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COMUNICATO STAMPA
L'Arci si stringe alla famiglia di Angelo Frammartino
Questa tragedia non fermerà l'attività di tante e tanti
costruttori di pace come Angelo
Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci
L'ARCI esprime profondo dolore e sgomento per la morte di Angelo Frammartino, giovane volontario della pace ucciso ieri sera a Gerusalemme, dove stava partecipando ad uno dei campi estivi che Arci e Cgil organizzano annualmente in Israele e Palestina con l'obbiettivo di costruire un percorso di conoscenza, pace e lavoro comune fra i popoli.
Il gruppo di Angelo stava per concludere la propria attività e sarebbe rientrato in Italia a giorni. Per due settimane ha svolto lavoro di animazione e recupero scolastico con i bambini e gli adolescenti dei quartieri arabi di Gerusalemme Est in collaborazione con il centro "Torre del fenicottero", una Ong palestinese con cui l'Arci collabora da anni in progetti di solidarietà per la pace e il dialogo tra la popolazione palestinese ed israeliana.
Fino ad ieri sera tutte le attività del campo di lavoro si erano svolte regolarmente raccogliendo apprezzamento e collaborazione fra la popolazione di Gerusalemme. Mai finora si erano verificati episodi di violenza o intimidazione nei confronti dei nostri volontari e niente lasciava presagire la tragedia che è costata la vita ad Angelo.
Sono in corso le indagini della polizia israeliana e non siamo ancora in grado di conoscere l'effettiva dinamica dell'assassinio. Sappiamo che Angelo è stato improvvisamente aggredito e accoltellato alle spalle. Un gesto folle e insensato, avvenuto in un contesto completamente estraneo alle attività del campo di lavoro. Le associazioni della società civile palestinese con cui collaboriamo hanno immediatamente espresso cordoglio e solidarietà ai volontari italiani e alla famiglia di Angelo.
Non crediamo che questa immane tragedia umana possa essere interpretata in chiave politica, come un atto terroristico o una manifestazione di odio etnico. È comunque sicuramente il sintomo preoccupante del clima di malessere sociale, disagio e violenza che sta aggravandosi anche a Gerusalemme e che deve richiamare tutta la comunità internazionale alla propria responsabilità per cercare una giusta soluzione all'annosa vicenda israelo-palestinese.
Siamo costernati, e il nostro pensiero in questo momento va anzitutto ad Angelo, che ha pagato con la vita il suo impegno generoso e appassionato per la pace e la nonviolenza. Ci stringiamo con affetto alla sua famiglia, ai genitori, alla sorella, ai suoi compagni nel dolore insopportabile per questa morte ingiusta.
Al tempo stesso ribadiamo che questo orribile fatto non fermerà il lavoro di tanti e tante costruttori di pace come Angelo. Anche in suo nome proseguirà l'impegno dell'Arci nei progetti di solidarietà al fianco dei ragazzi e dei bambini vittime della guerra e della violenza.