Author: Rosario Gallipoli Date: To: forumlecce Subject: [Lecce-sf] Fw: articolo su Hezbollah
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From: zambon@???
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Sent: Thursday, August 10, 2006 2:30 PM
Subject: Fw: articolo su Hezbollah
Carissimi,
qualche giorno fa, scartabellando su Internet, ho trovato questo articolo (sul sito canadese Alternatives, francofono) che riguarda gli Hezbollah, e risponde alla domanda: chi sono e quali sono più o meno gli scenari di partenza di questa crisi.
L'articolo risale al marzo 2005, ed è interessante perché fa vedere bene il quadro, oltre aed essere molto semplice, tranquillo come lettura.
Se interessa a voi o a qualcuno che vorrebbe alcune delucidazioni elementari (ma necessarie)
l'avete
bacioni
Laura
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Un enigma di nome Hezbollah
(Pierre Beaudet, 14 marzo 2005)
Per il presidente Bush sono più pericolosi di Al-Qaeda. Secondo l'opinione pubblica occidentale sono dei terroristi. Recentemente vengono presentati come i tirapiedi di Damasco e di Teheran. Ma quando un milione di Libanesi sono scesi in piazza per reclamare la loro "libanesità" e nel contempo il loro rifiuto di capitolare come vorrebbe Washington e Tel Aviv, il mondo è stato costretto a constatare che sono ben più di una semplice milizia. Che cosa si nasconde dietro il "partito di Dio"?
Nella resistenza contro l'occupazione
Nel 1982 l'esercito israeliano invade il Libano. Lo scopo dichiarato è di sbatter fuori i palestinesi rifugiati nel paese dei cedri fin dalla creazione dello stato di Israele, nel 1948. L'OLP (Organizzazione per la Liberazioone della Palestina) evidentemente non può resistere all'armada israeliana, spalleggiata dall'amministrazione americana. Dopo l'evacuazione dei soldati dell'OLP, viene organizzato un terribile massacro contro dei civili nel campi profughi palestinesi. Poco tempo dopo, il governo libanese firma un "accordo di pace" con Israele, che organizza l'occupazoone di tutta la parte meridionale del Paese. Il "Pétain" (generale francese collaborazionista con i nazisti, ndT) libanese si chiama Amine Gemayel, e intende "collaborare". Ma in breve tempo, dei partigiani rendono dura la vita degli occupanti. Chiamati alla riscossa, i marines americani sono presi in trappola quando un attentato suicida nel 1983 uccide oltre 200 americani, e decidono allora di abbandonare il Libano.
Nel quadro degli eventi emerge un nuovo movimento politico libanese, gli Hezbollah (Il partito di Dio). Ispirato alla rivoluzione iraniana e radicato nella comunità sciita, che è maggioritaria nel sud del Paese, Hezbollah diviene poco a poco il centro di gravità della resistenza contro l'occupazione. Per tutti gli anni '90 si fa notare per le capacità militari che mettono a mal partito l'esercito israeliano, che ripiega due volte, nel 1982 e nel 1985. I bombardamenti massicci contro città e villaggi libanesi, l'esecuzione di civili e la tortura - praticata largamente nell'infame prigione di Khiam (oggi sbriciolata dai recenti bombardamenti ndT) - non riescono a vincere questa resistenza che finisce con l'apparire, per la maggioranza dei Libanesi, e non solamente per gli sciiti, come legittima, nazionale, l'unico vero baluardo contro la "palestinizzazione" del Libano. Nel 2000 i soldati israeliani fanno armi e bagagli: è la prima e unica volta che Israele è constretto ad ammettere una simile sconfitta!
La voce dei diseredati
Come spiegare questa vittoria del Davide libanese contro il Golia israeliano? La spiegazione semplicistica, ai limiti del razzismo, spesso proposta da Washington e da tel Aviv fa degli sciiti dei "fanatici" ingovernabili.
Si dimentica di dire che i combattenti di Hezbollah, nella maggior parte, sono figli dei contadini e di piccoli artigiani che hanno subito l'occupazione quasi 25 anni e che, in molti, sono finiti nelle periferie povere della capitale libanese. Radicato in questo terreno, Hezbollah è diventato molto di più di una forza armata. Le sue attività sociali, educative e caritative rispondono ai bisogni di una larga parte dei diseredati, grazie soprattutto all'opera di Bina al-Jihad, che fa una grossa opera di ricostruzione e il ripristino di scuole, ospedali e abitazioni. Negli ultimi anni, miliardi di dollari sono affluiti in Libano nella speranza di compartecipazioni alla ricostruzione della Beirut "dorata" per i ricchi, di cui sognava Hafik Hariri, l'ex primo ministro, il cui assassinio ha scatenato la crisi attuale. Praticamente, solo Hezbollah è rimasto attivo nelle periferie e nei villagi dell'interno del paese. Durante le ultime elezioni legislative sono stati eletti 9 rappresentanti di hezbollah, una cifra ben al di sotto della sua popolarità, secondo la maggior parte degli osseratori. I capi del ovimento, fra i quali il temibile segretario generale Hassan Naslallah, hanno volontariamente limitato l'ampiezza di questa "uscita" elettorale, da un lato per non spaventare le altre forze politiche libanesi, e dall'altra per non perdere o diminuire la sua natura di movimento di resistenza. Tuttavia, in seguito al ritiro israeliano, Hezbollah ha ricominciato a lavorare sul piano politico. La resisteza militare continua, ma più che altro come forza di dissuasione contro eventuali incursioni israeliane Resta il fatto che Israele ci penserebbe due volte prima di ritornare in Libano se rimanesse la presenza di Hezbollah.
Una forza sociale conservatrice
Pur facendosi voce dei diseredati libanesi, Hezbollah veicola un'ideologia islamista virulenta. Per lu8ngo tempo, il movimento è stato influenzato dall'Ayatollah MuhammadHussein Fadlallah, nato nella città santa irachena di Najaf da genitori libanesi. Del rsto si è fatto le ossa nella resistenza sciita contro Saddam Hussein, come fondatore del partito Dawa. In seguito, costretto all'esilio, si è ritrovato in Libano, dove è divenuto rapidamente il leader spirituale di hezbollah e il riferimento obbligato per una gran parte di libanesi.
La visione del mondo di Fadlallah è rimasta per molto tempo volutamente ambigua. Senza auspicare la creazione di uno Stato islamico ("impossibile nel contesto multiconfessionale del Libano" secondo ol'ayatolah), Hazbollah si è allineato sulla rivoluzione iraniana con il suo codice rigorista edesclusivo. Le dono sono confinate al ruolo tradizionale di madri e per il resto, la vita quotidiana è regimentata dalla charìa
Nel contempo, nelle zone di cui ha preso il controllo Hezbollah ha imposto un dominio esclusivo, che
emargina delle forze politiche storicamente radicate in Libano (soprattuto organizzazioni di sinistra). Ed è successo diverse volte che militanti di hezbollah abbiano malmenato e perseguitato tali organizzazioni nel sud, dove Hezbollah si impone.
Nella tempesta regionale
Dall'invasione dell'Iraq, per Americani e Israeliani l'eliminazione di hezbollah è una grande priorità, da un lato per cancellare la passata umiliazione e dall'altra per rompere la resistenza che persiste in Libano e in Palestina. Dal punto di vista strategico, la subordinazione del Libano e della Siria completerebbe il dispositivo americano e israeliano nella regione. Ma quanso sogno è ancora lontano dalla realtà, visto soprattutto il caos in Iraq.
Del resto per Hezbollah, come per l'Iran, di cui è alleato (ma non subordinato), la strategia atuale è piussoto quella di calmare le acque, parte per realismo (sarebbe pericoloso provocare un'escatation militare) e parte per calcolo politico. Soprattuttoin Libano la gente è stufa della guerra. Tutti i Libanesi, compresi gli sciiti,
sono d'accordo per un ritiro dell'esercito siriano, ma tutto dipende dalle condizioni in cui questo ha luogo.
Ciò che teme Hezbollah, e il timore è condiviso da parecchi libanesi, è cheil ritiro precipitoso della Siria porti a nuovi scontri e forse addirittura a una nuova guerra civile, soprattutto se elementi "revanscisti" decidono di
servisri dell'appoggio israeliano. In questo contenso, si comprende la reticenza sulla risoluzione 1559 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che oltre a esigere il ritiro della Siria, chiede lo smantellamento delle "milizie", cosa che punta implicitaente a Hezbollah. La "logica" di tale aspetto della risoluzionepotrebbe essere contorta, tenuto conto dell'instabilità della regione e del sentimento molto forte pergli sciiti che senza la protezione militare di Hezbollah sarebbero nuovamente, come nel 1982, vittime di una "pacificazione"
sbilanciata. Alcune personalità dell'opposizione libanese, come il leader druso Walid Joumblatt, lo sanno e volgiono evitare una deriva di cui sarebbe vittima la maggioranza dei Libanesi. Da qui nasce la ricerca di un compromesso con hezbollah. Resta da vedere il ruolo che giocheranno le potenze straniere in questa crisi,
per buttare olio sul fuoco e accelerare uno scontro oppure per favorire un accordo politico e una vero e proprio
dialogo interlibanese.