secolo xix
Bruno Pastorino
Dopo la scelta di fare un inceneritore molti commentatori hanno previsto maggiori difficoltà per chi prova a ricostruire l'Unione a Genova in vista delle prossime amministrative.
Comprendo la questione, sebbene personalmente mi ostini a pensare che i cittadini contrari all'inceneritore, più di questo, siano interessati a sapere cosa si farà per tutelare la loro salute; come potranno partecipare alla decisione finale; cosa la politica potrà fare per non arrendersi al vorticoso aumento di rifiuti da smaltire e, infine, come si intendano riequilibrare quelle periferie che in questo decennio hanno indubitabilmente visto aumentare il loro svantaggio verso le principali mete turistiche della nostra città. In ogni caso il tema posto non può essere scartato.
Della discussione in Consiglio comunale Rifondazione ha criticato l'avvio di una stagione di "maggioranze variabili". Anche Il Secolo XIX ci è parso apprezzare il "sì bipartisan". Noi riteniamo invece che l'emergere di maggioranze inedite e originali su temi tanto importanti per la vita della città, costituisca un'incrinatura della normalità democratica.
Il nostro sistema politico prevede raggruppamenti che si presentano all'elettorato con programmi tra loro alternativi. La coalizione vincente ha il diritto (e il dovere) di provare a realizzare quel programma con quello schieramento. Se da ciò si prescinde non trionfa la dialettica democratica, ma viene umiliata la volontà degli elettori.
Sarebbe stato giusto che il sindaco, anzichè confidare sul soccorso occasionale delle destre, insistesse nella discussione dentro l'Unione (noi pensiamo tutta l'Unione), accettando eventualmente di rinviare una decisione di cui non c'era alcuna urgenza.
Si è arrivati invece ad un voto che ha ferito soprattutto l'Unione, con addirittura otto consiglieri di centrosinistra su trentuno che non l'hanno votata. Spetterà adesso all'alleanza, a settembre, con i tavoli programmatici, trovare quella mediazione che qui invece è stata incautamente trascurata. Non essendo possibile chiedere a nessuno di andare a Canossa, però, al raggiungimento di una sintesi, potrà concorrere il confronto limpido e la partecipazione popolare delle prossime primarie dove i candidati sindaci potranno presentare le loro differenti proposte.
Dopo il voto sui rifiuti si sostiene che non sarebbe più prevedibile nessuna intesa tra Rifondazione e il resto del centrosinistra. Non credo. Vedremo. Intanto non è chiaro perché questa riserva valga solo per il campo unionista (a destra An, Forza Italia e Lega hanno votato in tre modi diversi) e perché - con un dissenso fortunatamente variegato e trasversale - il pregiudizio scatti solo per Rifondazione.
Sorge un sospetto. Che esistano ambiti (forse più vicini ai salotti degli affari che a quelli della politica) che si prefiggano proprio l'obiettivo di marginalizzare, escludere, rendere la sinistra d'alternativa ininfluente. È di questo che parliamo quando alludiamo ad un'ipotesi neo-centrista che avvertiamo pure qui a Genova. Io credo che anche chi a sinistra suggerisce a Rifondazione di isolarsi non si accorga di assecondare quel progetto.
Infine. Per chi ancora - come noi - non si arrende alla scelta dell'inceneritore e sa che molti nodi verranno al pettine proprio nel prossimo ciclo amministrativo chiediamo: è meglio immaginare che quel 25% di consiglieri unionisti oggi contrari alla delibera sia disperso in coalizioni differenti o è più auspicabile che insieme (e magari, dopo il voto, in numero maggiore) provi - e sia capace - di cambiare di una decisione sbagliata?
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