[Lecce-sf] Fw: [antiamericanisti] "dalla padella nella brace…

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Autor: Rosario Gallipoli
Datum:  
To: forumlecce
Betreff: [Lecce-sf] Fw: [antiamericanisti] "dalla padella nella brace"

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From: "Joe" <flespa@???>
To: <movimento@???>
Sent: Wednesday, August 09, 2006 11:15 PM
Subject: [antiamericanisti] "dalla padella nella brace"


No all¹invio di truppe internazionali in Libano. Farebbero il ³lavoro
sporco² per conto di Israele



L¹aggressione israeliana al Libano continua, evidenziando una incredibile
empasse militare dell¹esercito di Tel Aviv, incapace di ridurre al silenzio
la resistenza libanese, empasse che potrebbe per la prima volta modificare,
a favore dei popoli oppressi, i rapporti di forza nello scacchiere
mediorientale .

Di fronte a questo scenario le dichiarazioni del Ministro degli Esteri
D¹Alema sull¹invio di contingenti militari internazionali in Libano,
rischiano di proporre una ³cura² probabilmente peggiore del male.

L¹attuale poca attenzione USA e israeliana (ma anche francese) alle
sollecitazioni di D¹Alema, confermano che la ³Conferenza di Roma² non ha
dato credibilità internazionale governo Prodi. Tuttavia la proposta potrebbe
avere in tempi medi una concreta possibilità di realizzazione, inserendo nel
cuore del vulcano mediorientale e spostando in Libano le truppe italiane in
parziale ritirata dall¹Iraq. Come dire: dalla padella nella brace.

In questi giorni le parti in causa hanno preso posizione rispetto
all¹ipotesi ³Sdi dispiegare una forza internazionale consistente al confine
con Israele, non più un gruppo d¹osservatori, ma una forza militare
consistente², come dichiara insistentemente a tutte le agenzie di stampa il
³nostro² ministro degli Esteri. Non a caso, americani ed israeliani
assecondano la proposta, che potrà realizzarsi però ad alcune condizioni,
messe in atto in queste ore.

L¹esercito israeliano distrugge il Libano, deporta centinaia di migliaia di
libanesi desertificando il Libano del Sud, elimina le sacche di resistenza
entro 6 ­ 7 km dal confine, consegnando infine un territorio bonificato ed
insanguinato nelle mani dei militari europei.

Quale sarebbe l¹obiettivo di questo contingente internazionale? Difendere
Israele sul fronte Nord, naturalmente.

La ³strategia² dalemiana non c¹illumina però su alcuni particolari. Come si
risponderà al no deciso da parte della resistenza libanese a questo
³cuscinetto di guerra²?

Quale sarà la reazione di coloro che dal 1967 vivono sotto occupazione
dell¹esercito sionista nel Golan, nelle fattorie di Sheeba, nei territori
palestinesi?

Le domande potrebbero moltiplicarsi, facendo emergere dall¹esercizio
maieutico un dato incontrovertibile: la differenza tra il vecchio ed il
nuovo governo italiano sta nello spostamento della ³creatività²
dall¹economia agli esteri.

Il creativo D¹Alema si agita in politica estera, mentre Padoa Schioppa
lavora per trovare i fondi a copertura delle missioni di guerra, togliendo
risorse e diritti ai soliti noti.

La costante di fondo rimane la subalternità all¹asse angloamericano ed
israeliano, condito con un pizzico d¹autonomia multipolare in salsa europea,
intenta a ritagliarsi uno spazio nel Mediterraneo in veste di fida
retroguardia delle truppe imperiali.

Sconcertante in questi giorni l¹entusiasmo con il quale gran parte della
sinistra ³pacifinta² accoglie le proposte d¹apertura verso questo nuovo
fronte di guerra.

In questa delirante corsa all¹adattamento governista anche l¹ambiguissimo
peacekeeping, si trasforma in strumento positivo per lo scenario libanese.

Il movimento contro la guerra non si è piegato a queste logiche subalterne e
politiciste, pronte a sacrificare contenuti, valori e vite umane sull¹altare
della tenuta di governo.

Siamo scesi in piazza in tutta Italia: con la manifestazione di Roma il 27
luglio e poi a Milano a Palermo, Firenze, Cagliari, Trieste, per dire NO
alla presenza delle truppe in Afghanistan, Iraq, Kosovo, NO all¹aggressione
israeliana contro i popoli palestinese e libanese, NO ad ogni ipotesi di
truppe schierate in Sud Libano.

La strada per ridare in autunno forza e vitalità al movimento è tracciata, e
passa attraverso la riconquista sul campo dell¹indipendenza dalle logiche di
un governo che non è ³amico² né della pace, tanto mento dei valori di chi si
è battuto in questi anni per ³un altro mondo possibile²


Il Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani

Viadalliraqora@??? ; www.disarmiamoli.org

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