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frammartino
liberazione, 14.8.06
Il racconto di Silvia che si trovava con lui a Gerusalemme
La calma giornata del giovane leader
Claudia Russo
La sveglia suona alle 7.00 al centro sociale e culturale Burgj Laq Laq, nel
cuore del Bronx palestinese.
Per i quattro ragazzi e le otto ragazze volontari di Cgil e Arci inizia una
nuova giornata. C'è da preparar la colazione, organizzare le attività
ricreative per i tanti bambini che arriveranno alle 9.00, incontrare gente
del posto e confrontarsi con personalità israeliane.
«Angelo, ci puoi giurare, non si alzerà dal letto, o meglio non uscirà dal
sacco a pelo nel quale dorme per terra nello stanzone dei maschi, prima
delle 8. 30 - dice sorridendo Silvia Mariotti, ventitrè anni, un lieve
accento sardo e una sincera voglia di raccontare - perchè il suo motto è
"te dico fermate... , cioè tradotto dal romanesco non ti stressare
compagno che le cose vengono meglio se le prendi con calma e lucidità.
Già... ma quando mè toccato fare il turno delle pulizie con lui mè preso
un colpo per quanto se la prendeva con calma... - continua scherzando -
Indosserà la maglietta con la faccia di Bertinotti, quella che ha lavato
meticolosamente la sera precedente per poterla usare di nuovo oggi e domani
e il più possibile perché girare per le strade sporche e disastrate di
questa bellissima città ridotta una discarica ci metterà di buon umore, ci
darà energia. Tiene un quaderno di appunti e a volte si isola per
riflettere. Come tutti noi capisce che la situazione è di pericolo e soffre
al pensiero che famiglia e compagni non appoggino la sua scelta. Che abbia
la stoffa del leader in grado di scherzare con la giovanissima e un po
ingenua Annesa e di confrontarsi contemporaneamente con i coordinatori più
anziani Renzo e Sandro senza perdere mai la propria freschezza, lo abbiamo
notato tutti. Nonostante fossimo iscritti alla stessa università, quella
dei figli di papà ai quaIi dobbiamo dimostrare che non sono i soldi a dar
valore alle persone, ci siamo conosciuti e trovati direttamente al campo -
osserva Silvia confessando di aver fumato troppo per il nervosismo da
quando è tornata in Italia - In comune abbiamo la voglia di conoscere
realtà diverse dalla propria, un profondo rispetto per i nostri genitori e
quelli degli altri, il progetto di iscriverci, al nostro rientro, ad un
corso di lingua e cultura araba per poter parlare con i bambini e conoscere
la storia della Palestina. A dividerci, e unirci contemporaneamente, la
politica: io voto Ds, lui è un compagno di Rifondazione. Discutiamo a
lungo. Angelo mi racconta dei compagni di Monterotondo e mi descrive alcune
iniziative che sta promuovendo, prima tra tutte la proiezione, a settembre,
di un film da lui girato con una telecamera digitale che mostra la parte
più bella della sua città. Io lo prendo in giro chiamandolo "il regista" e
lo provoco chiedendogli perché non abbia scelto di aderire ad uno
schieramento più solido e moderato come i Ds. La passione politica - mi
dice - l'ho ereditata da mio padre, l'uomo che mi ha insegnato ad amare la
giustizia e l'uguaglianza. Con lui mi confronto sempre, e credo sia in
fondo davvero orgoglioso del mio lavoro. Quando gli ho detto che volevo
iscrivermi al Prc ha tentato di mettermi in guardia dicendomi che ci voleva
coraggio e determinazione per militare nelle minoranze. Sai cosa gli ho
risposto? Per me la parola compagni è la più bella del vocabolario:
significa far parte di un tutto che condivide un sogno e un ideale. Il
mio ideale non è la libertà, perché le nostre scelte e decisioni sono
sempre frutto dell'ambiente e delle persone che ci circondano, è la
coerenza. Conosci un partito più coerente di Rifondazione o un uomo più
vero di Fausto? . E' talmente sicuro di ciò che dice che ci convince quasi
tutti, Lena compresa. Lena ha 21 anni e lui la definisce, poetico e galante
come al solito, un ossimoro: un misto di tenebre e luce».
Prima di alzarci dal tavolo del bar dove siamo sedute, Silvia ci tiene a
mostrarmi una cosa.
Forse per gioco, forse un po per conquistarla, la mattina di giovedì
Angelo scrive a questa ragazza un affettuoso biglietto di saluto che dice
così:
Sono una persona speciale. Il mio nome, in tutte le lingue, conserva
quella certa sacralità che non ha niente a che fare con le religioni. Ho
dei bei ricci... peccato questo culo grosso... Sono triste perché la nostra
indimenticable esperienza al campo sta per terminare. Ricorderemo sempre i
bambini sporchi e con i pidocchi che non sanno giocare ma solo picchiarsi e
urlare perchè nutriti di violenza. Ricorderemo la difficile comunicazione a
gesti e la voglia testarda di farci comunque capire; e poi la musica araba
che abbiamo ballato di nascosto perchè qui non si può e io non lo sapevo, e
i piatti in cucina da lavare che... io cercavo sempre di trovare una scusa
per non darmi da fare... e poi Mimmo, il mio dodicenne preferito dagli
occhi profond come quelli di un adulto. Si ricorderà di me? E gli altri si
ricorderanno del loro amico che se ne va?
Noi, compagno idealista che ami la coerenza e credi nella pace, ti
ricordiamo e amiamo così.
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Stasera Ong e società civile promuovono - una veglia per Angelo a Gerusalemme
Le Ong palestinesi di Gerusalemme condannano luccisione di Angelo
Frammartino e promuovono una veglia di solidarietà per i familiari del
volntario italiano e per i suoi amici per stasera alle 19.30. Il luogo è
quello dellaggressione omicida, sulla Sultan Suleiman Street, tra la porta
di Damasco e quella di Erode, per riaffermare ancora una volta i principi
di pace, fratellanza e reciproca conoscenza e scambio che chiunque abbia
colpito Angelo ha provato a uccidere con lui. Parole di pace, dunque, e di
cordoglio raccontate da chi Angelo lha conosciuto al lavoro in Palestina.
Dyala Husseini fa parte del centro sociale - diremmo noi - di Burj Al
Luqluq (Torre del fenicottero), quello in cui Angelo era arrivato con gli
altri volontari organizzati da Arci e Cgil, e racconta come aveva
conosciuto il giovane di Monterotondo: «Angelo aveva un rapporto eccellente
con i bambini del centro, era un volontario di pace venuto in solidarietà
con il popolo palestinese e noi gli volevanmo bene». Lomicidio ha
sconvolto tutti nella città vecchia, uno dei più poveri quartieri di
Gerusalemme dove la vita dei palestinesi è al margine. Qui il centro Torre
del Fenicottero fornisce servizi di asilo e scuola materna per i bambini
più piccoli, progetti ricrativi di sport, animazione e cultura, con
laboratori quotidiani per ragazzi e ragazze. Un posto che ha ospitato
centinaia di volontari italiani e non in questi anni. «Nessuno può
descrivere il nostro dolore per quanto successo - continua la coordinatrice
del centro, Husseini - i nostri pensieri vanno ora alla famiglia e agli
amici di Angelo, hanno la nostra più profonda solidarietà e amicizia,
speriamo possa arrivargli per sapere che Angelo tra noi era un amico e un
fratello».
Alla veglia di stasera oltre a tutta la comunità della Torre del
fenicottero hanno dato la loro adesione la Orient House, lArab Studies
Society, la Faisal Husseini Foundation.
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«Raccogliamo le tue parole, le sole che non ci fanno sentire colpevoli»
Quando arriva la notizia mi butto a scrivere. Le parole a volte servono a
recuperare la lucidità, a frenare londa che ti sta sommergendo. Sempre la
morte ci fa soffrire. La morte violenta di più. La morte giovane ancora di
più. La morte di una giovane persona cara infinitamente di più. E quando
non riusciamo a comprendere il perché di una morte non riusciamo a
comprendere a contenere ad arginare il dolore. Ho incontrato Angelo
migliaia e migliaia di volte, nelle strade di Genova, alle manifestazioni,
nei centri sociali, tra i giovani comunisti, alle iniziative dellArci, ai
sit-in contro la guerra, in Palestina, nel sorriso di tanti ragazzi come
lui. Nel sorriso unico e irripetibile di ciascuno di loro. Non cè modo di
comprendere, di contenere il dolore per la sua morte, e il dolore per chi
lo ha ucciso. Cinque anni fa scrivevo poesie, come quelle che mio figlio mi
lasciava sul tavolo di cucina, prima di uscire, come quelle che gli
lasciavo vicino al letto, mentre lui era fuori. Scrivevo per non impazzire,
per continuare a parlargli, per continuare a sentire la sua voce nella mia
testa. Ma ora, mentre scrivo, ogni parola mi sembra stupida e inutile: che
cosa posso dire a chi, in questo momento, sta soffrendo in quel modo
indicibile che conosco così bene, a chi, in questo momento vuole solo
silenzio. Le mie parole scritte mi sembrano subito così rumorose,
indiscrete, perfino offensive. Chiamo Anna, che è a Gerusalemme, ma nemmeno
a lei riesco a dire niente. «Questo mondo è brutto, troppo brutto», mi dice
lei. Sì, Angelo: questo mondo è troppo brutto per meritarti. Ma questo
mondo labbiamo fatto noi vecchi, così. Noi, violenti egoisti arroganti
bugiardi; ma anche noi, pacifisti balbettanti irrisolti divisi, incapaci di
fermare lopulento mercato di morte, di spazzare via le sue fabbriche, i
manager e gli sponsor, e i loro miserabili servitori. Raccogliamo le tue
parole, Angelo, le sole che possiamo pronunciare senza sentirci colpevoli.
Raccogliamo il tuo esempio, la tua coerenza, la tua voglia di vita. Per non
arrenderci alla morte.
Haidi Gaggio Giuliani
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Anghelos: un messaggero di pace andato in Palestina per alleviare le
sofferenze di un popolo e donare la speranza
«Ciao cercatore di pace e di un mondo possibile. Il tuo ricordo, il nostro
impegno»
Ciao Angelo, non abbiamo avuto la fortuna di conoscerti, non ci è stato
possibile farlo, sappi però che abbiamo pianto quando siamo venuti a
conoscenza della tua assurda scomparsa. Ammirare le persone come te per noi
è facile, anzi, possiamo dire di amarla come si ama quanto di più caro
possiedi. Non ci sarà più possibile dimenticare il tuo sorriso e la tua
storia. Grazie alla tua famiglia per averci regalato un ragazzo come te e
se anche può sembrare assurdo in questo momento, debbono essere fieri ed
orgogliosi per quello che sei stato, per quello che hai fatto e purtroppo
per quello che avresti potuto fare. Ciao giovane e dolce compagno, ti
possiamo solo promettere che da oggi in poi avremo un motivo in più per
lottare con tutte le nostre forze contro questa pazzia.
Circolo L. Libertini - S. Giorgio di Piano (Bo)
Non cè valore o eroismo nel recarsi in regioni di guerra con in braccio le
armi e con il cuore gonfio di rabbia nei confronti del nemico; ci vuole,
invece, molto coraggio per andare in questi luoghi martoriati dalla guerra
con il cuore colmo di non violenza e nella mente un unico pensiero: pace.
Angelo, i veri pacifisti non saranno mai dimenticati.
I compagni e le compagne del circolo Prc dellUniversità di Tor Vergata (Roma)
Arrivederci Angelo
Il fiore della ribellione
Tagliato dagli uomini neri
Buttato e lasciato per terra
Il vento lo ha portato via
Ma il fiore della ribellione
Ha un seme che è volato via
E in qualche altra splendida terra
Un giorno rifiorirà.
Anonimo
Ho conosciuto Angelo alla conferenza dei Giovani Comunisti. Aveva tanta
voglia di capire, tanto entusiasmo per provare a concretizzare anche nel
suo piccolo, anche a Monterotondo, ciò di cui discutevamo. Spero rimanga un
po del suo entusiasmo a tutti noi.
Giulio Calella
Ciao Angelo, non ti conoscevamo di persona però conosciamo bene lo spirito
che ti ha spinto a partire per andare lì dove ogni attimo è importante e la
felicità di un momento può essere per sempre. Oggi ci sentiamo un po' più
sol, uno di noi non c'è più...
Micaela, Tiziana, Federico, Delia, Lucia (giovani comuniste/i Villa
Castelli -Brindisi)
Angelo era un costruttore di Pace e dellazione nonviolenta, solidale, ne
faceva una ragione di vita. Aveva fatto una scelta di campo, era come tanti
di noi per una società nonviolenta. Noi sognatori, idealisti, che ci
battiamo per un altro mondo possibile. Continueremo a sognare ed ad
impegnarci.
Il segretario della Federazione Prc - Ancona, Ruggero Cinti.
Spesso costruire la pace è più complesso ed irrazionale della guerra in sé.
Per questo, Angelo era a Gerusalemme. Per questo adesso Angelo è anche nei
cuori e nelle lotte di chi non lo conosceva. In questi momenti tante
potrebbero essere le domande per la terribile scomparsa di chi nella pace e
nella nonviolenza credeva e con dedizione contribuiva a diffonderla, ma
spesso non hanno risposta, lunica cosa che possiamo fare è raccogliere il
messaggio di Angelo e continuare a farlo vivere.
LUnione degli Studenti
Angelo: un ragazzo andato in Palestina per alleviare le sofferenze di un
popolo e donare loro un sorriso e una speranza.
Circolo B. Nardi di Genazzano
Ciao cercatore di pace,
Ciao pensatore di un mondo possibile,
Ciao tenero eroe di questa guerra.
Porteremo con noi il tuo ricordo, forte e indelebile. Ricco di pace e
Fratellanza fra i popoli e gli uomini.
Il tuo ricordo, il nostro impegno.
Ciao Angelo.
Nicola Favia e i compagni di Valenzano (Ba)
E' difficile in questi momenti essere lucidi, non è facile rimanere inermi
per la morte di un essere umano, meno ancora se a morire in questo modo è
un Compagno, che pur nella sua giovane età aveva molto da insegnare a noi
più grandi. Ci rimarrà molto di lui, la sua voglia di conoscenza, la sua
voglia di vivere in un mondo di uguali, la sua voglia di lottare per la
giustizia, ci rimarrà soprattutto la sua, la nostra disperata voglia di
pace. Ciao Angelo
Carlo Zulian, circolo Camin-Padova est
La vita è opportunità: coglila!
Bellezza: ammirala!
Sogno: fanne realtà!
Sfida: affrontala!
Dovere: compilo!
Gioco: giocala!
Preziosa: abbine cura!
Ricchezza: conservala!
Amore: godine!
Mistero: scoprilo!
Promessa: adempila!
Tristezza: superala!
Inno: cantalo!
Lotta: accettala!
Tragedia: afferrala corpo a corpo!
Avventura: rischiala!
Felicità: meritala!
La vita è la vita: difendila!
Angelo ha fatto tutto questo! Sarà impossibile dimenticarlo.
Rossella884
Il sogno di Angelo non può e non deve morire, dobbiamo farlo divenire
pratica quotidiana per tutti noi che adesso ci troviamo qui, attoniti,
senza reagire e senza indignarci quanto sarebbe necessario per i massacri
che stanno avvenendo in Libano. Metteremo la bandiera della pace ovunque ci
verrà permesso, quella pace per la quale Angelo è morto da eroe.
Alessio Gili, Circolo Massa Martana (Pg)
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti
E quello che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto
(Nazim Hikmet)
Ciao Angelo.
Italo Di Sabato - compagno e fratello
E invero, piccoli, cresciuti o grandi, giovani, anziani o vecchi, al buio
si è
tutti uguali. Buona notte, biondino (Elsa Morante - L'Isola di Arturo)
Massimiliano Piacentini
La nascita di un altro mondo possibile passerà dalle tue gesta di
fratellanza, amore e nonviolenza. Sei e sarai per noi un esempio di vita,
vita dedicata a chi ogni giorno vive nell'incubo della morte. Hai profuso
pace in una terra debilitata dalla guerra e questo non lo dimenticheremo
mai. Un gesto balordo ti ha portato via nel pieno della tua giovinezza come
un fiore colto nel mezzo del deserto.
Gc Brindisi
Si possono spegnere le vite di noi che siamo piccole luci in un
cammino alquanto tetro e buio, ma non si spegneranno mai i nostri
ideali ed i nostri pensieri. Ancora come piccoli eroi di una solitaria
battaglia, insieme come sempre, ci diamo sostegno luno con laltra ed
anche in questi
tragici momenti non ci fermiamo mai nel nostro cammino.
Sappiamo che dobbiamo colmare il vuoto che sempre lascia la perdita
di uno di noi, accogliendo ed appropriandoci del suo pensiero così da
farlo nuovamente vivere nelle nostre lotte ed esistenze.
Il coordinamento provinciale Giovani Comunisti/e di Grosseto
Prc Grosseto
E ancora grazie per aver scritto ad Alessio Digirolamo, coordinamento
sociale di Brindisi, Laboratorio Sociale Buridda (Genova, Italia, Pianeta
Terra), Michele, Flavio Loira (segretario circolo P. Creazzo,
Cinquefrondi, Rc), Antonello (Gc Napoli), Fiorino Iantorno, la segreteria
del Prc (Federazione di Salerno).