusto chiederselo nel momento in cui mandiamo i nostri soldati in quella zona?
Si può discutere se la risoluzione ONU e tutti gli sviluppi successivi a questa, siano lo strumento adeguato per porre le condizioni non per una tregua ma per una pace duratura e condivisa? Io ho i miei dubbi e credo che sia leggittimo averli a meno che oggi non siamo in un regime di pensiero unico e quindi non si può discutere di quello che il nostro Governo Amico, pronto ad assumere il comando della missione?
Io non ho mai pensato che il movimento contro la guerra serviva ad accreditare una nuova classe dirigente, magari più decente di quella che l'ha preceduta, mi ero semplicemnte illusa che detto movimento si batteva contro tutte le guerre senza se e senza ma;
ma se ora andiamo in Libano dobbiamo o no interrogarci se questa operazione di peacekeeping sia veramente tale o serve solo a schiacciare ulteriormente chi in questi anni ha subito il predominio, la prepotenza, l'arroganza di una Stato fondamentalista come Israele:
il movimento è silente (almeno in Italia) ma non ha smesso di pensare con la sua testa.
antonella


  SILVERIOTOMEO <silvtome@???> ha scritto: 
    Grazie, Pierpaolo, per darmi simpaticamente l'occasione di dire qualcosa in una list che - a parte comunicazioni interessanti di iniziative - andrebbe meglio chiusa o almeno moderata, non essendo più espressione reale di un dibattito o di un'entità collettiva come fu per il leggendario social forum, visto che spesso è veicolo di messaggi esasperati o deliranti, e qui mi fermo. 
    La risoluzione ONU intanto, venendo accettata dalle parti in conflitto, ha fermato per adesso una guerra di 34 giorni con più di mille uccisi, massimamente civili e bambini, in Libano, e un centinaio tra soldati israeliani e civili israeliani e arabi dall'altra parte.
    Se L'Europa e se l'Italia, non succubi all'amministrazione Bush, si prendono un ruolo in Medio Oriente, questo è un bene, ed anche se comprendo alcune preoccupazioni, a me le truppe sotto mandato e copertura ONU vanno bene, sotto comando di paesi europei, il nostro incluso, anzi sarebbe ora di mandarle anche al confine con Gaza e la Cisgiordania, per risolvere dall'esterno quel conflitto cancerogeno e decennale tra Israele e Palestina. Naturalmente allo stato delle cose la gran parte delle forse pacifiste è per due popoli e due stati, tanto per ricordarlo, e per arrivare a una pace giusta senza passare per nuovi massacri, sia del terrorismo di Stato che di quello di guerre di Allah con "martiri" che fanno strage di civili e bambini.
    So bene che numerosissime risoluzioni ONU, al di là dei loro limiti o ambiguità, non sono state neppure rispettate da Israele, perchè non gli conveniva, e quel paese, armatissimo anche col nucleare, in un mare di 500 milioni di arabi, sembra in mano a fazioni religiose e militari, e quindi non un paese democratico in un mare di fondamentalismo, che esiste, beninteso, come frutto velenoso del fallimento del nazionalismo panarabo e come difesa identitaria (aberrante) quando sono scemate le grandi narrazioni della liberazione, ottenendo anche l'effetto di indebolire e dividere sin quasi alla guerra civile la resistenza legittima palestinese. 
    Sabato ad Assisi gran parte del movimento no-war si raduna, si autoconvoca, anche in nome del ragazzo tragimente ucciso mentre svolgeva una preziosa azione di volontariato a favore dei bambini palestinesi, e per esaminare la nuova realtà in atto. Una parte minoritaria (la divisione è nota palese e voluta) si radunerà in altra data e altrove: buona fortuna e figli maschi!
    E' ora, per il movimento per la pace, di crescere politicamente: uscendo dalla tenaglia del pacifismo solo etico-religioso o dell'antimperialismo parolaio e ideologico.
    Silverio Tomeo
      ----- Original Message ----- 
      From: pier paolo quarta 
      To: la mailing-list del Lecce social forum 
      Sent: Thursday, August 24, 2006 8:59 PM
      Subject: Re: [Lecce-sf] risoluzione ONU



      silverio, questa è la solita risoluzione del cazzo.
        ----- Original Message ----- 
        From: Silverio Tomeo 
        To: social forum 
        Sent: Wednesday, August 16, 2006 5:57 PM
        Subject: [Lecce-sf] risoluzione ONU



              Il testo integrale della Risoluzione Onu
              14 agosto 2006
              Ecco il testo integrale della risoluzione approvata dal Consiglio di 
              Sicurezza delle Nazioni Unite e che prevede la cessazione delle ostilità 
              nel conflitto tra Israele e milizie sciite libanesi di Hezbollah, iniziato 
              lo scorso 12 luglio. Il testo è una versione modificata in maniera 
              significativa rispetto a quello introdotto la settimana scorsa da Francia 
              e Stati Uniti. Ha ottenuto tutti e 15 i voti dei membri del braccio 
              esecutivo dell'Onu, incluso quello del Qatar, l'unico Paese arabo presente 
              al voto. Per farsi un'idea precisa di quelche andranno a fare i caschi 
              blu. 


              Determinando che la situazione in Libano costituisce una minaccia alla 
              pace e alla sicurezza internazionale; Il Consiglio di Sicurezza, 
              1. chiede una piena cessazione delle ostilità basata, in particolare, 
              sull'immediata cessazione da parte degli Hezbollah di tutti gli attacchi e 
              l'immediata cessazione di tutte le operazioni militari offensive di 
              Israele"; 
              2. a seguito della piena cessazione delle ostilità, chiede al governo del 
              Libano e all'UNIFIL, (United Nations Interim Force in Lebanon) come 
              previsto dal paragrafo 11 per l'invio delle loro forze in una missione 
              congiunta nel sud del Libano e chiede al governo di Israele, contestualmente 
              all'inizio del dispiegamento, di ritirare le proprie forze 
              contemporaneamente; 
              3. sottolinea l'importanza dell'estensione del controllo del governo del 
              Libano su tutto il territorio libanese come previsto dalle disposizioni 
              della risoluzione 1559 del 2004 e della risoluzione 1680 del 2006, e dalle 
              disposizioni degli Accordi di Taif, per l'esercizio della sua piena 
              sovranità, in maniera tale che non possano esserci armamenti se non con il 
              consenso del governo del Libano e non possa esserci altra autorità che 
              quella del governo del Libano; 
              4. reitera il proprio forte sostegno per il pieno rispetto della Linea 
              Blu, che separa Israele e il Libano; 
              5. reitera il proprio forte sostegno, come previsto dalle precedenti 
              risoluzioni sul Libano, per l'integrità territoriale, per la sovranità e 
              per l'indipendenza politica del Libano all'interno dei confini 
              riconosciuti dalla comunità internazionale, come contemplato 
              dall'armistizio del 23 marzo 1949; 
              6. chiede alla comunità internazionale di attivarsi immediatamente per 
              dare impulso all'assistenza finanziaria e umanitaria al popolo libanese, 
              da compiersi anche facilitando il ritorno a casa degli sfollati e, sotto 
              l'autorità del governo del Libano, con la riapertura di aeroporti e porti, 
              nel rispetto dei paragrafi 14 e 15; e chiede che siano presi in 
              considerazione ulteriori aiuti in futuro per contribuire alla 
              ricostruzione e allo sviluppo del Libano; 
              7. afferma che le parti hanno la responsabilità di garantire che nessuna 
              azione sia compiuta in violazione del paragrafo 1 in modo tale da 
              compromettere in maniera negativa la ricerca di una soluzione di lungo 
              termine, l'accesso agli aiuti umanitari della popolazione civile, incluso 
              il passaggio dei convogli umanitari, o il ritorno volontario degli 
              sfollati, e chiede che le parti rispettino questa responsabilità e 
              cooperino con il Consiglio di Sicurezza; 
              8. chiede a Israele e al Libano di sostenere un cessate il fuoco e una 
              soluzione di lungo termine fondata sui seguenti principi e elementi: 
              - pieno rispetto della Linea Blu per entrambe le parti; 
              - l'adozione di misure di sicurezza atte a prevenire la ripresa delle 
              ostilità, che preveda l'istituzione, nella zona compresa tra la Linea Blu 
              e il fiume Litani, di un'area priva di personale armato, di posizioni e 
              armi che non siano quelle dell'esercito libanese e delle forze UNIFIL come 
              previsto dal paragrafo 11, che operano in questa zona; 
              - la piena attuazione di tutti i regolamenti previsti dagli Accordi di 
              Taif e dalle risoluzioni 1559 del 2004, 1680 del 2006, che impongono il 
              disarmo di tutti i gruppi armati in Libano, in maniera tale che non 
              possano esserci armi o autorità in Libano se non quelle dello Stato 
              libanese, come deciso dall'esecutivo libanese il 27 luglio 2006; 
              - l'eliminazione di tutte le forze straniere dal Libano che non abbiano 
              l'autorizzazione dal governo; 
              - l'istituzione di un embargo internazionale sulla vendita di armi e 
              materiali al Libano, se non su autorizzazione del suo governo; 
              - la notifica alle Nazioni Unite delle mappe delle mine posizionate sul 
              territorio libanese che siano ancora in possesso di Israele; 
              9. invita il Segretario Generale (Kofi Annan) a sostenere gli sforzi per 
              arrivare al più presto possibile ad accordi di principio da parte del 
              governo del Libano e del governo di Israele sui principi e gli elementi di 
              una soluzione duratura come delineato nel paragrafo 8, ed esprime la 
              volontà di essere attivamente coinvolto; 
              10. chiede al Segretario Generale di sviluppare, in collaborazione con i 
              partner internazionali e le parti coinvolte, delle proposte per la messa 
              in atto dei provvedimenti più importanti previsti dagli Accordi di Taif e 
              dalle risoluzioni 1559 del 2004 e 1680 del 2006, compreso il disarmo, e 
              per la demarcazione dei confini internazionali del Libano, specialmente in 
              quelle aree dove il confine è soggetto a dispute o incerto, compresa 
              l'area delle fattorie di Shebaa, e a presentare quelle proposte al 
              Consiglio di Sicurezza entro trenta giorni; 
              11. decide, per sostenere e rafforzare la forza in dimensione, 
              equipaggiamenti, mandato e raggio di operazione, di autorizzare un 
              incremento nella forza della UNIFIL fino a un massimo di 15.000 uomini, e 
              che quella forza debba, oltre a portare a termine il proprio mandato come 
              previsto dalle risoluzioni 425 e 426 del 1978: 
              a. sorvegliare la cessazione delle ostilità; 
              b. affiancare e sostenere le forze libanesi nel loro dispiegamento nel 
              sud, compresa la zona di confine della Linea Blu, mentre Israele ritira le 
              proprie forze armate dal Libano come previsto dal paragrafo 2; 
              c. coordinare le proprie attività con riferimento al paragrafo 11 (b) con 
              il governo del Libano e il governo di Israele; 
              d. estendere la propria assistenza per contribuire a garantire l'accesso 
              della popolazione civile agli aiuti umanitari e il ritorno degli sfollati; 
              e. assistere le forze armate libanesi in operazioni mirate alla 
              definizione dell'area prevista nel paragrafo 8; 
              f. assistere il governo del Libano, se da questo richiesto, 
              all'implementazione del paragrafo 14; 
              12. operando sulla base di una richiesta del governo del Libano di inviare 
              una forza internazionale per assisterlo nell'esercizio della sua autorità 
              su tutto il territorio, autorizza la UNIFIL a prendere tutte le azioni 
              necessarie nelle aree in cui tutte le forze sono presenti e nelle loro 
              capacità, a assicurare che questa area non sia utilizzata per operazioni 
              ostili di nessun tipo, a resistere ai tentativi di impedire con l'uso 
              della forza dallo svolgere i suoi compiti come da mandato del Consiglio di 
              Sicurezza, e a proteggere il personale delle Nazioni Unite, le strutture, 
              le postazioni e gli equipaggiamenti, a garantire la sicurezza e la libertà 
              di movimento del personale delle Nazioni Unite, gli operatori umanitari e, 
              senza pregiudicare la responsabilità del governo del Libano, a proteggere 
              i civili da minacce contingenti di violenza fisica; 
              13. chiede al Segretario Generale di attuare con urgenza i provvedimenti 
              necessari a consentire che le forze UNIFIL siano in grado di portare a 
              termine le funzioni previste da questa risoluzione, preme perché i Paesi 
              membri prendano in considerazione i contributi adeguati all'UNIFIL e a 
              rispondere in maniera positiva alle richieste di assistenza per la forza, 
              e esprime il convinto apprezzamento per coloro che hanno contribuito alle 
              forze UNIFIL in passato; 
              14 chiede al governo del Libano di controllare i propri confini e tutti 
              gli altri varchi d'accesso per impedire che armi e materiali siano 
              importati in Libano senza il suo consenso e chiede alla forza UNIFIL, come 
              previsto nel paragrafo 11, di assistere il governo del Libano dietro sua 
              richiesta; 
              15. decide inoltre che tutti gli Stati adottino le misure necessarie per 
              impedire, a propri cittadini, sul proprio territorio, o utilizzando navi 
              battenti bandiera del Paese o velivoli, 
              (a) la vendita o la fornitura a nessuna entità o individuo in Libano di 
              armamenti e materiali di alcun tipo, incluse armi e munizioni, veicoli 
              militari e equipaggiamenti, equipaggiamenti paramilitari e parti di 
              ricambio per i suddetti, siano o no prodotti nei loro territori, e (b) la 
              fornitura a nessuna entità o individuo in Libano o di qualsiasi 
              addestramento o qualsiasi tipo di sostegno per la fornitura, la 
              produzione, la manutenzione o l'uso di quanto citato nel comma (a) qui 
              sopra, con l'eccezione che questi divieti non si applicano a armi, 
              materiali, addestramento e assistenza autorizzata dal governo del Libano o 
              dall'UNIFIL come previsto nel paragrafo 11; 
              16. decide di estendere il mandato dell'UNIFIL fino al 31 agosto 2007, ed 
              esprime le sue intenzioni a considerare in una successiva risoluzione 
              ulteriori estensioni al mandato della forza e altri passi mirati a 
              contribuire l'implementazione di un cessate il fuoco permanente e di una 
              soluzione duratura; 
              17. chiede al Segretario Generale di fare rapporto al Consiglio di 
              Sicurezza entro una settimana sull'implementazione di questa risoluzione e 
              di aggiornare regolarmente; 
              18. sottolinea l'importanza di, e la necessità di arrivare a una pace 
              estesa, giusta e duratura in Medio Oriente, sulla base delle risoluzioni 
              242 del 22 novembre 1967 e 338 del 22 ottobre 1973; 
              19. decide di continuare a occuparsi attivamente della questione.
              (Grazie alla collaborazione di Marco Bersani di Attac) 




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