Perché non approfondire un attimo la questione della "filosofia hacker"?
Sarebbe utile fare qualche esempio di personaggi che nella storia hanno
incarnato la filosofia hacker, anche se non facevano parte del mondo
informatico.
Ad esempio Richard Feynman (premio nobel per la fisica '65), che si
divertiva
anche con il lockpicking quando si trovava a Los Alamos come ricercatore.
Questo potrebbe far sì che la gente comune si senta più vicina a questo
mondo,
che se relegato semplicemente alla sfera infornamatica rischia di essere
visto come
un universo parallelo fatto di conoscenze inaccessibili, e non uno stile
di vita come
fondamentalmente è.
Le cose riguardo Richard Stallman e soci le sanno oramai tutti, certo il
background
storico che riguarda la nascita del movimento è utile a capire le
ragioni che hanno spinto
quei ragazzi a combinare questo miracolo, ma dovremmo iniziare a fare un
passo avanti
cercando di far capire ad ognuno che magari anche lui è un hacker e non
sa di esserlo...
Ciao
Elettrico ha scritto: > hektisch wrote:
>
>> Il giorno 25/ago/06, alle ore 07:35, Alice ha scritto:
>>
>>> Il termine hacker venne coniato negli anni '50 al MIT, dove diversi
>>> giovani perdevano il sonno per poter passare un po' di tempo davanti al
>>> Tx-0, uno dei primi computer, o costruendo modellini di treni per il Tech
>>> Model Railroad Club. (ma che c'entra? ndA)
>>>
>> guarda sotto, non sopra il modellino. ;)
>>
>> in effetti così non si capisce il senso di questa cosa. gli "hacker del
>> mit" (almeno non i più importanti) non costruivano modellini di treni:
>> usavano attrezzatura della western electric (compagnia telefonica che
>> donava pezzi al mit) per organizzare quanto stava dietro (o meglio,
>> appunto, sotto) al modello. per cui forse toglierei il riferimento al
>> tmrc, che richiede spiega maggiore.
>>
>
> [...]
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