[NuovoLab] il pacifismo e' finito: rassegna stampa su Angelo…

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Autor: antonio bruno
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Asunto: [NuovoLab] il pacifismo e' finito: rassegna stampa su Angelo Frammaritno
www.repubblica.it, 13.8.06

Un amico racconta lo stato d'animo della famiglia del ragazzo ucciso a
Gerusalemme
La salma domani a Ciampino, ad accoglierla il presidente della Camera
Bertinotti
Il papà di Angelo tra orgoglio e dolore
"Lo aveva sconsigliato di andare in Israele"
Nessun passo avanti nelle indagini sulla morte del militante comunista

<B>Il papà di Angelo tra orgoglio e dolore<br>"Lo aveva sconsigliato di
andare in Israele"</B>

Angelo Frammartino
MONTEROTONDO - La famiglia di Angelo Frammartino, il volontario italiano
assassinato giovedì scorso a Gerusalemme, continua a non parlare, chiusa
nel suo dolore. A descrivere lo stato d'animo del papà del giovane prima
della partenza verso Israele dove domani mattina andrà a recuperare la
salma del figlio, è un amico che gli è stato vicino in questi giorni di lutto.

Michelangelo Frammartino, il padre di Angelo, ricorda l'amico, era
orgoglioso, fiero, solidale con l'impegno sociale del figlio. Ma prima
della partenza per Gerusalemme, ricorda ancora l'amico, l'aveva consigliato
di non andare. Poi si era lasciato convincere dall'entusiasmo del figlio.

L'arrivo della bara con il corpo del volontario italiano è atteso per
domani pomeriggio all'aeroporto militare di Ciampino. Ad accoglierlo, in
rappresentanza delle istituzioni, ci sarà il presidente della Camera Fausto
Bertinotti. Una presenza che assume un valore particolare, che va oltre
quello del rito ufficiale. Angelo Frammartino era infatti un attivo
militante di Rifondazione comunista e in passato aveva avuto più volte modo
di incontrare personalmente l'ex segretario del partito.

Insieme a Bertinotti sarà presente a Ciampino anche il viceministro degli
Affari Esteri con delega alla cooperazione Patrizia Sentinelli, anche lei
di Rifondazione comunista. Entrambi saranno poi il giorno successivo ai
funerali in programma nel pomeriggio a Monterotondo, il paese alle porte di
Roma di cui Frammartino era originario.

Intanto sul fronte delle indagini per individuare il responsabile
dell'omicidio e il movente non si registrano ancora progressi
significativi. A riferirlo è stato oggi il responsabile del gruppo
Cgil/Arci di cui faceva parte Frammartino, Sergio Bassoli, dopo un lungo
colloquio con i responsabili israeliani dell'inchiesta.

(13 agosto 2006)
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Angelo Frammartino, ragazzo

Carta
Angelo Frammartino e Carlo Giuliani. La loro uccisione è molto diversa, nel
modo in cui è avvenuta, molto diversi ne sono stati gli esecutori, lontani
i luoghi e molti gli anni di distanza. Eppure, è a Carlo che si pensa
subito, quando si sa che quel ragazzo di Monterotondo, vicino Roma, è stato
ucciso a coltellate mentre passeggiava, insieme a ragazze come lui, nel
quartiere arabo di Gerusalemme. Era un giovane comunista di Rifondazione,
Angelo, si era affacciato al mondo con le grandi manifestazioni contro la
guerra in Iraq, nel 2003, ed era in Palestina insieme alla Cgil e all’Arci
per cercare di far sì che bambini israeliani e palestinesi potessero ancora
giocare insieme. Una piccolissima cosa, certo, nella catastrofe di violenza
del Medio oriente, giusto a pochi chilometri da dove la guerra israeliana
contro gli Hezbollah e il Libano fa strage di gente come noi, disarmata, di
famiglie e di bambini. Ma, aveva scritto Angelo poco tempo fa, che bisogna
“fare l’amore con la nonviolenza per partorire la pace dal grembo della
società”, e ancora che “sarebbe ottimo liberarsi dell’idea che ci sia
giustificazione all’orrore se è prodotto in risposta a un altro orrore”.
Era uno strano comunista, Angelo, era un pacifista, era un figlio di Genova
e di quell’immenso movimento animato da ragazzi come lui, nato con il nuovo
secolo e che vuole cercare una via diversa, per cambiare il mondo, dal
rispondere con la violenza alla violenza. Era come Carlo, un ragazzo
aggredito e ucciso dalla brutalità che pretende di governarci, e che crea
l’odio che casualmente, in quella via di Gerusalemme, ha colpito Angelo:
non c’è giustificazione all’orrore che lo ha ucciso, nemmeno l’orrore
dell’occupazione israeliana e delle bombe sui villaggi del Libano del sud.
Ci diranno tutti che la morte di Angelo è la prova di un fallimento, che
non si va a mani nude dove si fa la guerra, che le piccole azioni di
pacificazione sono sommerse dalle ondate della forza bruta, che la nostra
politica non può niente di fronte alla politica dei governi e degli
eserciti, che siamo patetici, se non complici, a cospetto degli 11
settembre e degli 11 marzo, le stragi progettate sugli aerei in Gran
Bretagna, e chissà cosa nel futuro. Eppure la loro guerra ha prodotto altra
guerra, altri attentati, la macelleria irachena e la violenza endemica
dell’Afghanistan, la nuova invasione del Libano e la distruzione della
speranza palestinese. Così che qualcuno si è armato di un coltello e ha
colpito alla cieca, chiunque sembrasse un europeo, un occidentale.
Angelo ha testimoniato con la sua vita quel che in molti ci limitiamo a
dire, a scrivere. La sua morte resterà ferma nella nostra memoria come una
targa stradale che dice: “Angelo Frammartino, ragazzo”. Ed è quel che a
nostra volta dovremo testimoniare, esponendo (come chiede la sua
organizzazione, i Giovani comunisti) la bandiera della pace, e quando a
Monterotondo, tra qualche giorno, vi sarà il funerale, e il 26 agosto nella
marcia straordinaria della pace da Perugia ad Assisi e in tutte le
occasioni che avremo, nei prossimi mesi, per pronunciare la parola che era
tanto cara ad Angelo: pace. E alla sua famiglia, alla madre a al padre,
alla sorella, faremo sentire, per quanto possibile, che, come è accaduto
per Haidi Giuliani, la scomparsa di un figlio e fratello non è una ferita
medicabile, ma che di figli e fratelli ce ne sono a milioni
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www.lastampa.it

Il padre di Frammartino partito per Gerusalemme
per riportare in Italia la salma del figlio
La camera ardente sarà allestita a partire dall'arrivo della salma del
ragazzo, mentre i funerali si terranno nel Duomo del paese alle 16 del
giorno di Ferragosto
14/8/2006


    
Angelo Frammartino
Angelo Frammartino
ROMA. Michelangelo Frammartino, il padre di Angelo, il volontario ucciso a
Gerusalemme è partito questa mattina dall'aeroporto militare di Ciampino
per riportare la salma del figlio in Italia, il cui rimpatrio è previsto
per oggi pomeriggio intorno alle 17.30. Il velivolo con a bordo il padre
del ragazzo, un Airbus A-319, è decollato poco dopo le 9:00.

Era orgoglioso, fiero, solidale con l'impegno sociale del figlio. Ma prima
della partenza per Gerusalemme l'aveva consigliato di non andare. Poi si
era lasciato convincere dall'entusiasmo del figlio. È con questo ricordo
che il padre di Angelo si appresta a partire alla volta di Israele. A
riferire lo stato d'animo dell'uomo è un amico di famiglia che gli è stato
accanto in questo giorni e che lo accompagnerà nel viaggio.

Resta confermato, intanto, a Monterotondo il programma: la camera ardente
sarà allestita a partire dall'arrivo della salma del ragazzo, mentre i
funerali si terranno nel Duomo del paese alle 16 del giorno di Ferragosto.

BERTINOTTI E SENTINELLI SARANNO PRESENTI AL FUNERALE
Il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, oltre a essere presente
martedì ai funerali di Angelo Frammartino, sarà anche all'aeroporto
militare di Ciampino per accogliere la salma.

Anche la Viceministra degli Affari Esteri con delega alla cooperazione
Patrizia Sentinelli attenderà all'aeroporto militare di Ciampino il rientro
della salma di Angelo Frammartino. La Viceministra sarà presente anche al
funerale previsto per il giorno seguente a Monterotondo.

NELLA NOTTE VEGLIA A GERUSALEMME
Nel punto dove è stato ucciso il giovane volontario italiano Angelo
Frammartino una mesta folla di un centinaio di palestinesi e cooperanti
italiani e stranieri si è raccolta a Gerusalemme per una veglia di
preghiera. I presenti hanno acceso candeline che hanno deposto ai piedi
dell' albero nel punto in cui Frammartino è stato assassinato da persona
tuttora sconosciuta, tra la porta di Damasco e la porta di Erode, lungo le
mura ottomane della Città Vecchia.