[Lecce-sf] Fw: [aa-info] Libano, incubo marea nera

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9:04 AM
Subject: [aa-info] Libano, incubo marea nera



Quando certe cose le scrive persino "Repubblica" ...
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http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/esteri/medio-oriente-12/
disastro-ambientale/disastro-ambientale.html

Allarme ecologico, aria e acqua avvelenate dopo le bombe
Secondo i dati dell'Onu sono minacciate anche Cipro, Turchia e Siria

Libano, incubo marea nera
tre milioni di persone a rischio

di ANTONIO CIANCIULLO

ROMA - Il conteggio delle morti causate dai bombardamenti in Libano
durerà per decenni. La distruzione della centrale elettrica di
Jiyyeh, a trenta chilometri da Beirut, ha infatti liberato 30 mila
tonnellate di olio combustibile. La fuoriuscita di carburante,
provocata dall'esplosione e dagli incendi, in parte ha alimentato una
marea nera sparsa su 120 chilometri di coste abitate da 3 milioni di
persone, in parte ha formato un aerosol a base di sostanze altamente
cancerogene che ha investito i due milioni di abitanti dell'area
metropolitana della capitale libanese.

Sono queste le cifre che forniscono la prima, provvisoria, fotografia
dell'impatto ambientale provocato dalla guerra in Libano. Il bilancio
è stato fornito in una conferenza stampa organizzata dal ministero
dell'Ambiente italiano in collaborazione con l'Info/Rac, il Centro
italiano per l'informazione e la comunicazione della Convenzione di
Barcellona (l'organismo di 21 paesi che si occupa della protezione
del Mediterraneo). "Siamo di fronte a un quadro estremamente grave, a
un atto che rischia di azzerare gli sforzi per disinquinare il
Mediterraneo condotti dai 21 paesi che aderiscono alla Convenzione",
ha detto il direttore del Centro, Sergio Illuminato. "E non è finita:
sul territorio libanese ci sono altre infrastrutture civili che, se
colpite dai missili, si trasformeranno in bombe chimiche e ambientali
destinate a lasciare una lunga scia di sofferenze umane e
devastazioni ambientali".

Per scongiurare una simile eventualità il ministro dell'Ambiente
Alfonso Pecoraro Scanio ha auspicato un rapido cessate-il-fuoco,
l'unica possibilità per un intervento di contenimento del disastro
ambientale che finora non è stato possibile neppure tentare. "Stiamo
predisponendo navi e aerei per un'operazione di disinquinamento che
scatterà appena si raggiungerà una tregua: bisogna fare presto perché
ogni giorno perso è un giorno in cui la situazione peggiora", ha
spiegato Pecoraro Scanio. "Ma, una volta arginato il danno immediato,
occorrerà lavorare per arrivare a convenzioni internazionali che,
sulla falsariga di quelle sui beni architettonici e archeologici,
vietino di colpire obiettivi che possano causare disastri ambientali".
Intanto il rischio sanitario sulle coste del Libano continua ad
aggravarsi. Il bombardamento della centrale elettrica vicino a Beirut
ha fatto piovere su milioni di persone uno spray formato da sostanze
tossiche e cancerogene come gli idrocarburi policiclici aromatici, il
benzopirene, il benzene, il toluene, i pcb. I campi coltivati vicino
alle zone colpite sono stati con ogni probabilità contaminati e tutto
il cibo prodotto dovrà essere sottoposto a test prima di venire messo
in vendita.

Non va meglio in mare. Tra Jiyyeh e Heri-Chekka è stato vietato ogni
tipo di pesca: secondo i dati del Programma ambiente dell'Onu gli
idrocarburi sono responsabili del 70-95 per cento delle infezioni
gastrointestinali derivate dal consumo di pesce. E la marea nera, che
provoca il soffocamento della flora e della fauna marine, ha già
devastato 120 chilometri di costa e continua ad allargarsi puntando
verso la Turchia e Cipro. L'inquinamento ha raggiunto anche la
riserva naturale marina delle isole Palm, Sanani e Ramine, situata 5
chilometri al largo di Tripoli, un sito protetto dal 1992 che offre
rifugio a 156 specie di uccelli migratori.

(9 agosto 2006)