[Badgirlz-list] Sgombero Christiania

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Autore: Errata
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To: helena-info, badgirlz-list
Oggetto: [Badgirlz-list] Sgombero Christiania


http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/esteri/christiania/christiania/christiania.html

Il governo danese vuole liberarsi dei mille figli dei
fiori
che da trentacinque anni abitano nel centro della
capitale

Christiania, la fine del sogno hippy rischia di
chiudere la "repubblica
freak"
I costruttori vorrebbero scatenarsi e costruire
abitazioni di lusso
Ma gli abitanti non si arrendono: "Non ci cacceranno
mai"

COPENHAGEN - "Bevar Christiania", ovvero salvate la
città libera. Per i
mille abitanti dell'ultima comunità hippy d'Europa è
iniziata la guerra
per la sopravvivenza. Il governo danese vuole
liberarsi di loro,
uomini, donne e bambini che da 35 anni abitano un
quartiere nel pieno
centro di Copenhagen animando un esperimento sociale
unico al mondo.

I costruttori aspettano solo il momento in cui
scatenare le ruspe
contro le pittoresche case dei figli dei fiori e
mettere le mani su una
delle zone più belle della capitale. Ma gli abitanti
di Christiania
sono gente tenace e non si arrendono: "Non ci
cacceranno mai".

È il 1971 quando sei giovani occupano i 34 ettari di
una ex base
militare nel cuore di Copenaghen fondando la "città
libera" di
Christiania. Un esperimento riuscito talmente bene che
la comune
circondata dai canali si popola di gente di ogni
angolo del pianeta.
Ancora oggi varcando la porta della cittadella sembra
di essere
catapultati negli anni Settanta. A Christiania si vive
seguendo le
stesse regole di allora: rifiuto dello Stato e della
violenza,
inesistenza della proprietà privata e guerra alle
droghe pesanti. Il
tutto scandito dalle decisioni dell'assemblea generale
che delibera con
la "democrazia del consenso". E poi ci sono l'ufficio
postale, l'asilo,
i ristoranti, i bar, le imprese di artigianato, il
cinema, i concerti,
l'arte, la bandiera locale e la nazionale di calcio.
Tutto
rigorosamente autogestito.

Con il passare degli anni lo spirito di Christiania è
diventato celebre
ed ha assunto un alone mitico anche grazie ai
soggiorni delle
celebrità. Così ancora oggi si ricordano i concerti
per pochi eletti di
Bob Dylan, dei Rolling Stones o dei Red Hot Chili
Peppers. Si racconta
che Lenny Kravitz era pronto ad offrire qualsiasi
cifra pur di comprare
una vera casa hippy, ma senza successo. A Christiania,
infatti, le
abitazioni non sono di proprietà ma vengono affidate
ai residenti per
circa 200 euro al mese. I soldi finiscono nel "tesoro
comune" con il
quale la "città libera" paga luce, acqua e lavori di
manutenzione. E
chi vuole prendere un alloggio rimasto libero deve
essere accettato dal
severissimo comitato dei vicini.

Christiania vive anche di turismo, circa un milione di
visitatori
l'anno, e di contraddizioni, diventate oggetto di
costanti attacchi del
"mondo esterno". L'eroina è stata cacciata vent'anni
fa, ma hashish ed
erba sono parte centrale dell'esperimento sociale. Al
punto da rendere
famosa in tutto il mondo la "Pusher street", la via in
cui per decenni
gli spacciatori hanno fatto i loro affari alla luce
del sole. Cosa che
non è mai andata a genio ai danesi, irritati dal fatto
che un gruppo di
fricchettoni vendesse spinelli a poche centinaia di
metri dal
parlamento. Il problema è stato risolto due anni fa,
quando la polizia
ha chiuso la strada e lo spaccio è tornato nella
clandestinità. Ma
questo è stato solo l'inizio del nuovo corso voluto
dal governo di
centrodestra del liberale Anders Fogh Rasmussen
(alleato con gli
estremisti di destra del partito nazionalista), che il
vero colpo di
grazia lo ha dato con la politica della
"normalizzazione". Per i
christianiti un modo bene educato per dire "sgombero".
Michel, svedese
arrivato a Christiania nel 1988, lavora all'ufficio
informazioni della
comunità. Racconta che il governo vuole abbattere le
case costruite
secondo il "Christiania Style" ed edificare nuove
abitazioni di lusso
da vendere o affittare a prezzi di mercato. Ci sono
già i progetti dei
primi 75 appartamenti. "Nessuno di noi - spiega Michel
- potrebbe
permettersi di pagare quei prezzi e nel giro di dieci
anni la comunità
si svuoterebbe lasciando il posto ad un quartiere chic
con tanto di
barche ormeggiate sotto casa".

Ma gli abitanti del luogo non si arrendono. Nel 1989
il Parlamento ha
concesso a Christiania lo status di "esperimento
sociale" e,
aggrappandosi a questa delibera, gli avvocati degli
hippy stanno
negoziando un compromesso con il governo. Tuttavia
nessuno si illude e
già ci si prepara ad andare in tribunale, forse già in
autunno. "Almeno
guadagniamo ancora qualche anno", spiegano i
christianiti avvertendo
che comunque, in caso di sconfitta legale, venderanno
cara la pelle:
"Migliaia di anarchici di tutta Europa correranno a
difenderci, loro
sanno come combattere contro la polizia e allora sarà
il caos...".
Annunci bellicosi che, lo si avverte chiaramente, sono
estranei al loro
placido mondo apolitico. Per capirlo basta leggere i
cartelli affissi
in tutti i sentieri che invitano i cittadini a
"trattare con
gentilezza" i poco amati poliziotti, ormai sempre più
presenti nelle
vie di un luogo una volta privo di uniformi.

Intanto la vita va avanti e la "città libera" continua
ad essere
affollata da gente di ogni genere ed età in cerca di
quello spirito
che, anche se a tratti con toni commerciali, continua
a riprodursi ed
affascinare. Tra loro corrono i bambini christianiti
che senza i
genitori non varcano mai la porta in stile apache che
conduce al mondo
esterno. Sopra c'è scritto: "Stai entrando nell'Unione
europea".

(5 agosto 2006)

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