Szerző: brunoa01 Dátum: Címzett: fori-sociali CC: forumgenova, aderentiretecontrog8 Tárgy: [NuovoLab] Angelo Frammartino: L'amica accanto nel momento della
morte
Liberazione, 17.08.2006
Palestina e' il mio voltar pagina
L'amica accanto nel momento della morte
Sono svuotata, prosciugata; non riesco piu' a piangere.
Il pensiero inchiodato li', incredula.
Finalmente la prima giornata tra noi cinque rilassata e goduta.
Silvia che sottolinea il rimpianto del fatto che non sia sempre stato cosi'.
Angelo nell'instancabile ricerca di coccole che abbraccia Michela.
Noi cinque che ci incamminiamo lungo la via del ritorno rimestandoci in bocca il gusto di una lunga chiaccherata; la consapevolezza ch si sia formato un nuovo piccolo anello destinato a legarci in eterno.
Poi un'ombra, un guizzo, un fulmine.
E' calato il sipario e veniamo inghiottiti dall'incubo.
Angelo l'ho sfiorato, appna assaporato.
Di lui ho solo intuizioni forumlatesi con piccole battute, brevi racconti lunghi sguardi silenziosi.
Ci ha condotti Gerusalemme la stessa voglia di conoscenza diretta, una visione comune della vita e del mondo.
Pace, giustizia e sviluppo sociale.
A me Angelo si e' mostrato cosi': ironico, sagace, pungente, appassionatamente innamorato, riflessivo, attento, gentile e rispettoso.
Il suo rimo amore la madre.
Non l'ha mai raccontata ma ricodo una cena.
La tavolata lunga; la piccola stanza gremita e chiassosa.
Un telefono che trilla e Angelo che si allontana con il telefono nella mano destra, voltandosi per condividere con noi la fonte della sua improvvisa frizzantezza di quel battito frenetico da primo incontro.
Lui che si apre in un sorriso nell'annunciare e' la mamma, prima di sparire nell'intimita' delbuoi.
La sua passione: il partito e la politica.
Rifondazione comunista e Ballaro'.
L'orgoglio di una foto con Fausto Bertinotti: la commozione davanti alla Muqada.
La stima sconfinata per il padre, faro di riferimento e pozzo al quale attingere l'ispirazione.
Lo trovavo bello anche se non ci credeva.
Palestina fino al primo agosto era un dibattito in famiglia, era un impegno di mia madre, una delle mille ingiustizie del mondo.
Palestina era la mia ninna nanna.
Ora, Palestina e' una bambina che con disinvoltura ed eleganza cammina indossando zoccoli dal tacco improbabile.
Palestina ' una miriade di occhi arrossati e tremuli.
E' bocche spalancate e calci di sedere di un clown.
E' piccole anime che non sanno disegnare.
E' mille voci che pronunciano il tuo nome. E' la generosita' di un ghiacciolo, un pacchetto di biscotti scaduti.
Palestina e' due meravigliosi giovani uomini che mi hanno insegnato il dover essere forti e di guardare oltre.
E' il mio voltar pagina. Avevo posato una pietra tombale tra me e la vita